Scuola e Covid

Gli insegnanti sono molto preoccupati per gli esami di stato in presenza

Le riflessioni di Enrico Baroncelli, docente all'Istituto Parini di Lecco

Gli insegnanti sono molto preoccupati per gli esami di stato in presenza
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Un forte malumore è stato espresso anche da alcuni insegnanti delle Scuole Superiori di Lecco, a riguardo della decisione presa dal Ministro dell'Istruzione Lucia Azzolina di eseguire ad ogni costo gli Esami di Stato “in presenza”, a partire dal 17 Giugno.

“Una decisione – fa notare il prof. Enrico Baroncelli, insegnante presso il Corso Serale dell'Istituto Tecnico “G. Parini” di Lecco, e da ormai 15 anni impegnato negli Esami o come Commissario interno di Italiano, o come commissario esterno, e negli ultimi anni anche come Presidente di Commissione – che in modo piuttosto autoritario non tiene conto dei molti pareri negativi espressi al proposito da numerosi operatori della scuola e da numerosi enti.

Si sono detti contrari agli Esami in presenza (l'alternativa è farli online, come gli ultimi mesi di didattica) tutti i Sindacati rappresentativi degli Insegnanti, dalla CGIL alla CISL UIL, ma anche quelli autonomi lo SNALS , la GILDA e l'ANIEF .
Favorevoli da sempre agli Esami online la Consulta Nazionale degli Studenti , cioè la rappresentanza istituzionale del mondo studentesco, ma anche il CNP Consiglio Nazionale dei Presidi, nonché ultimamente il parere molto autorevole del Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione, tutti enti che hanno consigliato lo svolgersi degli Esami di Stato solo online.

Nonostante questa unanimità di posizioni, che sottolineano i rischi di una diffusione del contagio nelle scuole, ancor più pericoloso in quanto l'età media degli insegnanti non è molto giovanile (molti sono intorno ai 60 anni di età) il Ministro di testa sua, senza ascoltare nessuno, ha voluto imporre una scelta che suscita decisamente molti dubbi e opposizioni.

Il prof. Baroncelli rileva inoltre la scarsa qualità dei cosiddetti “protocolli” che verranno adottati all'interno delle scuole prima e durante gli Esami: una generica “sanificazione”, prima dell'inizio delle operazioni, l'uso delle mascherine, che addirittura il Ministro pensa che gli alunni si possano togliere mentre parlano con i professori (cospergendoli magari di “droplets”) un po' di sapone disinfettante per le mani e tutto li'.

Un protocollo che Baroncelli trova ridicolo e persino offensivo nei confronti dei tanti insegnanti coinvolti nelle operazioni, che durano generalmente parecchie ore con sette persone componenti la Commissione, più i candidati, chiuse per ore nella stessa stanza : considerando 5 candidati al giorno, di solito si inizia alle ore 8 e si finisce alle 14.

A questo scarsissimo protocollo (accettato ieri “obtorto collo” anche dai Sindacati) il professore chiede perciò di aggiungere ben altre precauzioni.

“Una distanza tra un banco e l'altro, dove siederanno i commissari, di almeno due o meglio tre metri (meglio ancora se in qualche giorno si potranno fare gli esami all'aperto, sotto un gazebo o un ombrellone) utilizzando anche la Palestra scolastica, visto che spesso le aule sono piccole.

Obbligo naturalmente di mascherina senza assolutamente togliersela, meglio se Fp2 , pannelli di plexiglass sui banchi, esattamente come previsto per i ristoranti, una sanificazione continua delle aule (non solo all'inizio e alla fine della seduta, ma anche durante gli intervalli tra un alunno e l'altro) e soprattutto la rilevazione della temperatura corporea all'ingresso , col termometro a pistola, sia per gli alunni che entreranno sia per i docenti” come si fa da tempo nei Supermercati.

E qui cascano i primi grossi dubbi: “Cosa succede – si chiede ancora Baroncelli – se un Presidente o un Commissario durante quei giorni si ammalassero o avessero una temperatura superiore ai 37,5 gradi ?

A parte problemi legali di cui ultimamente si sta discutendo (chi risponde in caso di malattia ? L'Amministrazione ? I Presidi , che rifiutano categoricamente questa responsabilità ? Il Ministero ?

Il Ministro con molta semplicità risponde che i commissari malati saranno sostituiti da un insegnante supplente.
E chi lo trova ? Chi andrebbe a sostituire un professore in una commissione dove è stato trovato un malato di Covid, e dove quindi anche gli altri commissari sono stati forse/probabilmente infettati ?

Baroncelli ricorda come paragone quello che è stato deciso in accordo con la Fifa Calcio (anche in Germania), a proposito della ripresa delle partite: se in una squadra di calcio anche un solo calciatore risulta positivo, tutti i suoi compagni devono andare in quarantena.

Lo stesso a suo parere dovrebbe allora succedere per analogia nelle scuole: se anche un solo commissario si ritrovasse positivo, TUTTA la Commissione dovrebbe essere sostituita e i suoi membri andare TUTTI in Quarantena.
Non basta certo sostituire un singolo commissario !

Tutti dubbi e problemi, come si po' vedere piuttosto “pesanti”, che farebbero ritenere molto meglio un ripensamento piuttosto veloce da parte della “Ministra”, al di là del dato se la curva dei contagi aumenterà o diminuirà a metà Giugno.

Anche per gli Esami online però bisognerebbe organizzarsi, ma questa volta in modo serio: la decisione dovrebbe essere rapida (e ragionevole !)

 

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