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Fase 2: parla il Governatore Fontana

Le prime impressioni del presidente di Regione Lombardia sull'inizio della ripartenza

Fase 2: parla il Governatore Fontana
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La fase 2 è iniziata timidamente da una settimana, non si conoscono ancora gli effetti di questa prima riapertura, ma intanto i numeri dei contagi e dei decessi continuano a diminuire, mentre aumenta il numero delle persone guarite. E anche il presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, tira un sospiro di sollievo

Quali sono le sue sensazioni a una settimana di distanza dall’inizio della fase 2?

“Sono un po’ più tranquillo. Sono però cosciente che questo è un momento molto delicato e dobbiamo tenere ancora tutto sotto controllo perché non siamo alla fine dell’emergenza sanitaria. Serve molta cautela, dobbiamo essere seri, assumere comportamenti responsabili e osservare le regole che ripetiamo dall’inizio della pandemia per allontanare il virus. Avviare la fase 2 non significa liberi tutti, tornare a fare l’aperitivo con gli amici, andare al cinema, giocare a pallone… Gli effetti di questa prima riapertura li potremo valutare meglio nel corso di questa settimana”.

A Milano nei primi giorni c’è stato qualche assembramento di troppo, si è vista molta gente lungo i Navigli, ma in provincia, da Brescia a Varese, da Pavia a Sondrio, ci sono state meno esagerazioni.

In questi due mesi i cittadini lombardi sono stati attenti, pazientemente in coda, responsabili …

“È una reazione che ha colpito anche me, ho visto reazioni rispettosissime e non pensavo di raggiungere questi risultati in così poco tempo”.

Anche il sistema dei trasporti pubblici ha retto, seppure con una movimentazione dei pendolari non ancora a regime.
Alla vigilia c’era più di un timore.

Vedere la gente in coda sembrava di essere in Inghilterra ...

“Gli interventi fatti e la rimodulazione del trasporto pubblico hanno contribuito ad evitare gli assembramenti. È stato un primo importante risultato positivo grazie alla serietà degli utenti. Adesso vediamo se riusciamo a superare bene anche la seconda riapertura del 18 maggio. Ho scritto al premier Giuseppe Conte di convocare le organizzazioni sindacali per rimodulare gli orari di lavoro perché in questa prima settimana, nei picchi di traffico, dalle 6 alle 8 e dalle 17 alle 19, siamo arrivati al limite. Con una più ampia e flessibile organizzazione del lavoro potremo gestire meglio queste criticità”.

Il Policlinico San Matteo di Pavia, dopo il test sierologico messo a punto con DiaSorin, è impegnato sul fronte della plasmoterapia.
Come sta andando l’esperimento?

“È un altro risultato positivo se si riesce a trovare una soluzione naturale ed è la prova della qualità dei nostri istituti di ricerca, del valore degli Irccs lombardi. Accanto al risultato del San Matteo voglio sottolineare l’esperimento dell'Università dell’Insubriandi e l’Asst dei Sette Laghi, che ha messo a punto un test per l’analisi della saliva in grado di individuare in sei minuti chi è infetto e chi no”

La Lombardia è la regione che ha fatto più tamponi in Italia, quali 500 mila. Nel frattempo avete avviato i test sierologici.
Con quali risultati?

“Sono due cose diverse. Di tamponi vorremmo farne molti di più, perché più alto è il numero e maggiori sono le possibilità di isolare i positivi, ma facciamo fatica a trovare reagenti. I test sierologici, invece, sono utili sotto l’aspetto epidemiologico ma non danno una risposta diagnostica. Servono per capire se e come si è sviluppato il virus, ma se sei positivo dopo devi fare il tampone”.

Qualcuno si affida a test sierologici poco attendibili.

Compreso qualche Comune…

“È un test utile ma bisogna stare molto attenti alla pletora di test non affidabili presenti oggi sul mercato”.

La Regione ha messo in campo 3 miliardi.
Una cifra considerevole, ma su quali fronti verrà investita?

“I bilanci di Regione Lombardia sono solidi, non abbiamo debito e possiamo permetterci di fare investimenti importanti per sostenere l’economia. Di questi soldi 400 milioni sono subito stati messi a disposizione di Province e Comuni per interventi legati alla viabilità, alle strade e all’adeguamento dell’edilizia scolastica. Si tratta di denaro liquido per aprire cantieri anche nei piccoli Comuni, far lavorare le aziende, mettere in moto l’economia partendo dal basso. Poi stiamo pensando anche a opere pubbliche più importanti. È un dettaglio che dobbiamo ancora definire”.

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