Morì a soli 21 anni, nasce un'associazione nel nome di Matteo Chiesa

Tanti i progetti di beneficenza in cantiere dal neonato sodalizio.

Morì a soli 21 anni, nasce un'associazione nel nome di Matteo Chiesa
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Far rivivere Matteo Chiesa in tutto ciò che gli stava più a cuore, come la natura e il rugby, e allo stesso tempo sensibilizzare i giovani al tema della malattia con un progetto di beneficenza. E’ con questo ambizioso obiettivo che lunedì 9 dicembre è nata l’Associazione Matteo Chiesa. A fondarla sono stati la mamma Elena Maj, 46 anni, che è stata scelta come presidente, il papà Fabio Chiesa, 49 anni, e il fratello Jacopo, 20 anni, insieme ad altri parenti, alla fidanzata e ad un amico di università, che lo scorso 17 agosto lo hanno visto spegnersi per sempre i dopo una lunga battaglia contro la leucemia.

Beneficenza in nome di Matteo Chiesa

Matteo aveva 21 anni, era residente a Terno d’Isola ma fin da piccolo aveva vissuto a Carvico, dove aveva frequentato le scuole elementari e medie, il catechismo, il Cre estivo e dove aveva una numerosa compagnia di amici. Appassionato di sport, verso i sette anni aveva iniziato a giocare a rugby nella squadra «Black Eagles» che allora si trovava a Brembate, mentre oggi ad Ambivere. Lì era rimasto fino al compimento dei 16 anni, quando era poi salito di categoria, trasferendosi all’«Orobic Rugby Club» di Urgnano. Intanto il giovane stava andando avanti con la scuola: dopo essersi diplomato all’Istituto tecnico agrario «Mario Rigoni Stern» di Bergamo, nel 2017 aveva iniziato a studiare Biotecnologie agrarie all’Università degli Studi di Milano, concludendo il primo anno con la media del 28.

La malattia, le cure, il coraggio

Il 5 settembre 2018, però, la sua vita era stata stravolta. «Quel giorno abbiamo scoperto che mio figlio aveva la leucemia - ha raccontato il papà rivivendo il dolore di un anno fa - Da quel momento ha cambiato sguardo: tutti i giorni gli leggevo negli occhi la paura di morire».
Quelli che sono seguiti sono stati mesi molto duri per Matteo. Mesi di rabbia, di preoccupazione, di speranza e di cure pesanti all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Un calvario, nel quale il 21enne aveva sempre trovato la forza di andare avanti. «E’ stato veramente un grande - ha continuato papà Fabio - Ci ha presi tutti per mano e ha cercato di rendere le cose il meno complicate possibile. Aveva sempre il sorriso e non ha mai versato una lacrima… Matteo è morto amando la vita».

Un'associazione per non dimenticarlo

Alla fine della scorsa primavera, infatti, la malattia si è aggravata, finché il 17 agosto se l’è portato via per sempre. Il vuoto lasciato dalla sua scomparsa è troppo grande, letteralmente incolmabile. Così la famiglia ha voluto dar vita ad un’associazione per non dimenticarlo, per continuare a farlo vivere in tutto quello che amava: «Per prima la natura - ha spiegato il papà - perché a Teo piaceva molto stare all’aria aperta: studiava Biotecnologie agrarie per diventare un ricercatore, ma anche il rugby e la musica». Allo stesso tempo, il sodalizio si pone anche l’obiettivo di sensibilizzare le persone, e soprattutto i giovani, al tema della malattia. «Se fosse guarito, Matteo avrebbe voluto portare la sua testimonianza in ospedale», ha infatti aggiunto papà Fabio Chiesa.

Nel logo c'è il falco

Il logo è stato realizzato da due amici, Marco Perico e Lorenzo Perra, e rappresenta un falco stilizzato. I significati sono molti: «falco» è uno dei soprannomi che Matteo aveva nella sua compagnia ed è anche un animale, espressione della natura, che guarda il mondo dall’alto. L’ala, inoltre, ricorda la cucitura di una palla da rubgy e anche i colori non sono stati scelti a caso, ma sono stati ripresi dall’ultima maglietta comprata da Matteo e alla quale teneva molto. «E’ stato un modo per fare scegliere qualcosa anche a lui», ha commentato il papà con lo sguardo velato dalla commozione.

Molti progetti in cantiere

Il sodalizio è nato soltanto da due settimane, ma i soci fondatori hanno già in mente molti progetti. A febbraio, ad esempio, mese in cui Matteo avrebbe compiuto 22 anni, sarà organizzato un pranzo per presentare un libro in cui sono stati raccolti ricordi, fotografie, episodi della vita del giovane raccontati da chi gli è stato vicino durante il periodo della malattia. Il 22 marzo ci sarà invece un torneo di rugby a Urgnano in sua memoria e c’è persino l’idea di realizzare una maglietta per la squadra, «così che Matteo continui a scendere in campo con i suoi compagni» ha affermato il papà. Infine, nel parco Serraglio di Carvico sarà realizzato un evento dal titolo «La mia estate», che il sindaco si è già mostrato ben disposto a sostenere e che sarà un’occasione per fare musica, divertimento ma anche informazione sul tema della malattia.

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