Assolto dopo aver picchiato due donne in stazione. Il tribunale di Lecco: "Giustizia è stata fatta"
Ora è in ospedale psichiatrico giudiziario e quando uscirà non sarà libero, ma sarà sottoposto periodicamente a perizia.

A distanza di quasi tre settimane dall'assoluzione di Aboduel Manaf Cocobissi, il 24enne originario del Togo in Italia con regolare permesso di soggiorno finito a processo per aver picchiato due donne nel sottopasso della stazione ferroviaria di Lecco lo scorso 9 settembre scorso, il Tribunale di Lecco interviene sulla vicenda che ha avuto un enorme impatto politico e mediatico, anche a livello nazionale.
Assolto dopo aver picchiato due donne in stazione
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Lo fa, in via decisamente eccezionale, a memoria mai percorsa a Lecco, attraverso una nota ufficiale del giudice Dario Colasanti, in questo caso nelle vesti del responsabile della comunicazione del Tribunale. Troppe le distorsioni, altrettante le inesattezze: questo ha spinto la Giustizia Lecchese a prendere una posizione ufficiale.
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E' in ospedale psichiatrico giudiziario
Innanzitutto si legge nella nota "non risponde al vero che a seguito dell'assoluzione l'aggressore sia stato liberato in quanto ne è stata valutata la pericolosità sociale ed è stata conseguentemente disposta la misura di sicurezza dell'ospedale psichiatrico giudiziario con decorrenza immediata".
"Giustizia è stata fatta"
E ancora. "Non è accettabile definire l'infermità di mente una scusa cui il giudice è ricorso per pronunciare l'assoluzione e lamentare che non si sia fatta giustizia. Al contrario la sentenza è stata pronunciata all'esito di una perizia psichiatrica che ha accertato la totale infermità mentale dell'imputato. Di conseguenza il giudice ha pronunciato l'assoluzione in applicazione di una precisa disposizione di legge che recepisce il consolidato principio di civiltà giuridica secondo il quale chi è incapace di intendere e volere non può essere condannato a una pena ma deve essere sottoposto a diversa misura di cura e contenimento".
Non tornerà libero
Aboduel Manaf Cocobissi non tornerà libero assicura il giudice Colasanti. "Sarà sottoposto periodicamente a perizia e, laddove la pericolosità sociale risultasse confermata, la misura potrà essere prorogata fino al limite massimo stabilito dalla legge coincidente con il massimo della pena dunque la conclusione espressa da alcune fonti nella specie le esigenze di tutela sociale sarebbero state trascurate, costituisce un giudizio reso alla stregua di elementi di fatto non rispondenti al vero o distorti"