Analisi di PoliS Lombardia sul lavoro: ecco tutti i dati

Per quanto riguarda Lecco spicca il dato relativo all'industria. Questo settore infatti il costituisce  34,6% delle nuove occupazioni nel territorio della nostra provincia.

Analisi di PoliS Lombardia sul lavoro: ecco tutti i dati
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Analisi di PoliS Lombardia sul lavoro: ecco tutti i dati.

Analisi di PoliS Lombardia sul lavoro

A pochi giorni dalle celebrazioni del Primo Maggio, il tema lavoro è ancora vivo e, come riporta  gornaledeiNavigli.it a parlarne, dati alla mano e con numeri che spingono a una riflessione collettiva, è Polis Lombardia, l’Istituto regionale per il supporto alle politiche della Lombardia. Si parla di lavoro, ma anche di licenziamenti.

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Per quanto riguarda Lecco spicca il dato relativo all'industria. Questo settore infatti il costituisce  34,6% delle nuove occupazioni nel territorio della nostra provincia.

Lavoro: alcuni numeri

Sono complessivamente 169 le unità produttive in Lombardia che hanno avviato, dall’inizio del 2019, una procedura di licenziamento collettivo previsto per 2.823 lavoratori. Mentre sono 46 quelle che hanno fatto ricorso alla Cassa integrazione guadagni straordinaria (CIGS). È quanto emerge dal report realizzato nei giorni scorsi da PoliS-Lombardia. In particolare, sul fronte licenziamenti, risulta che il numero di aziende, 169, è rimasto invariato rispetto al terzo quadrimestre del 2018, mentre si registra un calo dei lavoratori coinvolti, passati da 3.559 a 2.823. Un numero comunque superiore al periodo gennaio-aprile 2018, quando, a fronte di 219 imprese coinvolte, il numero dei dipendenti interessati era 1.994.

Analisi di PoliS Lombardia: il direttore Fulvio Matone

Complessivamente, nel 2018 le procedure di licenziamento collettivo sono state 466, di cui 388 regionali (con 101 esami congiunti) e 78 ministeriali. Discorso diverso per la CIGS, che per numero di aziende, 46, non registra una sostanziale modifica (erano 43 nel terzo quadrimestre del 2018 e 46 tra gennaio e aprile dell’anno scorso), ma cresce il numero dei lavoratori: 1.663 nel primo terzo 2018, 2.413 tra settembre e dicembre, fino a 2.753 da gennaio ad aprile 2019. “La ragione – spiega Fulvio Matone, direttore generale di PoliS-Lombardia – è da ricercare in alcune variazioni normative introdotte nel 2018, che hanno determinato la possibilità di proroga della CIGS per tutte le aziende oltre il termine massimo previsto in precedenza e introdotto l’estensione della cassa anche per le attività produttive che hanno deciso di cessare l’attività. Questo – prosegue Matone – ha determinato un sensibile aumento del numero, che crescerà anche nei prossimi mesi, delle procedure che prevedono un accordo sindacale presso il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali”.

La distribuzione nelle città lombarde

Rispetto alle 46 unità produttive che hanno avviato la cassa, è Milano, con 10 (nel primo quadrimestre del 2018 erano 19) e 917 lavoratori, a guidare la classifica. Seguita da Como con 7 aziende (era solo 1) e 504 dipendenti, da Bergamo (349), Brescia (303) e Varese (135) con 6 (nello stesso periodo dell’anno scorso erano rispettivamente 1, 4 e 6), Mantova (242 lavoratori) con 5 (era 1), Monza e Brianza (245 dipendenti) con 4 (erano 3), per finire con Lecco (57) e Lodi (1) con 1 azienda (come nel 2018). Rispetto al terzo quadrimestre 2018, si registra un’inversione di tendenza dell’area produttiva di Monza e Brianza, dove i lavoratori destinati alla cassa erano 1.113, seguiti da Como con 607, Varese con 244 e Milano con 242. Poi Lodi (92) e Brescia (75). I dati sono comunque molto dinamici e possono cambiare da un giorno all’altro, spostando sensibilmente i risultati relativi a ciascun territorio.

Anche alcuni “numeri” positivi

Parlando invece di numeri incoraggianti, i settori che registrano saldi positivi crescita occupazionale sono l’industria e le costruzioni. Secondo un’altra indagine condotta da PoliS-Lombardia, nel 2018 sono stati 1.589.000 gli avviamenti al lavoro in aziende o unità locali d’imprese con sede in Lombardia. Gli avviamenti nel 2017 erano stati 1.500.131, mentre le cessazioni 1.378.432, contro il 1.521.000 del 2018. Nello studio eseguito da PoliS-Lombardia sono stati esclusi i contratti di durata giornaliera, circa 380.000 nel 2018. Tra gli avviati, il 44,1% sono donne. In particolare sono l’industria e le costruzioni che registrano i saldi più positivi e alti rispetto al 2017, con, rispettivamente un + 36,2% e un + 22,4%.

