Giornata europea dei parchi, in Lombardia il 25% del territorio è area protetta

Legambiente, però, lancia l’allarme: “Enti parco abbandonati a loro stessi”.

Giornata europea dei parchi, in Lombardia il 25% del territorio è area protetta
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Giornata europea dei parchi, in Lombardia il 25% del territorio è area protetta. Legambiente, però, lancia l’allarme: “Enti parco abbandonati a loro stessi”.

Giornata europea dei parchi

“Lo smembramento delle competenze dell’Assessorato all’ambiente rischia di ingessare le aree protette lombarde. La nascita del Parco Metropolitano milanese è una opportunità da cogliere senza indugi”. Così Legambiente in occasione della Giornata europea dei parchi che viene celebrata oggi, 24 maggio. Istituita dalla Federazione Europarc, è un’occasione non solo per riscoprire le bellezze naturali del nostro territorio, ma anche per avviare una riflessione sullo stato delle riserve naturali in Lombardia.

In Lombardia il 25% è area protetta

L’insieme delle aree protette ricopre più del 25% della superficie regionale e comprende 24 parchi regionali, 105 parchi di interesse sovracomunale, 3 riserve naturali statali, 66 riserve naturali regionali, 33 monumenti naturali, 20 foreste regionali, oltre a una parte del Parco Nazionale dello Stelvio.

Abbandonata l’idea di una rete ecologica

Purtroppo il progetto di promuovere questo sistema come un’unica, grande rete ecologica è stato sostanzialmente abbandonato dalla Regione che, dopo aver approvato la legge sulla “Riorganizzazione del sistema lombardo di gestione e tutela delle aree regionali protette e delle altre forme di tutela presenti sul territorio”, ne ha interrotto l’iter applicativo, reputando che gli stessi ambiti da lei indicati fossero incoerenti. Una legge già molto controversa alla sua nascita, che però non ha visto la possibilità di costruire un’alternativa per il rilancio del sistema di conservazione della biodiversità.

Il nodo degli Assessorati

Una situazione aggravata oggi dalla modifica di alcune competenze degli Assessorati. La tutela della biodiversità, infatti, è facoltà assegnata all’Assessorato all’ambiente, ma i sistemi verdi volti al mantenimento della biodiversità stessa, insieme alle aree protette e ai parchi, sono accorpati all’Agricoltura. Sorge, dunque, una difficoltà evidente nell’avviare programmi coerenti con le esigenze reali di un territorio complesso e articolato come quello lombardo.

Il Parco metropolitano milanese

«Il notevole patrimonio naturale tutelato è messo a rischio dall’impasse politico dovuto allo smembramento delle competenze dell’assessorato all’Ambiente – ha dichiarato Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia – In un territorio in cui i cittadini continuano ad amare i Parchi, e lo dimostra lo sviluppo e il positivo consenso dei Parchi Locali di Interesse Sovracomunale, la Regione ha interrotto inspiegabilmente molti dei processi di aggregazione e di allargamento promossi in diversi territori, condannando di fatto gli Enti all’immobilismo. In questo contesto la nascita del Parco Metropolitano Milanese è invece una scelta che promuoviamo in pieno, come un’opportunità da cogliere non solo per Milano, ma per il rilancio dell’intero sistema regionale».

Enti parco abbandonati

I Parchi, ad oggi, sono stati lasciati in balia di loro stessi, con scarse risorse a disposizione e insufficienti investimenti, ai quali alcuni Enti Parco cercano di sopperire svolgendo faticosamente il loro compito e puntando sul coinvolgimento del volontariato. Una situazione che sta comportando anche proroghe inaccettabili nelle cariche di apicali, mettendo a rischio la democratica partecipazione degli Enti Parco.

Le mancanze di Regione Lombardia

«Siamo convinti che sia necessario e insieme possibile scardinare questa paralisi – ha dichiarato Marzio Marzorati, responsabile Parchi di Legambiente Lombardia – Ma siamo anche stupiti delle mancanze di Regione Lombardia, soprattutto in presenza di fondi europei per decine di milioni, attraverso il progetto Life ‘Gestire’, che dovrebbero produrre un reale avanzamento nella governance delle aree protette e di cui invece continuiamo a non cogliere i risultati».

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