Una vita da social: domani a Lecco il camper della Polizia Postale

Campagna educativa itinerante sui temi dei social network e del cyberbullismo 2 studenti su 3 sono vittima di bullismo 1 teenager su 4 posta sui social almeno un selfie al giorno.

Una vita da social: domani a Lecco il camper della Polizia Postale
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E' partita da Matera, capitale europea della cultura, la 6^ edizione di “Una Vita da Social”, la campagna educativa itinerante realizzata dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e del Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, nell’ambito delle iniziative di sensibilizzazione e prevenzione dei rischi e pericoli della Rete per i minori.

Una vita da social

I social network sono ormai uno strumento di comunicazione del tutto integrato nella quotidianità dei teenager e in virtù del numero sempre maggiore degli adolescenti presenti sul web hanno determinato una crescita esponenziale dei minori vittime di reati contro la persona che negli anni è raddoppiato:dai 104 casi registrati nel 2016 si è passati a 177 nel 2017 e 208 casi trattati nel 2018, le vittime hanno tutte un’età compresa tra i 14 e i 17 anni.

Ancora oggi i ragazzi si esprimono e sembrano pensare che il web sia un po’ “una terra di nessuno”, dove si scambiano messaggi e post senza pensarci troppo e le azioni online vengono valutate spesso come un gioco privo di conseguenze.

Domani a Lecco il camper della Polizia Postale

Nella città di Lecco il tour farà tappa la mattinata del 7 maggio nella Piazzetta interna al Centro Commerciale “Le Meridiane La manifestazione prevede la visita guidata del truck della Polizia Postale e delle Comunicazioni da parte degli studenti della scuole primarie di II° dalle ore 9.00 alle ore 13.00. Nell’arco della mattinata verranno anche premiate le scolaresche vincitrici della 2^ edizione del concorso “A scuola con il Commissario Mascherpa”. Iniziative collaterali saranno la dimostrazione dei cinofili della Polizia di Stato e l’esibizione del Campione del Mondo 2018 specialità trial, Matteo Grattarola, atleta Fiamme Oro.

Selfie-mania

Tra i giovani è ormai acclarata la selfie-mania. È questa una delle evidenze di una ricerca condotta da Skuola.net, Università di Roma ‘Sapienza’ e Università Cattolica di Milano per conto della Polizia di Stato – intervistando 6.671 giovani tra gli 11 e i 25 anni. Il selfie è sempre più caposaldo della propria identità per le nuove generazioni. La metà del campione ne scatta almeno 4 prima di pubblicarlo sui social, cosa che avviene con frequenza almeno settimanale in 9 casi su 10.

Il web è letteralmente inondato di immagini che li ritraggono, raccontando molto di sé, della propria identità e magari dei luoghi frequentati, con tutti i rischi del caso.

L’attrazione per il selfie alle volte è tale da spingere i giovani a mettersi deliberatamente in una situazione di pericolo. Il 35% dichiara di aver provato a farsi un autoscatto in condizioni potenzialmente pericolose, prevalentemente alla guida del motorino o della macchina. Come anche testimoniano i casi di cronaca con esiti letali, a cimentarsi con queste pratiche sono prevalentemente i maschi, verso i vent’anni, con un rendimento culturale o accademico o molto basso o molto elevato.

Un selfie viene pubblicato su un qualunque social network prevalentemente una volta a settimana (63%), mentre ciò accade una volta al giorno nel 14% dei casi e più volte al giorno nel 13% dei casi. A conti fatti 1 su 4 ne posta almeno una volta al giorno, mentre 9 su 10 almeno una volta a settimana.

Ovviamente il risultato deve essere il migliore possibile. Quindi la metà dei soggetti intervistati ne scatta almeno 4 prima di procedere alla pubblicazione di uno di essi. Anche perché se si posta un’immagine che non riceve abbastanza “mi piace”, il 31% si dichiara abbastanza/molto propenso a cancellarlo, contro il 38% che non è per nulla propenso. Sono abbastanza/molto propensi a cancellarlo i più giovani e quelli con un basso rendimento scolastico.

“Daredevil selfie”

Non è un gioco da ragazzi, ma quasi un lavoro da agenzia pubblicitaria. Il 52% in media passa 10 minuti a modificare e a descrivere (con commenti o didascalie) un selfie prima di pubblicarlo. Sono prevalentemente le femmine e i più giovani (meno di 17 anni). Il 36% usa spesso i filtri per i propri autoritratti. Che soddisfano globalmente il 53% del campione.

Ci sono delle correlazioni anche con il contesto familiare. A conferma del fatto che le famiglie rivestono un ruolo chiave nell’educazione dei figli, sia negli ambiti tradizionali che nei nuovi ambiti digitali. Ad esempio c’è una certa prevalenza di soggetti provenienti da famiglie con titolo di studio più modesto tra quelli più propensi al selfie pericoloso (il cosiddetto “Daredevil selfie”). Al contrario i ragazzi che si “limitano” a postare non più di un selfie a settimana sui social devono fare i conti con genitori con elevato titolo di studio.

Attraverso il progetto “Una vita da social”, gli operatori della Polizia Postale e delle Comunicazioni hanno incontrato oltre 1 milione e 700 mila studenti sia nelle piazze che nelle scuole, 180.000 genitori100.00 insegnanti per un totale di 15.000 Istituti scolastici250 città raggiunte sul territorio e due pagine twitter e facebook con 126.000 like e 12 milioni di utenti mensili sui temi della sicurezza online.

#ZEROBULLISMO 

“Capire i ragazzi oggi non è sempre per gli adulti compito agevole, soprattutto quando si tratta di comprenderne i bisogni, i modelli di riferimento, gli schemi cognitivi inerenti i diversi gruppi di riferimento che compongono il variegato universo giovanile. “Il fascino della rete e la sottile suggestione del messaggio virtuale, cosi come l’idea di sentirsi anonimi e il senso di deresponsabilizzazione rispetto ai comportamenti tenuti online, stanno dilagando così da determinare serie preoccupazioni. Per fare della Rete un luogo più sicuro crediamo tuttavia che occorra continuare a diffondere una cultura della sicurezza in rete e in questo contesto si inserisce il concorso #ZEROBULLISMO per un uso corretto e consapevole del webIl concorso ha l’obiettivo di raccogliere proprio dai ragazzi il loro contributo per parlare del bullismo e come affrontarlo. I ragazzi potranno proporre video, sceneggiature, poesie e canzoni per raccontare il loro punto di visto, direttamente sul sito zerobullismo.com. Tutto il materiale verrà valorizzato  e messo a disposizione delle scuole per trattare il tema durante il prossimo anno scolastico”.

I dati  in Lombardia

Nel 2018 in Lombardia - dichiara il Dott. Salvatore La Barbera Dirigente del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni per la Lombardia, -  ritenendo che la prevenzione e la formazione possano essere gli strumenti maggiormente efficaci per far conoscere a studenti, genitori e insegnanti strumenti e pericoli connessi alla navigazione web, sono stati effettuati in quest’ottica circa 200 incontri e informati oltre 15000 studenti, 1800 docenti e 2000 genitori. L’attività repressiva in Lombardia, nel contempo ha prodotto durante i casi trattati, 92 perquisizioni per  detenzione e diffusione di materiale pedopornografico, 81 persone denunciate e 1 arrestata per questo tipo di reati.

 

 

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