Operazione GONE AWAY

Debiti con l'Erario per 19 milioni di euro. La Guardia di Finanza di Lecco arresta Antonio Baldan, re delle beauty farm

Il noto imprenditore era già ai domiciliari

Debiti con l'Erario per 19 milioni di euro. La Guardia di Finanza di Lecco arresta Antonio Baldan, re delle beauty farm
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Società leader nel settore estetico con debiti con l'erario per oltre 19 milioni di euro. Tre arresti della Guardia di Finanza di Lecco. I militari del Gruppo della Guardia di Finanza di Lecco, coordinati dal Sostituto Procuratore della Procura di Milano, Dott. Roberto Fontana, hanno infatti eseguito  tre ordinanze di custodia cautelare nei confronti di due amministratori ed una responsabile amministrativa di una società, che operava su tutti  in tutto il Territorio Nazionale ed all’Estero, leader nel settore della vendita di macchinari per l’estetica. Macchinari che erano stati venduti in grandi quantità nella nostra provincia. Ad essere arrestato e a finire ai domiciliari  per reati di natura fallimentare E' stato Antonio Baldan, 59 anni, re delle beauty farm e fondatore del Baldan Group, che per altro era già ai domiciliari. Destinatari del provvedimento anche  S.S. 67 anni e M.T. 62 anni, residenti in provincia di Milano.

Debiti con l'Erario per 19 milioni di euro. La Guardia di Finanza di Lecco arresta Antonio Baldan, re delle beauty farm

L’attività d’indagine, infatti, ha consentito di accertare che due società, entrambe attive nel settore della vendita di macchinari per l’estetica riconducibili ad Antonio Baldan, per le quali la Procura di Milano ha avanzato richiesta di fallimento, operassero sul mercato attraverso la sistematica omissione di ogni adempimento fiscale. In altre parole non pagavano alcuna tassa. Tale modus operandi ha costituito per anni una forma di auto-finanziamento.  Riprova ne  è la totale assenza, alla data della richiesta di fallimento, di debiti verso istituti di credito.

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Tutte queste condotte illecite sono state compite  inizialmente con una società sino al 2013. Poi sono  proseguite attraverso una nuova veste giuridica in cui sono stati  trasferiti tutti gli assets attivi, nonché i dipendenti della prima società, che ormai aveva debiti per oltre 12 milioni di euro  verso l’Erario. Gli indagati, inoltre, sempre per sottrarre a tassazione i proventi dell’attività d’impresa, avevano dato vita  una pluralità di società estere (nel Regno Unito, Olanda, Svizzera, Germania) che nella realtà dei fatti sono gestite, sotto ogni punto di vista operativo e amministrativo, totalmente attraverso la società italiana.

Da un lato, quindi, le società continuavano ad accumulare debiti tributari e previdenziali per oltre 19 milioni di euro, dall’altro lato gli amministratori, distraevano  fondi societari per propri fini personali ed emettevano fatture per operazioni inesistenti. Non solo ma ai tre viene contestato  anche l’utilizzo in compensazione di crediti tributari inesistenti e ’acquisizione di una società di diritto colombiana, operazione  quest'ultima priva di ogni ragione economica – imprenditoriale.

Arresti domiciliari per i tre indagati

Considerato il grave quadro indiziario ed aderendo alle ipotesi investigative avanzate dall’autorità giudiziaria  inquirente e dai militari del Gruppo della Guardia di Finanza di Lecco, il GIP del Tribunale di Milano, Dott. Carlo Ottone De Marchi, ha emesso tre  misure cautelari degli arresti domiciliari.

L’indagine si incardina nelle ordinarie attività di polizia economico-finanziaria di contrasto all’evasione fiscale eseguite dal Corpo, ma anche di tutela dei mercati e
della libera concorrenza. Ciò perchè  attraverso questi sistemi fraudolenti, i responsabili delle condotte illecite non solo hanno creato gravi danni per l’Erario, ma hanno anche alterato l’intero sistema economico tagliando fuori dal mercato le società̀ che, rispettando tutti gli adempimenti fiscali, a fronte delle stesse
prestazioni, non riescono a praticare gli stessi prezzi concorrenziali.

 

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