Inchiesta Karpanthos: assolto Beniamino Bianco, ex dipendente di Silea
Secondo l’impianto accusatorio, ora rigettato dal giudice, Bianco si sarebbe impegnato a favorire alcuni affiliati alla cosca Carpino e al gruppo dei Cervesi, procurando loro un impiego in Silea.

Beniamino Bianco, ex dipendente di Silea, è stato assolto dalle accuse per le quali era stato rinviato a giudizio nell'ambito della maxi-inchiesta Karpanthos, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, guidata dal procuratore Nicola Gratteri.
Inchiesta Karpanthos: assolto Beniamino Bianco, ex dipendente di Silea
Quattro i lecchesi coinvolti nell’operazione contro la 'Ndrangheta: Claudio Gentile (classe 1983, residente a Valmadrera), Giuseppina Trovato, detta "Giusy" (classe 1985, residente a Galbiate), Danilo Monti (nato nel 1991) e, appunto, Beniamino Bianco (nato nel 1969 e residente a Oggiono).
Bianco, inizialmente indagato e poi imputato nel processo presso il Tribunale di Catanzaro, è stato assolto perché "il fatto non sussiste". In particolar, era accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Secondo l’impianto accusatorio, ora rigettato dal giudice, Bianco si sarebbe impegnato a favorire alcuni affiliati alla cosca Carpino e al gruppo dei Cervesi, procurando loro un impiego in Silea.
Il processo, davanti al GUP del Tribunale di Catanzaro Mario Santoemma, è ancora in corso per gli imputati che hanno richiesto ed ottenuto il rito abbreviato, tra cui lo stesso Bianco. "Le udienze proseguiranno fino al prossimo autunno – spiega il suo legale, l'avvocato Renato Papaleo – e, per ogni sessione, discuteranno le posizioni degli imputati i rispettivi difensori. La posizione del Sig. Bianco è stata da me discussa nell’udienza del 26 marzo 2025 e, alla luce delle prospettazioni difensive e della documentazione depositata, il Giudice ha deciso di stralciare il suo caso e di ritirarsi subito per la decisione. Unica posizione per cui ciò è avvenuto".
Le tappe della vicenda processuale
"Questa sentenza – prosegue l'avvocato Papaleo – segue la decisione già presa dal Tribunale di Milano, Sezione Autonoma Misure di Prevenzione, che nel febbraio dello scorso anno aveva respinto integralmente la richiesta della Questura di Lecco di applicare nei confronti di Bianco la sorveglianza speciale di pubblica sicurezza per tre anni. Tale richiesta si basava sugli stessi presunti indizi di colpevolezza contenuti nel capo d’imputazione del processo di Catanzaro. Anche in quel caso, il Tribunale aveva ritenuto del tutto infondate le accuse".
Inoltre, il GIP del Tribunale di Catanzaro aveva rigettato fin da subito la richiesta di custodia cautelare in carcere, ritenendo insufficienti gli indizi a carico di Bianco. Successivamente, anche il Tribunale di Milano ha respinto la richiesta della Questura di Lecco, escludendo la sussistenza dei presupposti per l’applicazione della misura di prevenzione. Infine, il 26 marzo 2025, il GUP del Tribunale di Catanzaro ha assolto Beniamino Bianco perché il fatto non sussiste.