Rabbia

Imbrattata la targa del beato don Gnocchi

L’alpino Mainetti ha provveduto a sporgere denuncia “contro ignoti” alla stazione dei Carabinieri e ad informare dell’accaduto anche la Polizia Locale

Imbrattata la targa del beato don Gnocchi
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Due lettere, una B e una K, tracciate con un pennarello indelebile sul monumento in memoria di don Carlo Gnocchi.

Uno sfregio, l’ennesimo atto vandalico che ha suscitato tanta rabbia quanta indignazione nei tantissimi cittadini calolziesi che, nella mattinata di oggi, lunedì 8 maggio 2023, con la luce del giorno hanno fatto l’amara scoperta.

Imbrattata la targa di don Gnocchi

Nella notte, probabilmente con il favore del buio, ignoti si sarebbero introdotti nell’area verde situata a ridosso di via Fratelli Cervi, proprio tra l’arteria corso Dante e la stazione ferroviaria, per poi procedere a deturpare indelebilmente con un pennarello nero il monumento dedicato al Beato Don Gnocchi, uomo di fede, di carità e d’azione particolarmente caro al Corpo degli Alpini per aver condiviso con loro come cappellano la tragedia della campagna di Russia.

Subito informato dell’accaduto l’alpino Valentino Mainetti che, con il gruppo ANA Pippo Milesi, quella lapide l’aveva installata nel lontano 2015 nell’omonimo parco calolziese.

“Questa mattina, attorno alle 10 - ha raccontato Mainetti - ho ricevuto diverse telefonate e sono subito corso a vedere quanto successo. Si tratta, ovviamente dell’ennesimo atto vandalico, un danno che personalmente reputo uno sfregio a tutti gli alpini”.

Dopo aver constatato e documentato i danni, l’alpino Mainetti ha provveduto a sporgere denuncia “contro ignoti”  alla stazione dei Carabinieri e ad informare dell’accaduto anche la Polizia Locale a cui spetterà il compito di vagliare le immagini delle telecamere per provare ad individuare il colpevole.

“Mi dispiace perché quel luogo e quella lapide per noi Alpini hanno un valore enorme - ha continuato Mainetti - Spero che si possa risalire al (o alla) responsabile per capire almeno il perché di questo gesto, per noi incomprensibile”.

“Credo, ma non possiamo affermarlo con certezza - ha spiegato invece l’assessore alla Pubblica Sicurezza, Luca Caremi - che si tratti come sempre di qualche ragazzino che si è “taggato” come si dice in gergo con queste iniziali. Un episodio simile era già capitato in città e proprio grazie ai tanti segni (tutti uguali) lasciati sul territorio e poi pubblicati sui social si era risalito al colpevole. La speranza è di riuscire, con un grande lavoro di indagine, a scovare anche stavolta il responsabile”.

Nel mentre, al diffondersi della notizia sui Social Network cittadini, si è scatenata una vera e propria indignazione popolare con commenti duri e ferme condanne: “Altro che schiaffi.... un calcio nel sedere! È assurdo, ormai non c'è più rispetto per niente” - scrive una cittadina. Poi ancora: “Questo è il risultato di una generazione strafottente, cresciuta da genitori assenti e incapaci di educare i propri figli. Ahimè.... che futuro che ci aspetta!”.

Luca de Cani

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