Pratone di Pontida di nuovo nel mirino dei contestatori: "Ridateci i 49 milioni" FOTO E VIDEO

Tra slogan, insulti e simboli che vorremmo dimenticare sono apparsi anche soldi finti...

Pubblicato:
Aggiornato:



 

Pioggia di soldi  sul Pratone di Pontida, la "seconda casa" del leghisti. Un regalo anticipato di Babbo Natale (o di Santa Lucia tanto cara ai bergamaschi)? Assolutamente no. Si tratta dell'ennesimo atto vandalico messo a segno con il favore del buio.  Tutto è successo l'altra notte ovvero tra il 10 e l'11 dicembre 2018. I soliti ignoti, qualcuno assicura si tratti di tre individui, hanno messo a segno il colpo.  Dalle prime luci di ieri, martedì 11, si è scoperto che il pratone verde era  disseminato di... verdoni, ovvero di banconote da 500 euro (false).

LEGGI ANCHE Brianzoli in piazza con Salvini che scrive al Giornale di Merate: “Più poliziotti e pompieri per la sicurezza di tutti”

Pratone di Pontida, ancora vandali

Il pratone di Pontida rimane evidentemente un obiettivo sensibile per i contestatori del Carroccio. Quelli entrati in azione questa volta però non si sono limitati  ad imbrattare il muro di contenimento dove campeggia la scritta "Padroni a casa nostra" che in passato si era trasformata in "Ladroni a casa nostra".

LEGGI ANCHE Via (di nuovo) la scritta della Lega dal Pratone di Pontida

Hanno anche  abbandonato un bel malloppo. Una scatola contenente migliaia di bigliettoni da 500 euro, falsi ovviamente, alcuni disseminati sul prato. Altri bigliettoni sono stati invece appiccicati sul muro a ricordo di quei 49 milioni di euro per cui il tribunale del Riesame ha confermato il sequestro richiesto dalla Procura di Genova.

LEGGI ANCHE  Conti correnti bloccati, salta la festa della Lega

Scritte e simboli

Oltre al simbolo degli squatter internazionali sono apparsi altri slogan e icone inquietanti come la svastica nazista. Dall'accusa di fascismo al ministro Matteo Salvini fino allo sfottò con la frase - spesso pronunciata dai leader del governo attuale - "è finita la pacchia". Ma ciò che più risalta è la contestazione di quei 49 milioni di euro che la Procura di Genova ha voluto porre sotto sequestro preventivo.

Foto 1 di 5
Foto 2 di 5
Foto 3 di 5
Foto 4 di 5
Foto 5 di 5
Seguici sui nostri canali