In flessione il settore, storicamente più dinamico, dell’agricoltura, dove, a fronte di un aumento del 5,4% degli avviamenti rispetto allo stesso periodo del 2017, si registrano però cessazioni per il 34,7%, con un calo degli addetti di 2.479 unità. Positivo il settore commercio e servizi, con una crescita di 47.755 occupati, anche se il saldo è in flessione, -51,2%, rispetto all’anno precedente. I saldi in crescita riguardano soprattutto le province di Pavia, Lodi e Cremona. Le altre registrano un segno più, ma con valori più bassi rispetto al 2017. L’industria con il 18,3% risulta il settore a più forte dinamica del mercato, anche se sono i servizi, con il 72,7% a guidare la classifica degli avviamenti.

Analisi di PoliS Lombardia: Industria e servizi

A livello territoriale, l’industria costituisce il 34,6% delle nuove occupazioni nel territorio di Lecco, il 28,8% a Bergamo, il 30% a Brescia e il 23% a Varese. Rispetto alla tipologia di contratto, il saldo negativo (-37.374) degli avviamenti a tempo indeterminato (che sono stati 355.078, cioè il 22% del totale) viene compensato dalla crescita delle trasformazioni dei contratti da termine a indeterminato (+51.734). Infatti nel 2018 le trasformazioni sono state 95.444, mentre nel 2017 erano state 43.710. Gli avviamenti che richiedono qualifiche alte e, di norma, titoli di studio universitari o post secondari sono stati il 21%, mentre il 30% è avvenuto per professioni a bassa qualifica. Su circa 1.200.000 persone avviate al lavoro nel 2018 (alcune due o più volte durante l’anno, escludendo i 380.000 con un contratto giornaliero), il 74,4% sono italiani, il 19,8% extracomunitari e il 5,4% stranieri del territorio UE. La distribuzione complessiva è invariata tra il 2017 e il 2018, anche se si registra una crescita del 6,2% di italiani, del 9,3% di extracomunitari e dell’1,7% di comunitari. Sono i giovani ad avere il maggior numero di avviamenti annuali: il 51,4% del totale ha meno di 34 anni. Anche se trovano occupazione per periodi più brevi e con contratti meno stabili. Gli over 50 sono il 15% della movimentazione del mercato.

Lombardia in controtendenza rispetto alla Nazione

PoliS-Lombardia tratta anche l’occupazione lombarda: nel quarto trimestre del 2018, la Lombardia registra una crescita dell’occupazione rispetto sia al periodo luglio/agosto/settembre sia all’anno precedente. In controtendenza rispetto al dato nazionale, dal quale emerge una diminuzione delle persone occupate nei confronti del trimestre precedente (meno 0,2%, pari a -36.000 lavoratori), la Regione della rosa camuna segna un + 1,8%, confermando un trend positivo anche rispetto allo stesso periodo del 2017 (+ 1,6% circa). In valore assoluto, il numero di occupati, rispetto al terzo trimestre 2018, cresce di 76.869 unità (da 4.384.867 a 4.461.736) e di 68.706 nei confronti dell’ultimo quarto del 2017, quando il totale degli occupati in Lombardia era 4.393.030. L’incremento dell’occupazione presenta valori differenti tra maschi e femmine: per i primi, infatti, si è registrato un aumento dello 0,52% (dai 2.508.619 occupati del periodo luglio/agosto/settembre 2018 ai 2.521.570 di ottobre/novembre/dicembre); per le seconde, invece, l’occupazione è cresciuta del 3,4%, essendo passate da 1.876.248 a 1.904.166. Il tasso di disoccupazione si attesta al 6,1%, con un livello più alto per le femmine (7,5%) rispetto ai maschi (5,0%).

Giampaolo Montaletti

“A influenzare il dato – spiega Giampaolo Montaletti, dirigente dell’Unità organizzativa occupazione, supporto alle politiche e sistemi informativi – vi è principalmente il ritorno degli inattivi sul mercato del lavoro, con azioni di ricerca di una nuova occupazione. Fra gli inattivi, registriamo anche una riduzione di tutti i fenomeni di scoraggiamento”. Un fenomeno rilevato da Istat anche a livello nazionale, dove il tasso di occupazione si attesta al 58,6%, ma con un andamento tendenziale annuo in crescita dello 0,4%.

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