Lecco: celebrazione di Santo Stefano con la tradizionale accensione del pallone

Ecco perchè si accende il pallone

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Oggi anche i lecchesi hanno  celebrato la festa di Santo Stefano protomartire. Come da tradizione il santo, che è anche co-patrono della Basilica e della parrocchia di San Nicolò, il più antico protettore della comunità, è stato onorato durante la messa solenne delle 10 durante la quale è stato rispettato il rito della accensione del pallone.

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Lecco: celebrazione di Santo Stefano con la tradizionale accensione del pallone

La messa è stata celebrata dal prevosto don Davide Milani ed ed è stato sempre suo il ruolo di  accendere il "globo" che funge da faro che illumina il cuore e le menti dei lecchesi

Perchè si accende il pallone?

Bisogna ricordare che nella chiesa primitiva il martirio era l'unica forma di santità possibile: il martire è colui che si rende in tutto simile a Cristo - luce che viene dalle tenebre per illuminarle - perché come Cristo ha sacrificato la propria vita per testimoniare la fede partecipando col proprio corpo alla funzione sacerdotale del Salvatore. Così, il "pallone" che prende fuoco dalle candele alzate dal sacerdote è simbolo della vita del martire che si consuma per la fede ardente nella trinità.

Anche il colore bianco della bambagia di cui è composto il pallone non è casuale. Liturgicamente il bianco è il colore riservato alle solennità di Cristo (come il Natale o la Pasqua), è il colore dello splendore e della gloria di Dio e, fin dall'antichità, è anche il colore riservato ai martiri proprio perché uniti nella gloria di Cristo.

La forma sferica, invece, probabilmente rappresenta la "totalità" del sacrificio del martire.

Secondo la tradizione, il celebrante, accingendosi a bruciare il globo, dice in latino: «sic transit gloria mundi», cioè: «così passa la gloria del mondo» per richiamare che il martire, affrontando la prova suprema del dono della vita al Signore, testimonia che per lui la vita di questo mondo passa in secondo piano rispetto alla vita in Cristo.

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