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Baby Gang beccato a Lecco rimedia una denuncia

Era in via via Paolo Pio Perazzo all’una e mezza del mattino con un gruppo di amici

Baby Gang beccato a Lecco  rimedia una denuncia
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Musica ad alto volume, grida, schiamazzi e al centro di tutto lui, Baby Gang, al secolo Zaccaria Mouhib il rapper 21enne che a Lecco  non potrebbe mettere piede. Già, perché ha in mano un Daspo (che scadrà a settembre) che gli impone di stare alla larga dalla città. E invece...lui , che ama rappresentarsi come un antieroe, non se ne cura affatto.

Baby Gang beccato a Lecco rimedia una denuncia

"La città è mia" ha ripetuto più volte sui social. Ecco allora che nella notte fra giovedì e venerdì è tornato della scorsa settimana  a Lecco, in compagnia di un gruppo eterogeneo di amici e si è piazzato in via Paolo Pio Perazzo nei pressi di un noto locale. Magari sarebbe passato inosservato se con la sua combriccola non avesse fatto tanto baccano da non consentire ai residenti di prendere sonno. E questo alla una e mezza del mattino.

Ecco allora che sul posto è arrivata una pattuglia dei Carabinieri di Lecco che ha identificato la banda di schiamazzatori. Con lui c’erano tre albanesi un 19enne, un 32enne e un 23enne residenti fra la città e il territorio e poi un 26enne della Guinea, residente nell’Oggionese, un nigeriamo di 23 anni e infine un macedone di 19.

Quando i militari sono giunti sul posto i giovani stavano chiacchierando, mentre la musica l’avevano già spenta. Perciò a finire nei guai è stato solo il rapper che è stato denunciato per non aver rispettato il foglio di via obbligatorio.

E non è neppure la prima volta che il giovane viola il divieto. Ad aprile le Forze dell’ordine lo avevano già beccato. Non appena aveva varcato i confini della città, a bordo di un’auto, una pattuglia della Polizia di Stato lo aveva notato e lo aveva fermato. Così per un po’ di tempo il rapper era rimasto nei corridoi della Questura dove alla fine gli era stata formalizzata la denuncia.

Niente sorveglianza speciale ma tanti Daspo per Baby Gang

E pensare che solo qualche mese fa i giudici della sezione «Misure di prevenzione» del Tribunale di Milano avevano respinto la richiesta avanzata dalla Questura di Sondrio di sorveglianza speciale. E quello di Lecco non è l’unico Daspo a pendere sulla sua testa perché ci sono anche quelli di Milano, Cattolica, Misano Adriatico, Riccione, Rimini, Bellaria e Igea Marina.

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