Crollo del ponte di Annone: le condanne sono definitive
La Cassazione ha chiuso definitivamente, almeno dal punto di vista giudiziario – perché il dolore resta – la tragica vicenda del crollo del ponte di Annone, costato la vita al civatese Claudio Bertini

La Cassazione ha chiuso definitivamente, almeno dal punto di vista giudiziario – perché il dolore resta – la tragica vicenda del crollo del ponte di Annone, costato la vita al civatese Claudio Bertini, 68 anni, morto il 28 ottobre 2016 sulla Strada Statale 36 a bordo della sua Audi A4 bianca, schiacciata dal peso di un tir dell’azienda di trasporti Nicoli S.p.A. (azienda di Albino, in provincia di Bergamo), che stava transitando sul viadotto quando questo è crollato sulla carreggiata sottostante.
Crollo del ponte di Annone: le condanne sono definitive
Nella serata di ieri, martedì 11 marzo 2025, i magistrati della quarta sezione della Corte di Cassazione di Roma hanno rigettato i ricorsi presentati dai legali di Angelo Valsecchi, dirigente della Provincia di Lecco, e di Andrea Sesana, di Oggiono, responsabile del servizio concessioni e reti stradali di Villa Locatelli, contro la sentenza emessa dalla Corte d'Appello.
Le pene nei confronti dei due imputati diventano quindi definitive: un anno e otto mesi per l’ingegner Valsecchi e un anno e quattro mesi per l’ingegner Sesana, con il beneficio della non menzione. Entrambi, in primo grado, erano stati condannati a pene superiori: il primo a tre anni e otto mesi, il secondo a tre anni e mezzo.
Nei precedenti gradi di giudizio erano già stati assolti Silvia Garbelli, funzionario tecnico del settore Pianificazione territoriale e grandi infrastrutture della Provincia di Bergamo, che aveva rilasciato il permesso di transito al tir della ditta Nicoli sul viadotto (in primo grado), e Giovanni Salvatore, capo del centro manutenzioni dell’Anas per la Lombardia (in Appello).
Aveva invece già scelto di patteggiare l’ingegner Roberto Torresan, di Busto Arsizio (Varese), che quattro anni prima del crollo aveva elaborato un progetto per la manutenzione dell'infrastruttura senza segnalare, secondo l’accusa, problemi statici, ma solo il degrado del ponte. La sua pena è stata fissata a un anno e due mesi, con sospensione condizionale.