economia

Smart Capital aiuta le imprese

Domani, mercoledì 6 luglio all'Hotel Griso di Malgrate la presentazione del progetto

Smart Capital aiuta le imprese
Pubblicato:

Le difficoltà vissute in questi ultimi due anni hanno messo a dura prova le aziende. Due fattori come pandemia e guerra hanno evidenziato le difficoltà nel programmare e fare impresa, soprattutto se questo avviene senza un adeguato sostegno economico. Inoltre, sempre più delicato è diventato il passaggio generazionale, tanto che a livello nazionale il 30% delle imprese sopravvive il passaggio dalla prima alla seconda generazione, 12% dalla seconda alla terza e solo il 3% dalla terza alla quarta. Su questi temi si ragionerà domani, mercoledì 6 luglio 2022 all’hotel Griso di Malgrate, con la presentazione del progetto Smart Capital creato da Andrea Costantini, imprenditore di terza generazione e attuale CFO  Agrati Group di Veduggio, straordinaria eccellenza italiana nel settore del automotive. 

Dottor Costantini, come nasce Smart Capital e quali obiettivi ha? 

«Smart Capital nasce da una volontà di mettere insieme imprenditori della Brianza e del Lecchese, che hanno o stanno gestendo aziende con una visione pro-libero mercato, orientati allo sviluppo della impresa privata. Ad oggi, in questo che definisco “club”, siamo una trentina di soci e il nostro aiuto si rivolge alle imprese che stanno faticando nell’attuare il passaggio generazionale o necessitano di competenze all’interno delle aziende, di un supporto nei processo decisionali e di internalizzazione, oppure di essere accompagnate alla quotazione in Borsa per continuare a crescere. In questo contesto ritengo essenziale una visione di umanesimo industriale, il che ci contraddistingue dai fondi stranieri, dato che la nostra volontà è quella di aiutare il tessuto industriale delle Pmi italiane senza mai staccarci dal territorio».

 Da quello che si evince è fondamentale l’accompagnamento nelle iniziative e non la sostituzione nella guida delle imprese 

«Sì. Noi investiamo sempre con l’obbiettivo di fornire supporto, con capitali e non, a colui che guida l’azienda e  per questo motivo siamo investitori di minoranza. Gli investimenti che vengono fatti sono sempre oggetto di lunghe selezioni da parte della holding. Se non avessimo questo modus operandi, perderemmo il nostro carattere distintivo».

 In cosa consiste l’evento del 6 luglio al Griso? 

«Prima di tutto, ci teniamo a presentare l’idea alla comunità lecchese. Riteniamo che il territorio sia ricco di opportunità e stimoli, il che speriamo porterà alcuni imprenditori a contattarci per entrare nel gruppo o anche solo invitarci a prendere parte alle loro iniziative, come già in qualche caso avviene oggi. La cornice offerta dal Griso è sicuramente adatta ad un evento che potrei definire “Open day” del progetto, il quale aiuterà non solo a mostrare come lavoriamo e i risultati che otteniamo, ma anche discutere delle maggiori problematiche che attanagliano le aziende, come il passaggio generazionale».

Come viene affrontato questo tema dalle Pmi italiane? 

«Noto l’Italia molto indietro e poco organizzata. Nonostante ciò, la pandemia e tutte le sue conseguenze hanno portato un vento di cambiamento e sono fiducioso che si possa migliorare questo aspetto. Il nostro lavoro vuole essere uno stimolo per abbracciare un cambiamento, pianificando le varie tappe, convincendo gli imprenditori che far entrare un socio o un investitore all’interno della propria azienda non deve essere un fattore negativo, ma un’opportunità per ampliare le competenze e discipline capaci di aiutare l’azienda su vari aspetti. Nessuno mette in dubbio la grande storia imprenditoriale del territorio lecchese e brianzolo, ma le difficoltà odierne e i processi di globalizzazione impongono un ammodernamento veloce e dinamico, attuato secondo piano strategici e passaggi ben pianificati. Il nostro “capitale paziente”, come mi piace definirlo, serve ad affrontare un tema molto delicato ma quanto mai urgente».

Seguici sui nostri canali