Commenti su: Turismo a Lecco, com'è lo stato di salute? Il parere del patron del Gruppo Gattinoni

Antonio Enrico Maria Attanasio

Parto dalla pista ciclabile, che anche per me è uno schifo, e faccio notare che non hanno realizzato una “ciclabile”, ma un “ciclopedonale”. E poi faccio notare che difficilmente arriverà mai ad Abbadia e che, quando anche dovesse arrivarci, poi si fermerebbe lì, convogliando i ciclisti sulla SP72 a farsi arrotare dalle auto e dai TIR. Da anni vado dicendo che il tracciato ideale non è a lago rispetto alla SS36, ma a monte, con partenza da via Spluga e via Stelvio e proseguimento in costa, sfruttando dove possibile le coperture della ferrovia, fino ad arrivare sopra la galleria di svincolo di Abbadia e proseguire verso Borbino, innestandosi sul Sentiero del Viandante che, con qualche lavoro, può portare fino a Colico con un tragitto saluberrimo e panoramicissimo. Per quanto riguarda il lungolago, andrebbe chiuso al traffico e trasformato in un parco a lago fino al Monumento a Stoppani. Noto percò anche, con un certo rammarico, la mentalità “meridionale” (senza offesa per i meridionali!) che si sta impossessando dei lecchesi, che ormai sono abituati a pretendere e aspettarsi interventi pubblici nel settore del turismo. I suggerimenti che ho dato più sopra sono nell’interesse dei lecchesi ed è quindi ovvio che la realizzazione deve essere carico del Comune, con la collaborazione degli altri enti pubblici coinvolti. Ma chi dovrebbe realizzare le “strutture ricettive”? Spero che non si pretendano interventi pubblici, né diretti, né sotto forma di privilegi o facilitazioni. In un’economia di mercato, se i privati non costruiscono alberghi, è semplicemente perché non ritengono che avrebbero abbastanza clienti. Anche l’idea del “porto turistico” mi fa piangere. Comporterebbe, se non una spesa diretta degli enti pubblici, sicuramente una concessione di spazi pubblici ai gestori privati del porto turistico. Già questo non va bene, ma poi chi garantisce che quel porto servirebbe e genererebbe quindi entrate superiori alle uscite? Di porticcioli turistici ce ne sono già a Lecco e nei Comuni vicini, e non sembra che siano affollati al punto da giustificarne un altro. È vero che la crisi in atto non sta colpendo i super-ricchi, ma quelli mica vengono a solcare le acque del nostro lago o a ormeggiare qui le loro barche per l’inverno. La crisi sta colpendo la classe media, quella che sta seriamente pensando di disfarsi delle barche, non di acquistarne. Purtroppo vedo in giro una faciloneria e una superficialità da paura. O forse si tratta di povera gente che viene convinta a fare da claque a quei pochi (architetti, ingegneri, urbanisti, costruttori) che sicuramente guadagnerebbero dalla costruzione di certe infratrutture, sia che queste poi servano veramente, sia che non servano. E poi anche parlare della “qualità” degli esercizi pubblici vuol dire non aver mai girato per Lecco. Ristoranti e bar di buona qualità ce ne sono, ma il loro numero è sufficiente. Se non lo fosse, qualche imprenditore del settore avrebbe già riaperto il locale sul lungofiume poco prima del Ponte Vecchio e si sarebbe assicurato quei locali inutilizzati da anni in via Raffaello, a uno sputo dal lago e dalla passeggiata...