No alle munizioni nel parco del Curone, in pochi giorni raccolte oltre 500 firme

Il gruppo si è presentato alla Colombina a Casatenovo.

No alle munizioni nel parco del Curone, in pochi giorni raccolte oltre 500 firme
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Il neonato comitato "No alle munizioni nel parco del Curone" ha ribadito la sua contrarierà alla realizzazione di un deposito di munizioni nell' ex area Rdb in via Giotto a Lomagna. E lo ha fatto mercoledì sera nell'incontro che si è tenuto alla Colombina di Casatenovo.

No alle munizioni nel Parco

Sta suscitando interesse la petizione lanciata su Change.org (Qui la petizione) dal neonato Comitato "No alle munizioni nel Parco del Curone" contro il progetto presentato dall'azienda lecchese Fiocchi Munizioni spa per la realizzazione di un deposito presso l'area ex Rdb, in via Giotto a Lomagna. Deposito che nascerebbe all'interno dell'area del parco regionale di Montevecchia e della valle del Curone. In pochi giorni sono state raccolte oltre 500 firme. 

Il progetto

Il progetto di riconversione dell'area di via Giotto, presentato dall'azienda lecchese, interessa 45 mila mq. La convenzione firmata già a novembre dall'ente parco ha, invece, ottenuto il primo via libera martedì 19 febbraio anche dal comune di Lomagna, poco prima del consiglio comunale. Un progetto che prevede la realizzazione di due magazzini: nel primo di 6.770 mq verrebbero stoccate munizioni e armi leggere; il secondo di 4.255 mq servirebbe,invece, per il deposito di materiali inerti. Nella convenzione firmata  con l'immobiliare Sernovella, proprietaria, si legge inoltre che è previsto l'accesso all'impianto di sei camion al giorno per scaricare la merce prodotta dalla Fiocchi Munizioni Spa. Mezzi che non potranno percorrere via Giotto in direzione nord, attraversando il parco, ma si potranno dirigere verso sud, lungo quindi una delle arterie stradali più trafficate della zona. 

Il comitato

Un progetto che non piace al comitato "No alle munizioni nel parco del Curone", che ha visto l'adesione del Comitato provinciale Arci Lecco, La Colombina di Casatenovo, Progetto Mondo Mlal di Casatenovo, Les Cultures di Lecco e Mani Tesi di Bulciago. Tutte associazioni che da sempre perseguono politiche per la pace e che hanno aderito sia alla Rete per il disarmo che al Tavolo per la pace.  Numerose le criticità riscontrate dal comitato, che si è presentato alla stampa mercoledì 20 febbraio a Casatenovo. " Siamo contrari alla realizzazione di un magazzino di munizioni  innanzitutto per motivazioni etiche", ha spiegato Davide Ronzoni, presidente comitato provinciale Arci Lecco che ha poi aggiunto "pensiamo sia necessaria una soluzione diversa. E' innegabile che le munizioni vengano prodotte per colpire esseri umani e costituiscano un sicuro volano alla diffusione delle guerre.  Siamo convinti che ogni attività umana vada responsabilmente valutata in base agli impatti che comporta sui diritti fondamentali della persona. Ogni scelta politica non può prescindere da considerazioni etiche; questa scelta per noi è sbagliata, si devono trovare soluzioni diverse ed è compito della politica trovare alternative".

Direttiva Seveso

Il comitato denuncia, inoltre, una carenza di informazioni per un progetto che non sarebbe stato adeguatamente spiegato alla popolazione, disattendendo la direttiva Seveso che, in situazioni di questo tipo, imporrebbe un confronto pubblico. "Si tratta di una attività definita come insalubre di classe prima e a rischio incidente rilevante - ha spiegato Paolo Negri, vicesindaco di Sirtori e tra i fondatori del comitato - Nei pressi dei magazzini sorge, infatti, anche un'azienda che produce sostanze chimiche pericolose e in caso di incidente si potrebbe creare un effetto domino, moltiplicando i rischi. Per questo vi é anche un evidente contrasto con gli obiettivi di salvaguardia dei valori naturalistici per cui il Parco del Curone è stato creato"

Le firme raccolte

Le firme che verranno raccolte saranno poi recapitate a tutti i soggetti interessati: Ente Parco, il comune di Lomagna, Fiocchi Munizioni e l'immobiliare Sernovella. Obiettivo del comitato chiedere la convocazione di un incontro pubblico per parlare alla popolazione per poter avviare una riflessione profonda che punti anche ad un ripensamento delle scelte fatte. Nella petizione si legge infatti "chiediamo di rinunciare alla realizzazione del deposito di munizioni, scelta sbagliata e dannosa per un territorio che non merita di associare il proprio nome ad una produzione così controversa, in aperta contraddizione con l’impegno di molti Comuni e Associazioni per la diffusione di una cultura di pace e di rispetto dei diritti fondamentali dell’uomo".

Un appello rivolto anche più in generale agli amministratori del territorio e dei comuni limitrofi che verranno inevitabilmente interessati (gli impatti potranno riverberarsi anche sugli altri comuni) affinchè prendano posizione.

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