La cerimonia

Consegnate le medaglie d'onore ai familiari di 5 militari italiani deportati

Semplici sono state le parole con cui il Prefetto ha voluto rivolgersi ai più piccoli, i bambini della scuola primaria, per spiegare loro un triste pezzo di storia del nostro Paese

Consegnate le medaglie d'onore ai familiari di 5 militari italiani deportati
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Una cerimonia semplice, per non dimenticare il sacrificio di persone che hanno dato la vita per la libertà. Sono state consegnate nel pomeriggio di oggi, mercoledì 26 marzo 2025,  alla Scuola Primaria Abele Colombo di Monte Marenzo, alla presenza del Prefetto di Lecco Sergio Pomponio le 5 medaglie d’onore concesse dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, su proposta del presidente del Consiglio dei ministri, ai familiari di cittadini provenienti da differenti parti della provincia e internati nei lager nazisti o deportati in Germania.

Consegnate le medaglie d'onore ai familiari di 5 militari italiani deportati

Semplici sono state anche le parole con cui il Prefetto ha voluto rivolgersi ai più piccoli, i bambini della scuola primaria, per spiegare loro un triste pezzo di storia del nostro Paese ma anche il grande sacrificio di cui i loro stessi nonni e bisnonni si sono resi protagonisti per poter garantire oggi a tutti quanti un bene dall'inestimabile valore: la libertà.

"Oggi siamo qui per ricordare alcune persone che tanti anni fa, quasi 80, abitavano in questi paesi e che, da un giorno all'altro furono portati via - ha spiegato il Prefetto - Chi e perchè li ha portati via? I soldati nazifascisti. Perchè c'era la guerra. Queste persone avevano detto di essere contro tutto ciò, di voler essere liberi, di non volere dittature, di non volere essere comandati da nessuno, e di andare a lavorare per piacere e non per obbligo. Ottanta anni fa, si andava a scuola col sorriso perchè imparavano tante cose, ma qualche "cattivone" non voleva che questo accadesse".

Il prefetto Sergio Pomponio

Poi ancora: "Alcune di queste persone, non tutte, sono state prese una mattina e caricate su un camion e portate in una stazione ferroviaria dove c'erano tanti altri come loro: papà, mamme e fratelli, giovani e anziani, messi tutti in fila e portati in Germania. Non con un pullmann turistico, ma su carri ferroviari, tutti in piedi. Sono rimasti lì a lavorare, quasi senza mangiare. Tanti di loro sono morti, con il ricordo delle loro famiglie. Non hanno mai smesso di amare le persone che hanno lasciato a casa e di sperare di tornare. Era sempre inverno, vivevano in baracche senza riscaldamenti e pensavano al loro paese. Molti tornarono, e tanti altri oggi li ricordiamo con questa cerimonia, a cui partecipano i loro familiari, perchè hanno dato un esempio di come nonostante la violenza e la sopraffazione la vita è più forte. Noi abbiamo il dovere di ricordare il loro sacrificio di uomini liberi. Oggi siamo liberi di andare in giro e fare una carezza a chi vogliamo bene. Pensate quanto sarebbe triste non poterlo fare. Tutto questo però, non significherebbe nulla senza di voi, perchè voi bambini siete il futuro del nostro paese. Crescerete e quando sarete grandi vi renderete conto di quanto è  bella la libertà e il ricordo di queste persone che hanno dato un esempio così luminoso".

Presenti alla cerimonia anche i sindaci di Lecco Mauro Gattinoni,  di Merate Mattia Salvioni, di Olgiate Molgora Giovanni Battista Bernocco, di Cernusco Lombardone Gennaro Toto e di La Valletta Brianza Marco Panzeri, la presidente della Provincia di Lecco Alessandra Hofmann, il questore Stefania Marrazzo, il procuratore Ezio Domenico Basso e le autorità militari con i rappresentanti dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e della Polizia locale.

"E' per me un onore e un'emozione darvi il benvenuto per una cerimonia dal profondo valore storico e civile - ha affermato il sindaco Paola Colombo - Ciò che queste persone hanno vissuto non è solo una testimonianza del passato ma un monito, mai così attuale, per il nostro presente. Mi rivolgo ai bambini, per non dimenticare. Voglio dire che la libertà e democrazia che viviamo oggi non sono scontate ma frutto del sacrificio di persone che erano i vostri nonni e bisnonni, il cui esempio deve restare vivo ogni giorno e deve essere da guida per le scelte quotidiane, ispirazione per il nostro impegno civile e fondamenta per i valori su cui costruire il futuro".

