Ecosistema urbano 2019: Lecco 61esima in Italia TUTTI I DATI

Ecosistema urbano 2019: Lecco 61esima in Italia TUTTI I DATI
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Ecosistema urbano 2019: Lecco 61esima in Italia. Questo il risultato ottenuto dal nostro territorio nella ricerca di Legambiente, Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore relativa alle performance ambientali dei capoluoghi di provincia.

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Ecosistema urbano 2019

I risultati di Ecosistema Urbano 2019 sono stati presentati a Mantova, da Mirko Laurenti, responsabile di Ecosistema Urbano di Legambiente e Lorenzo Bono, di Ambiente Italia. Un’occasione per ragionare di un’agenda nazionale urbana per mettere in rete le città e renderle sostenibili, sicure e inclusive con i sindaci e gli amministratori dei capoluoghi; di come far diventare nazionale una questione solo apparentemente locale, come dare gambe e risorse economiche ai municipi, come favorire un processo nuovo che affronti insieme i temi delle periferie e dell’inclusione, della mobilità e dell’accessibilità, della casa e del lavoro, delle competenze per l’economia locale e circolare, della qualità dell’aria e dei terreni, del consumo di suolo e dello spazio pubblico

BEST PRACTICES 2019

 Lecco 61esima in Italia

Su 104 capoluoghi Lecco si piazza al 61esomo posto. Un miglioramento rispetto allo scorso anno di 10 posizioni che è un segnale positivo sul fronte delle politiche green. Ma se stringiamo il cerchio alla sola regione Lombardia Lecco non brilla visto che in classifica, dopo di noi ci  sono solo due "confinanti" ovvero Monza, che è 79esima e Como che è 68esima.

Ecco quindi i "voti" a Lecco

Ma veniamo ai singoli indicatori:

Se analizziamo la situazione  relativa alla qualità dell'aria Lecco non gode di ottima salite soprattutto per l'indicatore dell'ozono; meglio invece il valore relativo alle polveri sottili.

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Sul fonte acqua male i consumi idrici domestici e la dispersione. Ottima la performance sulla depurazione. Brilliamo per l'uso efficiente del suolo ma non per la proporzione tra numero di alberi e quello di abitanti. E ancora: promossi sul fronte di raccolta e differenziazione dei rifiuti, quantomeno rimandati a settembre a settembre nel settore mobilità, tanto per quanto riguarda il trasporto pubblico, quanto per quello delle piste ciclabili.

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La metodologia

Il punteggio nella classifica finale, in centesimi, viene assegnato sulla base dei risultati qualitativi ottenuti nei 18 indicatori conside­rati da Ecosistema Urbano e che coprono sei aree tematiche: aria, acqua, rifiuti, mobilità, ambiente urbano, energia.
I punteggi assegnati per ciascun indicatore identificano il tasso di sostenibilità della città reale rispetto a una città ideale (non troppo utopica visto che esiste almeno una città che raggiunge il massimo dei punti assegnabili per ognuno dei 18 indici considerati).
Nel computo complessivo va considerata poi l’assegnazione di un “bonus” per le città che si contraddistinguono in quattro ambiti: recupero e gestione acque, ciclo dei rifiuti, efficienza di gestione del trasporto pubblico, modal share.
Il bonus è pari a un terzo del peso complessivo degli indicatori che si riferiscono all’ambito prescelto.

Paese fatto di grandi questioni urbane non risolte

“Guardando all’Italia di Ecosistema Urbano, che esamina oltre 30mila dati raccolti attraverso questionari inviati da Legambiente ai 104 comuni capoluogo – ha spiegato Mirko Laurenti, responsabile di Ecosistema Urbano di Legambiente – emerge un Paese fatto di grandi questioni urbane non risolte – traffico, smog, perdite di rete idrica, produzione rifiuti – ma anche un’Italia che cerca di reagire. Lo dicono in qualche caso i nostri numeri, continua a crescere e a diffondersi, anche al Sud, ad esempio, la raccolta differenziata dei rifiuti, ma lo si vede più spesso analizzando le buone pratiche urbane. La sfida è proiettare le nostre città nel futuro, ragionandone a livello complessivo per costruire realtà sostenibili, funzionali e funzionanti. Bisogna considerare la civitas con l’uomo e l’ambiente al centro per innescare in modo strutturale quei cambiamenti capaci di guardare al futuro e che oggi si vedono solo a macchia di leopardo, spesso per iniziative di singoli cittadini, comitati o associazioni”.

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