25 aprile 2021

Liberazione, il discorso commemorativo del Sindaco di Valmadrera

Il Sindaco ha anche ricordato due personalità recentemente scomparse, Giuseppe Voltolini e Angelo Rigamonti, per i quali il 25 aprile era vita vissuta.

Liberazione, il discorso commemorativo del Sindaco di Valmadrera
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Per la Festa nazionale della Liberazione, il Sindaco di Valmadrera Antonio Rusconi fa il suo discorso commemorativo ricordando due personalità valmadreresi che hanno preso parte, al tempo, alla Resistenza.

Liberazione, il discorso del sindaco Rusconi

Care Valmadreresi, Cari Valmadreresi,
è nuovamente un 25 aprile particolare, che ci toglie l’emozione, il contatto fisico, il calore umano della partecipazione della gente, delle Associazioni promotrici, della Banda, soprattutto dei ragazzi delle scuole, ma è un 25 aprile che ci apre alla speranza, al di fuori della retorica, che ci ricorda il dovere di essere uniti di fronte a difficoltà enormi e a sofferenze quali questa imprevista e terribile epidemia ha portato nel nostro Paese, nel nostro territorio.

Permettetemi all’inizio di questo discorso di ricordare due persone recentemente scomparse, Giuseppe Voltolini e Angelo Rigamonti, per i quali il 25 aprile non era una ricorrenza prevista dal calendario, ma era vita vissuta, per Beppe addirittura il ricordo dell’esperienza tragica della deportazione dalla Toscana in Germania. Sapevano, conoscevano, non per aver letto in un libro o per un’ideologia o per uno schieramento politico cosa era costato il prezzo e il valore della libertà e della democrazia nel nostro Paese.

La Resistenza che oggi ricordiamo fu realizzata grazie anche e soprattutto all’apporto dei partiti di opposizione che erano cresciuti nella clandestinità, ma non dimentichiamo che fu anzitutto un movimento di popolo.

Il Sindaco, a questo punto, legge alcune righe tratte dal libro di Aldo Cazzullo intitolato “Possa il mio sangue servire”, che parla e racconta della Resistenza. Conclude poi il suo discorso dicendo: "Perché siamo qui allora oggi a fare memoria di quel 25 aprile? Perché in un momento nuovamente difficile, per la pandemia, il lavoro, i rapporti umani, le povertà, la ricostruzione economica del Paese, sappiamo ritrovare i valori che ci uniscono".

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