Falsi Picasso smascherati dai Carabinieri: decisivo l’intervento del critico d’arte Michele Tavola
L’operazione «Minotauro bis» ha svelato un traffico internazionale di opere d’arte abilmente contraffatte

Sembravano autentici capolavori di Picasso, Munch e Klee, pronti per essere battuti all’asta in Europa e oltre oceano. In realtà erano raffinatissime contraffazioni, parte di un colossale traffico d’arte internazionale, smascherato grazie all’intervento dei Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Roma, su delega della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma. L’operazione, denominata «Minotauro bis», ha portato al sequestro di 104 opere false e allo smantellamento di un sistema criminale che operava su scala globale.
Falsi Picasso smascherati dai Carabinieri: decisivo l’intervento del critico d’arte Michele Tavola
Fondamentale, nell’indagine delle forze dell’ordine, è stato il contributo di Michele Tavola, noto critico d’arte, curatore e storico dell’arte, già assessore alla cultura del Comune di Lecco e curatore per le Gallerie dell’Accademia di Venezia. Laureato in Lettere e con un dottorato in Storia dell’Arte, Tavola è un riferimento autorevole nel panorama artistico italiano, con una riconosciuta specializzazione nella grafica del Novecento e nel Libro d’Artista. Ha collaborato con importanti testate come La Repubblica e radiofoniche come Radio Popolare.
I militari si sono affidati alle sue competenze per accertare l’effettiva falsità delle opere sequestrate. Una scelta non certo casuale: negli ultimi dieci anni in Italia, parte dei cataloghi sulla produzione grafica di Pablo Picasso è stata realizzata proprio da Michele Tavola. Da lì la necessità, a fronte di questa inchiesta, di avvalersi di uno dei massimi esperti.

«È stata la prima volta che ho collaborato con un’indagine dei Carabinieri e devo dire che è stata una bellissima esperienza. Mi sono trovato davanti a persone estremamente competenti, dei grandi e instancabili professionisti. Il Nucleo Tutela del Patrimonio Culturale dei Carabinieri è una vera e propria eccellenza che tutto il mondo ci invidia», racconta Tavola.
Le operazioni investigative hanno visto i Carabinieri fare la spola tra Roma, Milano, Venezia e Lecco, dove hanno mostrato a Tavola le presunte opere d’arte. L’esperto, dopo attenta analisi, ha certificato la contraffazione, permettendo agli investigatori di ricostruire l’intera rete criminale.
«Un’indagine lunga e davvero molto importante. All’inizio ero decisamente preoccupato. Poi, dopo le prime attente valutazioni, devo dire che il lavoro è proseguito bene, in discesa. Se si presta attenzione ai dettagli, se si seguono i passaggi corretti e si usano gli strumenti adeguati, si arriva al risultato», aggiunge lo studioso.
L’inchiesta – avviata nel novembre 2022 – ha svelato un sistema criminale in grado di riprodurre opere d’arte con tecniche sofisticatissime, falsificare certificazioni, invecchiare artificialmente la carta con bagni di tè o caffè e firme imitate alla perfezione. Le opere venivano scannerizzate digitalmente, elaborate graficamente, poi stampate su fogli filigranati «Vollard» e «Picasso» e infine spedite con falsi attestati di libera circolazione a case d’asta internazionali, specialmente negli Stati Uniti, ma non solo.
Senza l'intervento dei Carabinieri e il contributo di Tavola, queste opere avrebbero potuto generare un danno economico di circa un milione di euro. La sua perizia si è rivelata decisiva per inchiodare i falsari. L’inchiesta - coordinata a livello europeo dal desk italiano di Eurojust - ha portato all’accertamento, allo stato e salvo il principio di non colpevolezza, dei reati di concorso in falsificazione e commercializzazione di beni d’arte contemporanea, sostituzione di persona e falsità materiale commessa da privato.
Su impulso della Procura di Roma, sono stati emessi 13 Ordini di Indagine Europeo e 9 Richieste di Assistenza Giudiziaria in ambito extra UE, con interventi in Austria, Belgio, Canada, Danimarca, Francia, Germania, Norvegia, Portogallo, Regno Unito, Spagna, Svezia, Svizzera e USA, grazie alla collaborazione con le autorità locali. Il GIP ha infine convalidato un sequestro preventivo urgente (ex art. 321 comma 3 bis c.p.p.), che ha portato al blocco di cinque conti correnti e al sequestro di due autovetture, per un valore totale di circa 300.000 euro.