Lecco: «Dieta dimagrante» agli esami diagnostici
Italo Bruseghini, ex sindaco di Olginate, «denuncia» quanto accadutogli nel reparto di radiologia dell’ospedale Alessandro Manzoni. Mi sono presentato con un’impegnativa per due rx, dopo la prima mi han detto di rivestirmi perché la seconda era solo per i “giovani”»

«Saranno le nuove direttive di Regione Lombardia? Sarà la linea dettata dalla politica che vuole ridurre le prestazioni? Io non lo so, quel che è certo è che se non avessi protestato, sarei tornato a casa con un solo esame eseguito invece dei due che sia il mio medico curante sia il mio ortopedico mi avevano prescritto. Questa cosa non è assolutamente giusta».
Una vicenda «singolare» quella che vede protagonista Italo Bruseghini, ex sindaco di Olginate e noto volto della politica lecchese, che denuncia un episodio accaduto nel reparto di radiologia dell’ospedale Manzoni di Lecco.
Tutto è accaduto a fine maggio. Bruseghini, classe 1942, si è recato in ospedale con una prescrizione medica che indicava chiaramente due esami da eseguire: una radiografia (Rx) al ginocchio sinistro e una Rx assiale alla rotula sinistra. Tuttavia, al termine del primo esame, l’operatore sanitario lo ha invitato a rivestirsi, senza eseguire la seconda radiografia.
Lecco: «Dieta dimagrante» agli esami diagnostici

«Mi è sembrato strano – racconta Bruseghini – Forse l’operatore non aveva letto con attenzione la documentazione medica. Gli ho chiesto spiegazioni riguardo alla Rx alla rotula prevista nella prescrizione. A quel punto, l’operatore mi ha risposto che quel tipo di esame si effettua solo sui giovani o in caso di rottura della rotula. Ha aggiunto che, nel mio caso, sarebbe stata più opportuna una risonanza magnetica, un’indagine diagnostica indicata per lo studio dei tessuti molli e duri».
Peccato che la risonanza magnetica non fosse stata prescritta né dal medico curante né dall’ortopedico di Bruseghini.
«A quel punto ho protestato – continua – E solo dopo la mia insistenza è stato eseguito anche l’esame che mi era stato prescritto».
L’episodio ha spinto l’ex sindaco a formalizzare una segnalazione all’Ufficio Relazioni con il Pubblico dell’ospedale, chiedendo chiarimenti sul comportamento dell’operatore: «Viste le circostanze vi erano ben pochi dubbi sul fatto che la mia prescrizione medica prevedesse due esami e quindi mi è sembrato doveroso chiedere delucidazioni».
Spiegazioni che, nei giorni scorsi, sono giunte con una lettera ufficiale dell’Urp.
«Abbiamo inoltrato la Sua segnalazione (prot. 27110 del 28/05/2025) alla Responsabile del Dipartimento Diagnostica per Immagini, la quale si scusa per il disagio vissuto e le fornisce i seguenti chiarimenti - si legge nel testo - Nella pratica quotidiana il tecnico sanitario di radiologia medica (Tsrm), nel prendere in carico il paziente e prima di effettuare la prestazione, prende visione del quesito diagnostico indicato nell’impegnativa al fine di eseguire l’esame tecnicamente più idoneo e ridurre contemporaneamente il rischio di incorrere in errori. Nel caso specifico, dopo un confronto con lo specialista ortopedico in merito al quesito clinico riportato in ricetta, il tecnico ha valutato che sarebbe stato opportuno eseguire solo Rx del ginocchio, anche in ragione del fatto che la proiezione assiale di rotula non avrebbe dato alcuna informazione aggiuntiva. Il suggerimento era conforme anche al principio Alara (as low as reasonably achievable), mediante il quale si mira a ridurre al minimo l’esposizione alle radiazioni ionizzanti, eseguendo solo i radiogrammi necessari al quesito diagnostico espresso. Ciò premesso, ci scusiamo comunque per il fraintendimento e La ringraziamo per la segnalazione che rappresenta uno stimolo al miglioramento continuo delle prestazioni erogate a favore dell’utenza».
Una risposta che, seppur apprezzata nei modi e nei tempi, non ha per niente convinto Bruseghini, anzi, ha aggiunto dubbi.
«Da quanto si legge sembra quasi che avessero voluto farmi un favore a fare un esame in meno - chiosa l’ex sindaco - Mi sembra assurdo che il parere del mio medico e del mio ortopedico non siano quindi stati presi minimamente in considerazione. Perché un medico dell'ospedale mette in dubbio il parere di un medico di base del quale, per altro, mi fido totalmente? Con quale criterio? La deriva che sta prendendo la sanità, a mio avviso, è preoccupante».