Mario Frigerio, 125 anni d’acciaio
Alla guida dell’azienda Emilia Tentori e sua figlia, Lucia Frigerio, ingegnere meccanico

Centoventicinque anni di storia per la Mario Frigerio di Molteno, oggi azienda capofila di MFL Group, un gruppo di società di ingegneria che progettano e costruiscono macchine per trafilatura, la cordatura e l'isolamento di fili, cavi e funi.
Mario Frigerio, 125 anni d’acciaio
Un gruppo industriale che nel 2021 ha raggiunto oltre 100 milioni di euro di fatturato e che occupa circa 450 dipendenti tra le cinque sedi produttive di Molteno, Badalogna in Spagna, Spinetoli in provincia di Ascoli Piceno e in Cina, cui si è aggiunta recentemente una nuova presenza in Germania dove il Gruppo ha acquisito un concorrente.
E se tutto è iniziato nel 1897 con il bisnonno Mario Frigerio e una macchina per fare il pane, oggi l’azienda è guidata da Emilia Tentori, amministratore delegato, e da sua figlia Lucia Frigerio, vicepresidente, insieme allo zio, omonimo del fondatore, che ricopre il ruolo di presidente, e dal figlio di quest’ultimo, Lorenzo Frigerio, anch’egli vicepresidente.
«Il bisnonno Mario lavorava in Fiocchi a quel tempo ma ebbe un incidente sul lavoro e con l’indennizzo che ottenne aprì la sua officina meccanica - racconta la vicepresidente Frigerio, rappresentante della quarta generazione di una famiglia imprenditoriale lecchese molto femminile e con in tasca una laurea in ingegneria meccanica al Politecnico di Milano - L’azienda nacque per la produzione di impastatrici grazie a un brevetto inventato dal bisnonno a inizio Novecento. Fino agli anni Quaranta l’azienda continuò con la produzione di impastatrici e lavorando per conto terzi. Il bisnonno guidò per poco l’azienda perché morì di polmonite e, con due figli da crescere, la bisnonna Emma decise di proseguire. L’azienda si specializzò nella trafilatura quando il nonno Camillo acquistò un brevetto per questa produzione e ottenne una commessa dall’acciaieria Riva. Nel secondo Dopoguerra l’azienda contava una trentina di dipendenti».
Gli anni Ottanta
La svolta arrivò negli anni Ottanta con la gestione di papà Marco. «Pensò che l’unico modo per crescere fosse creare un buon prodotto per la trafilatura, ovvero le macchine che ancora oggi vendiamo - prosegue - ma anche crearsi un mercato fuori dall’Italia. Lui strutturò le basi per quello che abbiamo oggi e portò l’azienda ad avere una sessantina di dipendenti». Papà Marco è mancato nel 2001, e proprio come la bisnonna Emma, anche Emilia Tentori, a 42 anni, ha deciso di portare avanti l’azienda insieme a sua figlia. «Mia madre ha fatto una scelta coraggiosa, ha deciso di prendere in mano l’azienda in un momento di forte crescita - sottolinea Lucia - Oggi tutti si fidano di lei dentro e fuori la Mario Frigerio. Io sono cresciuta in fabbrica, dopo scuola facevo i compiti lì. Ho scelto di studiare ingegneria meccanica perché mi piaceva, all’inizio l’idea non era di restare in azienda ma quando mia madre si è trovata sola, ho deciso tornare a casa e affiancarla».
Il portafoglio prodotti ampliato negli anni
Negli anni per poter crescere l’azienda ha ampliato il suo portafoglio di prodotti. «Siamo gli unici a produrre impianti completi per la filiera di filo in rame, acciaio e alluminio - sottolinea Lucia Frigerio - L’export per noi vale il 98% del fatturato. Realizziamo tanti prodotti diversi e li portiamo in altrettanti Paesi del mondo: questo ci ha sempre permesso di compensare gli sbilanciamenti del mercato». Nel primo anno di pandemia, ad esempio, l’azienda ha subito un meno 30% nel fatturato ma si è subito ripresa nel 2021. «Nel 2020 siamo rimasti fermi per una ventina giorni, poi siamo ripartiti subito - spiega - Il 2021 è stato un anno particolare: senza neppure una trasferta di lavoro abbiamo avuto il maggior numero di ordini di sempre per un totale di 200 milioni di euro». Più complessa la situazione da affrontare nel 2022. «I nostri clienti che ordinano oggi avranno la consegna nel 2023. Siamo pieni di ordini ma soprattutto le materie prime sono introvabili, quindi siamo passati da una media di 6 mesi per consegnare una commessa a 12/14 mesi - precisa - Nella maggior parte dei casi mancano i componenti elettronici e non si riesce a programmare la produzione a causa dell’incertezza». A questo si aggiunge l’aumento dei costi delle materie prime. «In molti stanno speculando, è sicuramente aumentato l’acciaio ma nell’ultimo trimestre qualsiasi materia ha visto i prezzi lievitare del 15%».
Lo stretto rapporto con Siemens
La Mario Frigerio però non si fa trovare impreparata ed è un’azienda in continua evoluzione. In questo percorso è importante lo stretto rapporto con Siemens e l’essere tra i soci fondatori dell’Associazione MindSphere World. «Siemens è il nostro principale fornitore di materiale elettrico e abbiamo deciso di lavorare insieme a MindSphere per sviluppare la digitalizzazione delle imprese - conclude la vicepresidente - La nostra sfida oggi è aumentare i servizi forniti da e per le macchine e per questo abbiamo aperto in azienda un nuovo dipartimento dedicato. Con l’Associazione promuoviamo una piattaforma (software più servizi) basata su Cloud per la raccolta e l’analisi dei dati relativi alla produzione che consente di utilizzare delle app dedicate all’ottimizzazione degli asset e dei processi. Non a caso stiamo valutando l’acquisizione di una società che fa servizi digitali»