Lecco

La tragedia di Umberto e Antonietta, Gattinoni: "Nessuno può o deve permettersi di giudicare"

"Potrebbe capitare a ciascuno di noi, di sentirsi fragili o soli, di fronte alle difficoltà e alle curve storte della vita, che sorprendono in maniera improvvisa"

La tragedia di Umberto e Antonietta, Gattinoni: "Nessuno può o deve permettersi di giudicare"
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"Nessuno può o deve permettersi di giudicare". Un imperativo quello espresso dal sindaco di Lecco Mauro Gattinoni dopo " i tragici fatti degli ultimi giorni che ci hanno scosso". Il riferimento, seppur implicito, è alla  tragedia senza fine di Umberto e Antonietta, sposati da 60 anni. Due vite spezzate: quella di Antonietta Vacchelli, 86 anni, malata da tempo, morta dopo essere stata strangolata dal marito, e quella del suo  compagno di vita Umberto Antonello, anche lui 86 anni, che dopo aver ucciso l'amata l'ha ricomposta sul loro letto e ha chiamato il figlio. Il pensionato, ex ferroviere, proprio oggi è comparso in Tribunale a Lecco e il Gip ha disposto il suo trasferimento dal carcere di Pescarenico alla comunità Casa Abramo. 

La tragedia di Umberto e Antonietta, Gattinoni: "Nessuno può o deve permettersi di giudicare"

Non si può e non si deve giudicare perchè "potrebbe capitare a ciascuno di noi, di sentirsi fragili o soli, di fronte alle difficoltà e alle curve storte della vita, che sorprendono in maniera improvvisa - ha scritto il primo cittadino di lecco affidando a un post il rete il dolore di una intera comunità.

Una  comunità che sente il dovere morale di fermarsi a riflettere. "E già questo fermarci a riflettere è il primo paso per uscire dalla bolla del nostro individualismo, rendendoci un po’ più consapevoli che ciò che accade all’altro riguarda anche me e, alla fine, riguarda tutti noi, insieme".

Solitudine, dolore, senso di impotenza: tutto questo forse ha fornito il terreno fertile in cui è maturala la tragedia di via dell'Eremo. "Quante famiglie, nella nostra città, si trovano ad accudire un caro malato, anziano, oppure portatore di una grave disabilità o affetto da una cronicità irreversibile -  si è chiesto Gattinoni -  Queste persone, queste famiglie, potrebbero sentirsi sole, consumate nelle energie spese ogni giorno, oppure troppo modeste per superare il pudore di chiedere un aiuto. Succede che poi ci si chiude, senza riuscire a intravedere quella ricchezza di persone, di associazioni, di organizzazioni del terzo settore e di tante realtà del territorio che si impegnano ogni giorno nella nostra comunità per offrire una prospettiva di sollievo".

"Non lasciare indietro nessuno"

"Ecco allora che noi, le Istituzioni, tutte insieme, la cui funzione è proprio quella di essere a servizio de cittadini, confermiamo il nostro impegno affinché il nostro posto sia proprio lì dove c’è un bisogno, perché il nostro mestiere è proprio quello di non lasciare indietro nessuno" la chiosa del sindaco.

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