Imprese disperate

Confartigianato chiede la cassa integrazione in deroga per la guerra come per il Covid

Dopo l'incoraggiante ripartenza post pandemia, gli ordini si fermano di nuovo e per le aziende è ancora allarme su produzione e posti di lavoro.

Confartigianato chiede la cassa integrazione in deroga per la guerra come per il Covid
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Prima la grande crisi, poi il Covid, ora la guerra: l'economia e le aziende italiane in questi anni stanno facendo miracoli per tenere il passo ma soprattutto per non andare "gambe all'aria": Confartigianato al Governo chiede la cassa integrazione in deroga per la guerra così come per il Covid, perché siamo passati da un'emergenza all'altra (anzi una s'è sovrapposta all'altra) e il tessuto produttivo da solo non può reggere il colpo.

La richiesta di Confartigianato al Governo

Ecco allora che in queste ultime ore, da Confartigianato è arrivata una richiesta piuttosto incisiva al Governo, ovvero la predisposizione di una "cassa integrazione di guerra" che vada a sostituire di fatto le misure di sostegno alle imprese elaborate durante il periodo più drammatico della pandemia.

Sotto la lente, evidentemente, la guerra in Ucraina con tutti i contraccolpi arrivati sulle economie dei mercati e delle aziende soprattutto per quanto concerne i costi energetici.

L'obiettivo è scongiurare quella che potrebbe essere un colpo di coda della crisi a fronte di quella che era stata un'incoraggiante ripartenza.

Lo scenario del resto è sotto gli occhi di tutti: l'esplosione dei costi energetici, i rincari prezzi delle materie prime e semilavorati, gli aumenti del carburante, la difficoltà a far girare la merce.

Tradotto: un netto calo degli ordini.

Le richieste degli artigiani partono dal Veneto

Non è un caso che la speciale richiesta al Governo arrivi dalla sezione veneta dell'associazione di categoria, una delle zone più operative e produttive del Paese.

L'associazione chiede un rifinanziamento pubblico per le imprese artigiane: 700 aziende (esclusa l'edilizia) hanno già chiesto l’accesso al Fondo da inizio anno (erano meno della metà 20 giorni fa) per 3.300 dipendenti. I settori più attenzionati sono quelli della moda e della metalmeccanica. Ma anche il settore manifatturiero è in allarme.

Mentre, a completare un quadro non certo roseo, anche se fuori dal discorso artigiani, nel settore agricoltura molti operatori hanno deciso di rinviare le semine per la siccità che dura ormai da 100 giorni.

Guerra in Ucraina, le misure a sostegno delle imprese

La posizione dell'associazione e delle imprese aderenti è chiara ed è stata messa sul tavolo: serve un Piano Economico a 360 gradi che argini l’impatto della guerra che rischia di avere conseguenze sul nostro sistema economico molto più larghe e strutturali di quanto abbia causato il Covid.

Eloquente quanto osservato anche dal presidente Roberto Boschetto:

"Chiediamo utilizzo direttamente in bolletta del credito d’imposta extra costi energia"

Che richieste arriveranno dal resto del Paese?

Tutto sommato le richieste erano già state in parte condivise e portate avanti dall'associazione a livello nazionale.

In ogni caso in effetti Confartigianato è con le antenne dritte a monitorare la situazione.

Del resto, proprio nei giorni scorsi il presidente nazionale Marco Granelli aveva espresso compiacimento per l’impegno del Governo che proprio nel Decreto legge "Contrasto crisi in Ucraina" ha recepito le indicazioni di Confartigianato per attenuare il pesante impatto sulle piccole imprese dei rincari di energia e carburanti.

Nella fattispecie, la misura che estende il credito d’imposta per l’acquisto di gas ed elettricità alle imprese che, pur non appartenendo alla categoria degli energivori, subiscono pesanti ripercussioni sulla loro competitività a causa degli aumenti dei costi energetici.

Tornando alla "cassa", tra le misure per sostenere le imprese, Confartigianato aveva evidenziato l’importanza della prosecuzione della cassa integrazione straordinaria in deroga e dell’esonero contributivo totale per le imprese che acquisiscono personale dipendente da aziende in crisi, oltre al credito d’imposta per la seconda rata dell’Imu 2021 per le imprese della filiera del turismo.

Un giudizio positivo sull'azione del Governo che Confartigianato aveva espresso anche riguardo agli sconti sul carburante e alla riduzione delle accise.

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