ColtiviAmo

Dalla terra alla tavola: la qualità che nasce dai campi lombardi

La “Dop Economy” è una risorsa da difendere e valorizzare, come spiega l’assessore regionale all'Agricoltura Alessandro Beduschi

Dalla terra alla tavola: la qualità che nasce dai campi lombardi
Pubblicato:

La qualità, in Lombardia, non nasce per caso. Nasce dai campi, dalle stalle, dalle mani degli agricoltori, dei casari, dei viticoltori e di tutti coloro che ogni giorno trasformano il lavoro in eccellenza. La chiamiamo “Dop Economy”: è quella parte della nostra economia agricola che si regge sulle produzioni a Denominazione di Origine Protetta e Indicazione Geografica Protetta, simboli di autenticità e legame col territorio.
Ed è proprio da questa forza che la Lombardia guarda all’Europa.

Nei giorni scorsi l’assessore regionale all’Agricoltura, Alessandro Beduschi, ha presieduto a Bruxelles l’assemblea generale di Arepo, l’associazione che riunisce le Regioni europee impegnate nella valorizzazione dei prodotti di origine. Lombardia, Francia, Spagna, Germania, Grecia, Polonia, Croazia e Portogallo: 35 Regioni, oltre il 60% delle IG europee. Un fronte comune per affermare un principio semplice: la qualità fa la differenza.

Ha spiegato Beduschi:

"La vera sfida è riuscire a competere in mercati sempre più globali puntando su ciò che ci distingue: l’origine, la tracciabilità, il legame con i territori. Le nostre IG non sono solo etichette, ma storie, comunità, identità".

L’assessore regionale all’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste, Alessandro Beduschi, a Bruxelles durante l’assemblea generale di Arepo

Numeri alla mano, l’Italia è leader mondiale nel settore delle indicazioni geografiche: 856 specialità tra cibi e vini a denominazione riconosciute, su un totale di 3.428 nel mondo. Il loro valore economico è enorme: oltre 20 miliardi di euro alla produzione, di cui quasi 12 miliardi in esportazioni. E la Lombardia, in questo contesto, gioca un ruolo da protagonista.

Con 75 prodotti riconosciuti, è la quarta regione italiana per numero di IG, ma la terza per valore economico complessivo: quasi 2,6 miliardi di euro. Nei formaggi Dop non ha rivali, grazie a eccellenze come il Grana Padano, il Parmigiano Reggiano (che si produce anche qui, in provincia di Mantova), il Gorgonzola, il Provolone Valpadana, il Bitto e il Valtellina Casera, solo per citarne alcuni. Il comparto da solo vale 1,8 miliardi. Ma è tutto il sistema agroalimentare lombardo a beneficiare della forza della qualità certificata. Nel food spiccano le province di Mantova (594 milioni), Brescia (581 milioni), Cremona (307 milioni), Sondrio (260 milioni) e Lodi (110 milioni), mentre nel vino dominano Brescia (348 milioni) e Pavia (114 milioni).

Dietro questi numeri ci sono storie, mani esperte, tradizioni tramandate e innovate. Ed è questo il senso più profondo della “Dop Economy”: non è solo un modello agricolo, ma un modello culturale. È un modo per custodire i paesaggi, mantenere vive le comunità rurali, garantire al consumatore cibo buono, sicuro, riconoscibile. Ma servono regole, protezione e soprattutto visione. Per questo Arepo è oggi in prima linea anche nelle nuove politiche europee. Il regolamento sulle IG, ad esempio, è stato riscritto anche grazie al contributo delle Regioni. E progetti come GI Smart, finanziati dall’Unione, lavorano per rafforzare il ruolo delle indicazioni geografiche nello sviluppo sostenibile dei territori.

"Le Regioni – ha sottolineato Beduschi – sono le vere custodi di questo patrimonio, che non è solo economico, ma sociale. Le nostre Dop e Igp raccontano il lavoro dei territori e rappresentano un argine concreto contro l’omologazione alimentare. Per questo dobbiamo difenderle, promuoverle e farle conoscere".

La Lombardia lo sta facendo, anche a Bruxelles. Ma tutto parte da qui, dai nostri campi. Perché ogni prodotto di qualità nasce prima di tutto da una terra che crede in ciò che coltiva.

Lombardia Dop: non solo numeri, ma valore

Con 75 prodotti Dop e Igp, la Lombardia rappresenta l’8,8% delle 852 indicazioni geografiche registrate in Italia nel 2023. Un dato che da solo non rende giustizia al peso economico della regione, vero motore della Dop economy nazionale.
Ben 5 delle 15 IG italiane con il maggior valore alla produzione sono lombarde: dal primato del Grana Padano (1,885 miliardi di euro) al Gorgonzola (430 milioni), passando per la Mortadella Bologna Igp (339 milioni), la Bresaola della Valtellina Igp (225 milioni) e il Parmigiano Reggiano, (1,599 miliardi).
Nella top ten dei formaggi italiani per valore economico, la Lombardia è presente con cinque eccellenze: oltre ai già citati, si aggiungono Provolone Valpadana (493 milioni) e Taleggio. Anche tra i salumi spiccano quattro produzioni regionali: oltre a Mortadella e Bresaola, ci sono i Salamini Italiani alla Cacciatora Dop (30 milioni) e la Coppa di Parma Igp (20 milioni).
Su 34 produzioni food a IG ottenibili in Lombardia, 19 sono esclusivamente lombarde (oltre il 55%). Le restanti 15 coinvolgono anche altre regioni del Nord.
A livello territoriale, le province più vocate sono Brescia e Bergamo (35,3% delle produzioni), seguite da Milano (29,4%), Mantova (26,5%), Varese (17,6%) e Sondrio (14,7%).
Dietro ogni numero, una tradizione. Dietro ogni prodotto, una terra. E dietro ogni sapore autentico, c’è il lavoro di chi coltiva, alleva e trasforma con orgoglio lombardo.

Necrologie