Guardia di Finanza

Presunta evasione Iva: società lecchese grossista di salumi indagata dalla Guardia di Finanza

Due le società oggetto dell'inchiesta. Eseguito decreto di sequestro preventivo per un controvalore di 13,6 milioni di euro.

Presunta evasione Iva: società lecchese grossista di salumi indagata dalla Guardia di Finanza
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Importante società lecchese grossista di salumi al centro di una indagine della Guardia di Finanza di Lecco.

Società lecchese grossista di salumi indagata

Nell’ambito di attività di indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Milano, i finanzieri del Comando Provinciale di Lecco hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo, emesso dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Milano, per un controvalore di 13,6 milioni di euro, nei confronti di due società, tra cui una importante società lecchese con sede amministrativa in provincia di Milano esercente l’attività all’ingrosso di commercio di salumi

Presunta evasione dell'Iva

Dopo una preliminare attività di analisi, svolta mediante i sistemi d’indagine informatici del Corpo che consentono di incrociare le banche dati e di individuare elementi di anomalia, sono state avviate le investigazioni nel corso delle quali sono stati raccolti elementi probatori che hanno fanno emergere, a carico delle società esaminate, un esempio di evasione dell’imposta sul valore aggiunto mediante l’emissione e annotazione di fatture false (art. 2 e 8 D.Lgs. 74/2000), con conseguenti benefici fiscali sia per la committente principale, sia per le società cooperative che si alternavano nel tempo, creando il cosiddetto fenomeno della transumanza dei lavoratori. In sostanza, attraverso alcune cooperative veniva fornita manodopera a basso costo, in regime di concorrenza sleale e in evasione d’imposta, ai committenti. 

Indagini su giro di fatture false per operazioni inesistenti

L’effetto generato era quello di ridurre illegalmente i costi di “struttura” (fiscali e del lavoro) cui conseguiva la massimizzazione dei profitti e vantaggi di competitività sul mercato. Inoltre, gli accertamenti di polizia economico-finanziaria hanno fatto emergere come le società non abbiano adeguato il proprio modello organizzativo alla nuova disciplina prevista in tema di responsabilità amministrativa degli enti (D.lgs. 231/2001), la quale ricomprende, tra i reati presupposto, anche la dichiarazione fraudolenta mediante l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. 

Sequestrati in via preventiva 16,3 milioni di euro

Alla luce delle evidenze investigative raccolte, il GIP del Tribunale di Milano ha emesso il provvedimento cautelare, finalizzato alla confisca, nella forma diretta e per equivalente, di disponibilità finanziarie, di beni mobili ed immobili per circa 16 milioni di euro, a carico delle persone fisiche e giuridiche che avrebbero beneficiato dell’ipotizzato meccanismo fraudolento posto in essere. 

L’indagine si incardina nelle attività di polizia economico-finanziaria del Corpo, di contrasto all’economia sommersa ed a tutela degli equilibri economici e finanziari del Paese, in un periodo storico segnato dalla pandemia, in cui gli effetti distorsivi della concorrenza e del mercato provocati dall’evasione e dalle frodi fiscali sono accentuati. 

Il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari. 

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