Il sindaco Paola Colombo

La consegna delle medaglie

Primi ad essere chiamati a ritirare la medaglia sono stati Giovanni e Gustavo Centenaro di Monte Marenzo, figli di Alessio Centenaro, nato a Santa Giustina in Colle (PD) il 13 aprile 1905, deportato in Germania come militare internato italiano e protagonista di un'estenuante resistenza dopo aver scelto l'integrità morale. Nel maggio 1945, riesce a scappare, attraversando a piedi l'Europa, in un viaggio lungo e pericoloso, e dopo 3 mesi riesce a tornare a casa e riabbracciare i suoi figli.

La famiglia Centenaro

La seconda medaglia è stata assegnata a Carlo Riceputi, nato a Carona (Bergamo) il 03 marzo del 1916 e ritirata dalla figlia Ornella con la nuora Erminia Fumagalli di La Valletta Brianza dalle mani del sindaco di La Valletta Brianza Marco Panzeri.

La famiglia Riceputi

"Mio papà era originario della Val Brembana e all'epoca aveva già svolto il suo servizio militare con congedo illimitato - ha affermato la figlia Ornella - Ha iniziato a essere chiamato alle armi dal '37  fino al '43 alternando periodi per congedo agricolo per aiutare la famiglia. Anche mio padre è stato caricato e portato in Germania, l'8 settembre del '43, ad Amburgo in un campo di concentramento. Li rimane fino a maggio '45 e per far ritorno a casa è passato dal Brennero e arrivò a Bergamo il 3 Agosto".

E' stata poi la volta di  Luigi Gironi, nato a Santa Maria di Rovagnate il 14 aprile  del 1907 la cui medaglia è stata consegnata dal sindaco di La Valletta Brianza Marco Panzeri e da quello di Merate Mattia Salvioni nelle mani dei figli Carlo e Roberto Gironi di Merate.

La famiglia Gironi

"Ricordiamoci di questi nostri testimoni che ora, dall'alto, avranno qualche lacrima di gioia per non essere stati dimenticati hanno passato cose non tanto belle - ha raccontato Roberto Gironi - Il secondo pensiero va a questi ragazzi, quando impariamo qualcosa di nuovo dobbiamo comunicarlo e dirlo ai nostri amici, aiutarsi a vicenda e gioire insieme. Dobbiamo imparare da quelli grandi e insegnare ai più piccoli ad aiutare, in famiglia e fuori, che è importante. Il bene va costruito".

Passerella d'onore anche per Sandro Lavelli di Merate e Isabella Lavelli di Olgiate Molgora, figlio e nipote di Alessandro Lavelli, nato a Lecco il 01 agosto1924.

La famiglia Lavelli

"Anche Alessandro era un internato militare italiano, abbandonato dal suo paese, senza alcun diritto e senza una patria - racconta Isabella Lavelli - Oggi questo riconoscimento da parte dello stato è molto importante perchè viene riconosciuto come combattente per la libertà. Alessandro è stato deportato ventenne, e non ha fatto ritorno, morendo in Germania. Queste persone, per sempre giovani, hanno lasciato famiglie con una ferita aperta e va ricordata la loro sofferenza".

Ultima, ma non in ordine di importanza, la medaglia consegnata a Carlo e Francesco Carzaniga di Cernusco Lombardone, dal sindaco Gennaro Toto, in memoria di Francesco Savoia, nato a Rivoli Veronese il 12 settembre 1916.

"Diventato militare nel maggio del '38, ha combattuto in Albania e Grecia prima e poi in Russia - ha spiegato il nipote Francesco - E' stato ferito e salvato da una ragazza che lo ha nascosto per 15 giorni. E' tornato a febbraio in Italia e da Alpino è diventato Caporal Maggiore. L'8 settembre, mentre tornava dai suoi genitori a Chiavenna è stato catturato dai tedeschi e portato in Prussia".

Prima di procedere alla consegna delle onorificenze, un ringraziamento è stato rivolto al sindaco di Monte Marenzo Paola Colombo e al dirigente scolastico Giuseppe Andrea Fidone per  l'ospitalità, l'accoglienza e la collaborazione.

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