San Pietro al Monte: arte, tecnica e spiritualità in una serata dedicata al gioiello romanico di Civate
San Pietro al Monte: arte, tecnica e spiritualità in una serata dedicata al gioiello romanico di Civate

Il complesso benedettino di San Pietro al Monte, sospeso tra arte, fede e paesaggio sulle pendici del Monte Cornizzolo, è da tempo oggetto di studi e ammirazione in ambito internazionale. A renderlo celebre è soprattutto la straordinaria integrità di numerosi elementi originari, come il ciborio, gli affreschi e le architetture romaniche giunte quasi intatte fino a noi.
A questo patrimonio inestimabile è stata dedicata la serata del 14 luglio 2025, promossa dalla Fondazione Comunitaria del Lecchese presso l’elegante Sala Neogotica dell’Officina Badoni a Lecco. Un evento partecipato e sentito, che ha voluto rendere omaggio al valore artistico e spirituale del monumento civatese, riconoscendone anche il ruolo identitario per l’intera comunità.
San Pietro al Monte: arte, tecnica e spiritualità in una serata dedicata al gioiello romanico di Civate
Nel saluto iniziale, la presidente della Fondazione, Maria Grazia Nasazzi, ha sottolineato l’importanza del sito e il merito delle associazioni che ne custodiscono la vitalità. Tra queste, in primo piano gli Amici di San Pietro, rappresentati dal giovane presidente Andrea Valsecchi, che ha ricordato il cinquantennale dell’associazione, esempio concreto di impegno culturale e civile. La serata ha visto anche la partecipazione del sindaco di Civate, Angelo Isella, e di Claudio Butti, direttore della Casa del Cieco, ulteriore conferma del forte legame tra il paese e “il suo San Pietro”.
Affreschi romanici: arte, tecnica e maestranze
Fulcro dell’incontro è stato il dialogo tra due esperti d’eccezione: il professor Marco Rossi, docente di Storia dell'Arte Medievale all’Università Cattolica di Milano e autore di un recente volume comparativo tra le pitture di Civate e Galliano, e il maestro restauratore Giacomo Luzzana, protagonista negli ultimi quarant’anni della conservazione del complesso monastico.
Moderati da Umberto Calvi dell’Associazione Giuseppe Bovara – Archivi di Lecco e della Provincia, i due relatori hanno condotto il pubblico in un affascinante percorso tra iconografia, tecnica pittorica e storia della decorazione muraria romanica. In particolare, il professor Rossi ha mostrato analogie stilistiche tra gli affreschi civatesi e lacerti coevi in altre chiese lombarde, suggerendo l’operato di gruppi di maestranze itineranti, più che di singoli autori.
Il maestro Luzzana, dal canto suo, ha condiviso preziose osservazioni frutto di un lavoro pluridecennale: nella decorazione dell’ingresso, che comprende il Giudizio Universale e le cappelle laterali, ha identificato almeno tre mani diverse, a conferma della complessità e del valore tecnico del cantiere. Particolarmente notevoli le condizioni di conservazione del Giudizio Universale, testimonianza di una maestria assoluta nell’uso dell’affresco.
Il ricordo di don Gatti
A chiudere la serata, un commosso ricordo di don Vincenzo Gatti, scomparso dieci anni fa, figura fondamentale per la riscoperta e la valorizzazione del complesso. Fu proprio lui a coinvolgere Luzzana all’inizio del lungo e accurato restauro che ha restituito al mondo uno dei più importanti monumenti dell’arte romanica europea.