Forno crematorio degli orrori: salgono a dieci le persone indagate

Il Codacons raccoglie adesioni tra le famiglie coinvolte per una querela collettiva e un risarcimento da milioni di euro.

Forno crematorio degli orrori: salgono a dieci le persone indagate
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Forno crematorio degli orrori: salgono a dieci le persone indagate. Le accuse in questa vicenda sono pesantissime: dissacrazione dei corpi, pratiche di cremazione cumulative e trattamento irregolare delle ceneri.

Forno crematorio degli orrori: salgono a dieci le persone indagate

Novità sulla triste vicenda del forno crematorio degli orrori di Biella. Salgono a dieci le persone indagate: oltre all’amministratore e suo fratello, un collaboratore, cinque dipendenti e due dipendenti dell’impresa funebre. Lo scandalo era scoppiato lo scorso 26 ottobre. LEGGI QUI:  Forno crematorio degli orrori: bare bruciate insieme per guadagnarci

Oltre ad Alessandro Ravetti, 40 anni, ancora in carcere, amministratore della Socrebi, la società che si era aggiudicata la concessione per occuparsi delle cremazioni, al suo collaboratore Claudio Feletti, 56 anni, subito scarcerato, sarebbero indagati il fratello più giovane dello stesso amministratore, i cinque dipendenti della società e due dipendenti dell’impresa funebre Ravetti. Un colpo di scena che, secondo quanto riportato dall’Eco di Biella, comproverebbe l’effettivo collegamento tra società incaricata delle cremazioni, di proprietà comunale, e la storica impresa.

I dipendenti avrebbero dovuto opporsi

I dipendenti, nell’esercizio delle loro funzioni, sono equiparati a degli incaricati di pubblico servizio. Tutti hanno partecipato a un corso e conoscevano pertanto bene le procedure da seguire. Stando all’accusa avrebbero quindi dovuto opporsi alle pratiche non consentite, come quella di cremare più salme insieme, accorciare i tempi, eliminare le ossa e gettarle nei rifiuti, mescolare le ceneri.

Il Codacons in aiuto ai familiari

Dato il coinvolgimento di un gran numero di cittadini, l’associazione Codacons è in prima linea da giorni nel fornire informazioni e prestare assistenza legale alle centinaia di famiglie coinvolte nella vicenda “Socrebi Srl/Ravetti” (tempio crematorio). L’obiettivo è raccogliere adesioni e documenti per una querela collettiva contro i responsabili e contro gli enti pubblici preposti ai controlli, con richiesta di danni per diversi milioni di euro.

PER ADERIRE SCRIVI A info@codaconslombardia.it O CONTATTA LO 02.29419096

Tra le vittime di questa terribile vicenda ci sarebbero anche i familiari di alcuni defunti lombardi. Nelle ore immediatamente successive al sequestro del forno infatti molte imprese funebri si sono precipitate a Biella per recuperare le salme non ancora cremate.

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