L'ultima trovata del "sindaco sceriffo": "Se giochi ai gratta e vinci, niente aiuti dal Comune"
"Da adesso in avanti chi gioca in questo modo non avrà più nessun sostegno che non sia un piatto di minestra o aiuti in natura perchè dar loro soldi significherebbe buttarli nel gioco".

"Sono stanco di vedere persone di Pescate che pur seguite dai nostri servizi sociali sperperano interi stipendi e pensioni al lotto o ai vari gratta e vinci e lotterie istantanee. Almeno vadano a giocare fuori paese e non si facciano vedere da me". A sbottare è il "sindaco sceriffo", al secolo Dante del Capitani, borgomastro di Pescate.
La piaga della ludpatia
Che quella della ludopatia si una vera e propria piaga è ormai cosa nota. Un ricerca dell'Espresso aveva messo in luce che, nel Lecchese, ogni cittadino spende in media 1500 euro alle slot. Basti pensare che nel capoluogo l’ammontare delle giocate nella sola città di Lecco è stato è di 72,42 milioni di euro. una fatto già da solo che porta a riflettere. Ma a mandare su tutte le furie il sindaco di Pescate è il fatto che c'è chi, pur dichiarandosi indigente, e chiedendo quindi aiuto al Comune, decide poi di "investire" le sovvenzioni in attività che non sono certo essenziali... anzi. "Non è possibile che gente in difficoltà economiche sperperi al gioco tutti quei soldi, anche duecento euro a volta come se fosse la cosa più normale del mondo, e poi si rivolgano al Comune perchè non hanno da mangiare o sono in difficoltà economiche" sostiene De Capitani. " Da adesso in avanti chi gioca cifre spropositate eviti poi di rivolgersi al Comune perchè noi non daremo un euro a chi butta i soldi in questo modo. E' immorale e vergognoso buttare i soldi così e il primo a doversi vergognare è lo Stato che non pone limiti a questo scandalo che rovina le persone"
"Se giochi ai gratta e vinci, niente aiuti dal Comune"
"Già non è una bella cosa vedere casalinghe e pensionati assemblati ai banconi degli esercizi commerciali, fissati agli schermi dei numeri nella speranza di vincere, ma non é quello il punto. Il punto é rovinare se stesso e la propria famiglia per il vizio del gioco e poi chiedere sostegno al Comune e quindi a tutti gli altri cittadini" aggiunge quindi il borgomastro leghista. "Da adesso in avanti chi gioca in questo modo non avrà più nessun sostegno che non sia un piatto di minestra o aiuti in natura perchè dar loro soldi significherebbe buttarli nel gioco. La cosa positiva è che Pescate figura agli ultimi posti nel gioco d'azzardo della Provincia ma non per questo ci sediamo sugli allori e continueremo il nostro contrasto in tutti i modi a questa piaga sociale".