Lutto a Garlate: il paese piange Fulvio Greppi

Stimato ed amato da tutte le persone che lo hanno conosciuto, nel corso dei lunghi anni di attività da commerciante delle due ruote.

Lutto a Garlate: il paese piange Fulvio Greppi
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Un altro personaggio che ha contribuito a fare la storia della nostra provincia Lecchese, ma in particolare di Garlate, è venuto a mancare nella mattinata di oggi, 21 gennaio. Si tratta di Fulvio Greppi, 87 anni, nato e residente da sempre a Garlate. I funerali verranno celebrati giovedì 23 gennaio, alle 14.30, nella chiesa parrocchiale di Garlate.

Garlate piange Fulvio Greppi

Greppi era conosciuto, stimato ed amato da tutte le persone che lo hanno conosciuto, nel corso dei lunghi anni di attività da commerciante delle due ruote. "La sua attività iniziò in paese nel 1948, vendendo ricambi ed accessori per biciclette, insieme alla sorella Bruna - raccontano i famigliari - Dopo 11 anni apri una seconda sede a Lecco, in via Azzone Visconti, poi ne segui una terza a Malgrate, per poi ritornare nel 1972 nella sede centrale di Garlate".

Impegnato anche nel sociale

Inoltre, nei paesi dove aveva aperto le sue attività, era anche entrato a far parte della Giunta Comunale, divenendo vice sindaco di Malgrate, a cavallo fra gli anni '70 e '80, e poi nella sua Garlate intorno alla metà degli anni '80. Una delle sue preoccupazioni, durante questi impegni, era il sociale tanto che a Garlate fu uno dei promotori dell'associazione "Garlate per i giovani" e poi riuscì a risolvere il grave problema dell'acquedotto e la costruzione del nuovo edificio della scuola primaria. "Pur con i tanti suoi impegni professionali, sociali ed istituzionali; è stato sempre presente nella nostra famiglia, lasciandoci oggi come eredità i valori umani nei quali credeva: la responsabilità sul lavoro e l'attenzione alle persone bisognose. Non era un uomo di tante parole, ma un uomo di fatti concreti. Terminando possiamo ben dire che, il suo punto di riferimento eravamo noi, senza farci pesare le sue preoccupazioni ed in ultimo anche la sua malattia".

a cura di Mario Stojanovic

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