Eccellenze lecchesi

"Le cose store" racconta il nostro lago

Nel cuore di Pescarenico, un atelier del design e innovazione dove le idee creative prendono forma e accolgono il visitatore. Collaborazioni con Marco Menaballi, Un-ca design, Alberto Casiraghy, Raffella Brunzin e tanti altri

"Le cose store" racconta il nostro lago
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Uno spazio unico e aperto a tutti. Un luogo dove la scoperta e le passioni diventano protagoniste. «Le cose store» è un luogo magico denso di emozioni e ricco di idee innovative. Nato la scorsa primavera dal un sogno di una coppia di professionisti lecchesi, oggi il negozio di Pescarenico è una vera e propria chicca per la città.

"Le cose store" racconta il nostro lago

Si trova a pochi passi dal lago e nel cuore di uno dei quartieri più suggestivi della città. «E’ nato quasi per caso – esordisce Amina Legrottaglie la titolare del negozio – Io e mio marito Paolo Vallara siamo entrambi grafici e stavamo cercando uno spazio dove poter esprimere i nostri gusti, le idee e i progetti. Insomma, le nostre cose. In principio non doveva nemmeno essere un negozio, pensavamo a uno spazio museale». Da qui nasce il curioso nome «Le cose store», il quale calza a pennello per quanto offerto e mostrato sugli scaffali. Lo si potrebbe definire un atelier del design, dove le migliori idee di stile e allo stesso tempo della funzionalità sono esposte. Un enorme pentolone in cui bollono idee e loro rappresentazioni divise in una vastissima gamma di categorie, dall’arredamento per la casa, alle opere poetiche ad ogni forma di utility per il lavoro, per la vita di tutti i giorni, passando per i vari angoli dell’editoria, della ceramica, della rilegatura, del vestiario, della gioielleria e molto altro. Il tutto accomunato dalla certezza che ogni pezzo che si sta osservando all’interno del «Le cose store» sia un pezzo unico.

L'unicità

«Siamo molto sensibili alla tematica del pezzo unico. Siamo l’antitesi del consumismo diffuso, la risposta di Pescarenico alla monotona produzione in serie – spiega la titolare – Siamo partiti principalmente dagli amici della zona e da quelli che abbiamo conosciuto durante la nostra esperienza lavorativa nel settore. Così sono nate le collaborazioni con Libri Finti Clandestini, 5X, Archivia, Marco Menaballi, Alberto Casiraghy, Raffella Brunzin, Piquattropunto, Reggiani Ceramiche, Aquacalda, I’m Dezain, Francesca Ripamonti, Corraini edizioni e con l’artista Lecchese Tino Stefanoni per poi passare a riproporre i grandi classici del design, che poi sono anche la nostra principale fonte di ispirazione, soprattutto Bruno Munari, Achille Castiglioni, Enzo Mari, Massimo Vignelli, e Bob Noorda».

Il lago

Così nascono le spille raffiguranti le immagini del lago, il memory con i soggetti della Valsassina e del Lago di Como e di Milano, il Maja e Tas, il gioco dialettale per riscoprire la lingua con all’interno un ricettario di piatti tipici, il Girapollici, i «Magnetic Souvenir», i set per la legatoria di Fox Craft, Flos, Zanotta, Danese Milanopezzi di design come gli orologi Solari Udine, taccuini fatti con carta di recupero vintage, arredo e complementi di arredo in cartone eco-friendly Un-ca design, collane con cavi elettrici, bracciali fatti di camere d’aria e materiali di recupero.

Il rispetto dell'ambiente

Proprio quest’ultimo aspetto si rivela fondamentale nel credo dell’attività: sono tante le “cose” fatte con materiali riciclati o di recupero, amiche dell’ambiente e che allo stesso professano l’altro credo del negozio traslato però sulla sua appartenenza al territorio.
«Pescarenico va recuperata, rivalutata, perché è stata un po’ dimenticata e abbandonata. Qui c’è la vicinanza col lago, è zona di passaggio ciclopedonale e con tante potenzialità. Per esempio, questo locale era una torrefazione abbandonata e l’abbiamo rimessa a nuovo. La sfida è fare arrivare le persone qui». Una sfida non da poco, ma che si vuole vincere a tutti i costi: «Ci piacerebbe dedicare spazio ad alcuni eventi, come la presentazione di progetti, di laboratori e di corsi. Vogliamo rilanciare questo rione così magico e tutto da riscoprire per creare una rete attiva per la città».

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