Ultimo saluto a papà Stefano Vismara, "Ci hai lasciato in eredità la capacità di amare"
La figlia Sara: "Ha compiuto un percorso interiore che lo ha portato a superare una miserabile ideologia spezzando la fragilità del corpo e scoprendo che siamo come un'isola che se esplorata non definisce i suoi contorni ma quelli del mare intero".

Una folla addolorata ha detto addio nel pomeriggio di oggi, martedì 6 settembre 2022, a Stefano Vismara, morto a 59 anni. La chiesa della frazione calolziese del Pascolo è stata incapace di contenere le tantissime persone che anno voluto salutare un uomo buono, un padre speciale, che ha lottato a lungo contro una malattia che lo ha stroncato inesorabilmente. Originario di Vercurago, dove abitava poco lontano dal lago, Vismara era uno storico dipendente della Carlo Salvi di Garlate.
Ultimo saluto a papà Stefano Vismara
La cerimonia commossa e commovente è stata celebrata dal parroco don Andrea Pirletti insieme a don Erasmo Rebecchi parroco di Galbiate che con le loro parole hanno tentato di donare conforto alla moglie Paola, ai figli Alessandra, Sara e Mattia, alla mamma Silvana e ai fratelli.







Stefano Vismara, un cercatore di speranza
"Oggi noi non siamo qui per Stefano, siamo qui con Stefano. - ha detto don Andrea durante l'omelia - La storia di Stefano, in questi anni di malattia incontrando la parola di Dio è diventata una storia di bene e di speranza. Stefano è stato un cercatore di Speranza. Si è presentato così la prima volta che l'ho conosciuto, tra l'altro ad un funerale. Dopo la cerimonia mi ha chiamato definendosi proprio così e quelle parole che ha usato per descriversi in quell'occasione sono state la forza che ha cercato per sostenere la sua vita. Lui ha cercato e trovato la grazia nell'amore gratuito, disinteressato. "
La figlia Sara: "La differenza tra vivere e morire è solo un battito"
"Nel cuore conserviamo nel cuore il ricordo di una persona straordinaria, con una intelligenza raffinata - ha detto la figlia Sara - Tutti noi siamo piccolissimi di fronte all'immensità di questa vita. Di fronte alla morte e al dolore siamo pulviscolo, siamo fragili. Ma è proprio davanti alla fragilità che ci rendiamo conto di quanto sia preziosa la vita. E' come una colonna portante, ma è anche un'ombra che talvolta ci lega a un palo come una catena. La consapevolezza che papà ha raggiunto con questa malattia è che la differenza tra vivere e morire è solo un battito e un sospiro. Ha compiuto un percorso interiore che lo ha portato a superare una miserabile ideologia spezzando la fragilità del corpo e scoprendo che siamo come un'isola che se esplorata non definisce i suoi contorni ma quelli del mare intero. Spero che questa sia una lezione che ci porteremo tutti dentro. Ricorderemo papà come una persona semplice e complessa. Lui ci vorrebbe sorridenti, felici e consapevoli della fortuna che abbiamo avuto a vivere insieme".
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Il ricordi dei colleghi
Sincero, appassionato, colmo di gratitudine il ricordo letto a nome dei colleghi della Carlo Salvi:
Caro Stefano se siamo qui e perché, in qualche modo, le nostre vite si sono incrociate e i tuoi modi gentili, la passione per il tuo lavoro, il tuo entusiasmo coinvolgente, la tua straordinaria ironia, le tue qualità umane ed il tuo sorriso non c’hanno lasciato indifferenti. Se siamo qui è perché ci hai dimostrato che anche nei momenti più bui e difficili vale sempre la pena di lottare e non perdere la speranza. Se siamo qui è perché c’è mostrato che il valore di un uomo va oltre il suo stato fisico, che la dignità non viene cancellata dalla malattia. Ci hai insegnato che non c’è tempo per serbare rancore, per i litigi e per le incomprensioni. Ci hai insegnato che la sincerità e l’integrità morale sono ancora dei valori. Se siamo qui è perché c’è insegnato che i sentimenti vanno dimostrati che non dobbiamo avere paura di dire a qualcuno che gli vogliamo bene. Se siamo qui oggi è per ringraziarti del tempo trascorso insieme e dei tuoi preziosi insegnamenti. Siamo qui per farti sentire il bene che ti vogliamo".
"Ci hai lasciato in eredità la capacità di amare"
"Insieme ai tuoi figli, che sono lo specchio sincero della tua anima ci lasci in eredità la tua capacità di amare - ha chiosato un amico di famiglia - Quell'amore che ha saputo unire tutti. L'ultima cosa che mi hai chiesto, quando ancora riuscivi a parlare, è stata quella di scrivere un libro che parlasse di famiglia. Quando ho obiettato che ero la persona meno indicata per farlo tu mi hai detto che non era vero, perchè io facevo parte della tua famiglia. Ecco Stefano, questo sei tu: un uomo che anche quando non può che sussurrare faticosamente i suoi pensieri, ti disarma con una frase piena di amore. Non so caro amico mio se mai scriverò quel libro che mi hai chiesto, ma una cosa la so e me la hai insegnata tu: quando si instilla amore nel mondo, questo si propaga!"
Mario Stojanovic