Lecco - Airuno

L'amministratore di sostegno di Carlo Gilardi replica al Garante per evitare che venga data una "rappresentazione irrealistica della situazione"

La presa di posizione dell'avvocato Elena Barra

L'amministratore di sostegno di Carlo Gilardi replica  al Garante per evitare che venga data una "rappresentazione irrealistica della situazione"
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La vicenda di Carlo Gilardi, il pensionato airunese ospite della casa di Riposo Airoldi e Muzzi di Lecco non smette di far discutere. Domenica 2 maggio 2021 il  Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà ha fatto visita all'anziano nella casa di riposo di Germanedo e ieri ha diffuso una nota ufficiale in cui ha evidenziato  l'esistenza di un "conflitto tra la volontà della persona e le decisioni adottate in ragione di una sua tutela e che finisce col determinare una privazione di fatto della sua libertà personale". Parole, quelle del Garante, che hanno suscitato la reazione dell'avvocato Elena Barra, amministratore di sostegno del professor Gilardi che ha preso posizione ufficialmente con uno scritto che pubblichiamo integralmente.

L'amministratore di sostegno di Carlo Gilardi

Il comunicato del 3.5.2021 sul caso del prof. Carlo Gilardi, diffuso dall’Autorità Garante per la libertà, impone un intervento da parte dell’Amministratore di sostegno che è stata chiamata a svolgere il pubblico ufficio dell’adozione delle misure più idonee nell’esclusivo interesse dell’Amministrato. E ciò, purtroppo, è necessario che avvenga con ampiezza fino a questo momento evitata, al fine di evidenziare come la nota del Garante abbia fornito una rappresentazione fuorviante, addirittura irrealistica della situazione del prof. Gilardi, e contribuisca, per contro, ad alimentare il circuito di cattiva informazione e alterazioni della verità sui social media che caratterizzano la vicenda.

Il Garante considera esclusivamente la volontà di Carlo Gilardi di far ritorno alla sua casa di campagna, peraltro mai messa in discussione, dichiaratamente “a prescindere” dalle ragioni che hanno determinato l’adozione della misura di protezione, tuttora persistenti. Quindi, Egli “prescinde” dai fatti e dalle esigenze di tutela dell’integrità psico fisica della persona, come emergono chiaramente dal quadro clinico e dalle condizioni socio ambientali del soggetto fragile, che pur sono state ampiamente rappresentate e documentate allo stesso Garante, già nel mese di dicembre 2020. Si consideri che la suddetta Autorità Garante è stata, sin da allora, resa edotta della CTU psichiatrica che, nel pieno contraddittorio delle parti, ha accertato un quadro clinico del Prof. Gilardi e condizioni personali del tutto incompatibili con la permanenza presso la propria abitazione di Airuno. Su questo punto, in verità, ci si sarebbe aspettati una presa di posizione ferma, a smentita dell’esistenza di cinque fantomatiche e inesistenti perizie attestanti la piena capacità di intendere e di volere.

Il Garante, peraltro, non sa, perché mai lo ha chiesto a questo Amministratore, che la CTU è stata di recente confermata a seguito di apposito scrupoloso monitoraggio. Egli “prescinde” dichiaratamente dal valorizzare tutti i tentativi di intervento a domicilio che sono stati posti in essere sin dal 2017, quali la presa in carico dei Servizi Sociali e l’assunzione di una badante, tutti vanificati dall’atteggiamento oppositivo del signor Gilardi, rafforzato ad opera di alcuni degli attuali imputati di circonvenzione con lui conviventi. Dimentica, inoltre, che il prof. Gilardi, al momento del ricovero in RSA, era già stato trasferito da altri, senza autorizzazione del Tribunale, lontano dalla sua casa e che di ciò si lamentava, circostanza che ha imposto un intervento urgente e indifferibile per la Sua messa in sicurezza. In buona sostanza, il Dott. Palma sostiene che “l’inserimento in istituzioni residenziali” dovrebbe essere “una misura da adottare dopo che tutte le altre vie siano state inutilmente esperite” ma dal momento che “prescinde” dalle ragioni e dai fatti, non considera che la valutazione già compiuta dagli Organi della procedura è esattamente quella che Lui stesso indica.

E’ quindi ben comprensibile l’amarezza che pervade la scrivente di fronte ad esternazioni di una importante Autorità Statale, che prescindendo dalle competenze e dalle motivate decisioni di altri Organi statuali, prescindendo dai fatti che le hanno giustificate, si spinge ad affermazioni delegittimanti, indicando soluzioni irrealistiche o addirittura contrarie all’effettivo interesse dell’Amministrato, ponendosi, sin dall’inizio, in atteggiamento di contrapposizione e critica immotivate.

Quanto alla casa del Cerè, che anche il Garante definisce in condizioni insalubri e inabitabili, è doveroso ribadire che essa risulta attualmente occupata senza titolo da alcuni degli imputati di circonvenzione di incapace; circostanza che, pur conosciuta, non viene neppure menzionata nella nota del Garante e che risulta incompatibile con qualunque ipotesi di ristrutturazione, anche trascurando tutte le altre valutazioni sulla miglior tutela del soggetto fragile. A tal proposito si precisa nuovamente che sono state da tempo intraprese iniziative giudiziali, in sede civile e penale, dirette alla liberazione degli immobili dell’Amministrato.

Su questo punto, il Garante dovrebbe solamente unirsi alla scrivente nella constatazione che solo la precostituzione di un titolo per le vie ordinarie può attualmente consentire di allontanare gli occupanti della casa. Da ultimo, non si evidenzia adeguatamente, nel comunicato del 3.5.2021, l’encomiabile lavoro della RSA, che ha elaborato vari progetti per coinvolgere ed interessare il prof. Gilardi, ai quali peraltro Egli aderisce volentieri: dai lavori in giardino, alla collaborazione con la proloco di Airuno per la stesura della propria autobiografia, alla interazione a distanza con i bambini delle scuole, alla lettura dei giornali agli altri ospiti della struttura.

Si legge invece un fugace riferimento ad “adeguate condizioni di accoglienza” e alla necessità di “ricondurre a normalità la stessa vita della residenza sanitaria” che non dà il giusto merito ad un Ente che è stato addirittura vittima di vili insinuazioni tramite lettere anonime false, in ordine a vessazioni di cui il prof. Gilardi sarebbe vittima all’interno della RSA, propalate da mass media privi del più elementare scrupolo del controllo delle fonti. Non si può che concludere, dunque, richiamando alla responsabilità ed al dovere di collaborazione che deve contraddistinguere l’operato delle Istituzioni, ed anzi auspicando che trovi riconoscimento nelle sedi competenti l’inconsistenza delle infamanti insinuazioni e delle accuse, che oramai da troppo tempo vengono mosse nei confronti di questa Amministrazione di sostegno e dell’Autorità Giudiziaria cui essa fa capo.

Avv. Elena Barra

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