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Coronavirus: la tecnologia ci aiuta, ma attenzione alle truffe

E' necessario prestare la massima attenzione per non cadere nei tanti tranelli come quello dei falsi rimborsi

Coronavirus: la tecnologia ci aiuta, ma attenzione alle truffe
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Coronavirus: la tecnologia ci aiuta, ma attenzione alle truffe. Nella situazione di distanziamento sociale in cui viviamo, utile a rallentare e, auspicabilmente, fermare la diffusione del contagio, l’ uso di strumenti elettronici come computer, tablet e telefoni cellulari consente di alleviare l’isolamento dai propri famigliari ed amici. Programmi di larga diffusione come whatsapp (che ora ha implementato anche la video chat di gruppo), Zoom, Facebook, o strumenti come la posta elettronica consentono di scambiarsi messaggi, immagini, video o addirittura di fare quelle che solo fino a poco tempo fa erano le videoconferenze riservate solo alle attività professionali. Senza citare attività come il disbrigo di pratiche bancarie per mezzo dell’home banking, l’ acquisto di beni online o ancora semplicemente ordinare la spesa a quegli esercizi che offrono il servizio di consegna a domicilio Il tutto gratuitamente (o quasi). Certo la cautela nell’uso di questi strumenti è d’ obbligo.

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Coronavirus: la tecnologia ci aiuta, ma attenzione alle truffe

Purtroppo, come nell’esempio riportato nella fotografia di copertina, questi mezzi possono essere utilizzati nelle maniere più svariate anche da malintenzionati che con tecniche subdole cercano di carpire informazioni sensibili allo sprovveduto che “abboccasse” alla truffa. Nell’esempio specifico, un utente lecchese ha ricevuto ieri da quella che sembra essere la sua banca, una e-mail in cui si prospetta un fantomatico rimborso per usufruire del quale l’ utente deve “cliccare” su un link che viene fornito. Ovviamente viene garantito che i dati personali forniti verranno usati dal mittente solo allo scopo specifico. Sono certamente le altre le mire dei truffatori che, una volta venuti in possesso dei dati possono perfino accedere al conto del truffato. Le banche hanno avvertito i loro clienti che tali informazioni non saranno mai richieste ai correntisti attraverso internet ma la prospettiva di un rimborso potrebbe essere allettante per qualcuno. Nel caso specifico si tratta di malviventi abbastanza sprovveduti; basta leggere bene l’ indirizzo e-mail del mittente per rendere inverosimile che la banca (INTESA, nel caso) spedisca e-mail dalla Croazia, ma ci sono truffe anche molto più sofisticate alla quale bisogna davvero fare attenziome

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