"Vivere la paura", presentato il libro di Elisa Veronesi e Paolo Maria Manzalini
L’evento, organizzato da Inner Wheel Club Lecco, si è tenuto lunedì scorso all'Officina Badoni

Come vivere la paura in modo consapevole e costruttivo? Un pubblico attento e coinvolto ha seguito nel pomeriggio di lunedì scorso, 24 febbraio 2025, all’Officina Badoni di Lecco la presentazione del libro "Vivere la paura" di Elisa Veronesi e Paolo Maria Manzalini, edito da San Paolo. L’evento è stato organizzato da Inner Wheel Club di Lecco e rientra nel programma culturale ideato per quest’anno sociale dalla presidente Monica Valli.

"Vivere la paura", presentato il libro di Elisa Veronesi e Paolo Maria Manzalini
Al centro dell’attenzione dei due autori, psicoterapeuti, la volontà di proporre con il loro lavoro "un viaggio nell’emozione più antica e potente", la paura appunto, letta come una grande e ricca risorsa. "Ed è davvero una risorsa anche questo libro poiché ci offre le strategie per una gestione sana della paura e ci consente di cogliere anche tutte le potenzialità del nostro essere umani, non ultime le relazioni della vita sociale", le parole della presidente Monica Valli, come introduzione all'incontro.
Il libro nasce nel 2021, hanno spiegato gli autori, quando il mondo si trovava nel bel mezzo di una situazione, quella della pandemia, che evidentemente ha scosso tutte le persone a livello globale, non solo nel nostro Paese. Da qui il tema della paura, un tema che era di grossa attualità ed è continuato ad esserlo anche in questi anni. Da quando il libro è stato concepito a quando è stato completato, infatti, si sono verificati altri fatti: si sono addensati altri scenari a livello internazionale, che sono quelli della guerra, in particolare dell'invasione dell'Ucraina da parte della Russia (avvenuta prima che il libro andasse in stampa), che ha fatto nuovamente riemergere un sentimento di paura.
"Quella della paura non è un'esperienza che abbiamo scoperto in questo inizio del primo quarto di nuovo secolo, di nuovo millennio, bensì un'esperienza che è connaturata all'essere umano; un'esperienza che esiste da sempre - ha spiegato il dottor Paolo Maria Manzalini, medico psicologo clinico responsabile della Struttura Semplice dell’Area territoriale Psichiatrica della ASST Brianza, promotore inoltre della rassegna far Rumore-Azioni per la salute mentale - La paura ci accompagna da sempre, cioè da quando i nostri antenati, i nostri genitori, hanno incominciato a erigersi nella postura eretta e a camminare, distinguendosi dalle altre specie viventi".
Alcuni studiosi ritengono che senza la paura la specie umana si sarebbe estinta molto, molto, molto tempo fa. "Durante la pandemia tutti abbiamo vissuto intensamente la paura - prosegue Manzalini - però noi che facciamo i clinici sappiamo che molti dei disturbi, piuttosto che semplici disagi, sono legati a quel sistema clinico funzionale che noi chiamiamo sistema di difesa". La paura probabilmente ha salvato la nostra specie dall'estinzione. Oggi noi abbiamo paura dei ladri, abbiamo paura di attraversare la strada e qualche volta abbiamo paura per i nostri cari che non sono vicini. Abbiamo paura di cose che qualcun altro ci dice. Ma perché si ha paura? "I nostri primi antenati - spiega Manzalini - avevano paura di cose che erano pericolosissime per la vita. Quindi noi abbiamo unito l'allerta sulle minacce. Come specie ci siamo salvati perché siamo un po’ paurosi. Perché la paura che cosa ci fa? Ci fa mettere al sicuro".
"Nella nostra specie è davvero fondamentale questa esperienza. Quindi abbiamo voluto chiederci: 'che cosa fa di buono per noi la paura?' - ha preso la parola la dottoressa Elisa Veronesi, dirigente psicologo dell’Azienda Socio Sanitaria ASST Brianza, esperta in Compassion Focused Therapy e Mindfulness, specializzata in orientamento relazionale sistemico - Perché possiamo pensare di avere un approccio con questa emozione che ci dà delle sensazioni così brutte? Proprio perché è importante, possiamo invece pensare di avere un approccio un pochino più funzionale, che ci porti cioè a comprenderla, a valutarla, a provare, a sentire che ha un senso dentro la nostra vita, dentro la nostra specie".
"Con la paura dobbiamo imparare a fare un po’ i conti, perché viviamo invece in una società che nei decenni scorsi ha cercato quasi di cancellarla, di negarla, come se la paura fosse un elemento di debolezza e di fragilità, come se i paurosi non avessero diritto di stare in mezzo alle altre persone e alle situazioni normali - prosegue la dottoressa Veronesi - In realtà la paura è un'emozione magari un po’ fastidiosa, questo possiamo riconoscerlo senza problemi, però esiste, è nel pacchetto di cui tutti noi siamo dotati, insieme anche ad altre emozioni che non ci piacciono molto. Interessante anche la relazione tra paura e coraggio nella chiave di lettura che hanno proposto i due autori. C’è stata nei decenni precedenti tutta un'enfasi sul coraggio. Quasi come se il coraggioso fosse colui che non sente paura". E invece... "Nel libro lo diciamo in maniera molto chiara che coraggioso non è colui che ha cancellato la paura dalla dalla sua esperienza, ma coraggioso è colui che la riconosce - hanno spiegato Manzalini e Veronesi - A questa paura sa dare un nome, la sa anche inquadrare bene e poi decide come poterla affrontare. Questa è la descrizione di coraggioso che noi amiamo sottolineare".
Numerose le domande del pubblico, anche in relazione alle paure nell’adolescenza, a cui gli autori dedicano un capitolo del libro. Presente in sala anche il direttore della struttura complessa di Psichiatria di ASST Lecco, Simonetta Martina, che è intervenuta sottolineando la capacità del testo di offrire un ampio spettro di lettura, anche di facile consultazione.
La serata, che aveva una finalità benefica, si è chiusa nella bella cornice della sala conferenze dell’Officina Badoni con un rinfresco.