Economia

"Il turismo deve ripartire in fretta, stiamo perdendo troppo tempo"

Gattinoni: «Le imprese soffrono. Stiamo ancora gestendo l’emergenza sanitaria con molta titubanza e poca lucidità»

"Il turismo deve ripartire in fretta, stiamo perdendo troppo tempo"
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Il turismo deve ripartire, ma dobbiamo fare in fretta perché stiamo perdendo troppo tempo e questa crisi di Governo aggrava ulteriormente una situazione già difficile». È questo l’appello accorato di Franco Gattinoni, presidente dell’omonimo gruppo specializzato nel Turismo Leisure (vanta una rete di 1.500 agenzie tra quelle in proprietà e affiliate), Business Travel e Mice (Meeting incentive convention eventi) che occupa oltre 500 persone. Gattinoni, lecchese doc, mercoledì scorso, è diventato anche presidente nazionale di Fto (Federazione Turismo Organizzato) che fa riferimento a Confcommercio.

"Il turismo deve ripartire in fretta, stiamo perdendo troppo tempo"

«Come associazione stavamo dialogando in modo costruttivo con le istituzioni, eravamo riusciti anche a fare squadra con le altre organizzazioni nazionali del turismo - Astoi di Confindustria, Fiavet, Avi e Assoviaggi di Confesercenti - È stato un lavoro impegnativo, fatto in questi ultimi mesi, ma che ci ha permesso di presentarci con un’unica voce per avere maggiore peso, ma adesso è tutto bloccato. Non si può fare una crisi di Governo in un momento così difficile e complicato per il Paese. Il turismo rappresenta 13.000 imprese, 75.000 addetti e in giro d’affari di 20 miliardi, il 13% del Pil nazionale…».

Di cosa stavate discutendo con il Governo?



«La priorità era lo sblocco del fondo da 625 milioni stanziato per il periodo febbraio-luglio 2020: è arrivato un po’ di ossigeno, ma non tutte le imprese hanno ancora ricevuto i ristori. E ovviamente abbiamo chiesto di rifinanziarlo per coprire il periodo agosto-dicembre e pure il periodo in cui resteremo fermi anche quest’anno. Poi stavamo discutendo di prolungare la Cassa integrazione - che scade ad aprile - sino a fine anno e individuare forme per stimolare la domanda protocolli sanitari per tornare a viaggiare. Speriamo di non dover ripartire da zero, non possiamo permettercelo, le aziende hanno bisogno di risposte rapide e adeguate al difficilissimo momento che stiamo vivendo».

 

Con quali sensazioni avete iniziato il nuovo anno?



«Dopo un anno drammatico, ci aspettavamo di ripartire prima e con maggiore sicurezza. Invece stiamo ancora gestendo l’emergenza sanitaria con molta titubanza e poca lucidità, sui vaccini siamo in ritardo e ovviamente tutto questo si ripercuote negativamente sulla ripartenza».

 

Quando si tornerà a viaggiare? Quest’estate potremo andare in vacanza?



«A Pasqua ci sarà un po’ di turismo di prossimità, ma noi lavoriamo con il turismo organizzato, con gli stranieri, con il business travel: tutti settori ancora fermi. La gente ha voglia di ripartire e di tornare a viaggiare; molte coppie di neo sposi, ad esempio, stanno venendo in agenzia per chiedere informazioni e riprogrammate il viaggio di nozze che avevano sospeso durante il lockdown. L’estate 2021 sarà simile a quella dell’anno scorso, non straordinaria ma sufficiente per generare un po’ di ottimismo».

Cioè?

«Sarà un altro anno all’insegna delle vacanze italiane. Le destinazioni principali saranno Sicilia, Sardegna, Puglia, Calabria e Toscana. Poi speriamo di inserire anche qualche meta estera come Egitto, Emirati Arabi e Maldive. Dobbiamo tornare a vivere e possiamo farlo organizzandoci bene, decidendo le regole e programmando i protocolli sanitari per garantire la sicurezza di tutti. Tenere tutto chiuso, tutto fermo e diffondere allarmismo a piene mani non fa bene a nessuno…».

Che aria si respira nelle agenzie di viaggio?



«C’è rabbia e delusione. Sono ferme da marzo 2020, sono riuscite a lavorare un paio di mesi quest’estate e ora sono aperte ma con un’attività molto, molto contenuta. Adesso hanno bisogno di certezze per ripartire».

 

C’è il rischio che molte attività chiudano?



«Purtroppo sì. Le aziende patrimonializzate che andavano bene prima del lockdown resteranno sul mercato, quelle che facevano fatica sono destinate a chiudere. Questo vale per le agenzie viaggi, per i tour operator, per chi opera nel settore degli eventi e per tutta la filiera legata al turismo».

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