Retesalute, un sindaco e tre assessori provano a stanare il presidente Salvioni

Chiedono di prendere contatto con Oggiono, Nibionno, Ello e Sirone che già nel 2017 hanno espresso la volontà di aderire all'azienda speciale.

Retesalute, un sindaco e tre assessori provano a stanare il presidente Salvioni
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Nuovo capitolo nella vicenda Retesalute. Dopo la ormai famosa notte dei lunghi coltelli che ha visto l'improvvisa frattura dell'assemblea e del CdA nella serata di lunedì scorso e le numerose reazioni alla scelta di una fronda di sindaci del Pd di mettere in stallo il piano di rilancio, ecco una nuova presa di posizione. Che arriva da un sindaco e quattro assessori intenzionati a "stanare" il CdA e in particolare il presidente Alessandro Salvioni.

Retesalute, un ordine del giorno per stanare Salvioni

A firmare la richiesta di ordine del giorno sono il sindaco di Monticello Brianza Luca Rigamonti e gli assessori ai Servizi sociali di Merate John Patrick Tomalino, di Casatenovo Fabio Crippa e di Olgiate Molgora Maurizio Maggioni. Con il loro documento, i quattro amministratori casatesi e meratesi fanno riferimento alle delibere dei Consigli comunali di Oggiono, Nibionno, Ello e Sirone che nel 2017 si erano espressi favorevolmente all'ingresso in Retesalute. Amministrazioni, con le quali, il quartetto "impegna il presidente dell'assemblea a prendere contatto confermando la disponibilità dell'azienda". E con lo stesso odg impegnano "il Consiglio di Amministrazione a elaborare e a mettere in atto quanto necessario all'adesione dei Comuni citati e a trasmetterlo all'assemblea dei soci entro e non oltre il 15 dicembre 2018".

La deadline verrà rispettata?

Una deadline ben precisa: il 15 dicembre. Meno di due mesi. Per valutare l'ingresso di quattro Comuni che potrebbero allargare la base di Retesalute e quindi favorire il piano di rilancio dell'azienda speciale. Un atto che ha un retrogusto provocatorio, con il chiaro intento di stimolare il CdA e in particolare il presidente Salvioni a non fare "melina". Un comunicato che evidentemente stride con la richiesta avanzata dai sindaci del Pd che lunedì sera hanno orchestrato la frattura. E che dopo due giorni di distanza hanno provato a spiegarla ribadendo il loro intento  - sincero? - a voler lavorare per il bene di Retesalute.

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