A Lecco torna la Marcia della Pace

La marcia è ispirata al messaggio di papa Francesco per la 53° giornata mondiale della pace 2020 e quest'anno durante la manifestazione troverà ampio spazio anche la tematica ambientale.

A Lecco torna la Marcia della Pace
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A Lecco torna la Marcia della Pace. La data da segnare sul calendario è quella di domenica 19 gennaio 2020 e la manifestazione è organizzata da associazioni e gruppi del territorio, con le comunità pastorali e le parrocchie della città e del decanato. In campo, in particolare  Acli, Azione Cattolica, Caritas, Cif, Comunione e liberazione, Comunità di via Gaggio, Meic.

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A Lecco torna la Marcia della Pace

La marcia è ispirata al messaggio di papa Francesco per la 53° giornata mondiale della pace 2020 e quest'anno durante la manifestazione troverà ampio spazio anche la tematica ambientale. "Ringraziamo il  il Politecnico di Milano, polo territoriale di Lecco, per la gentile concessione degli spazi - spiegano gli organizzatori - e  il Comune di Lecco per la disponibilità al dialogo con i ragazzi nella sala consigliare".

Il programma della Marcia della Pace 2020

Ore 14.45 accoglienza nel cortile del Politecnico, introduzione
Ore 15.00 nell'aula Magna del Politecnico: SERVIZIO DELLA MEMORIA
Testimonianze e video in ricordo di alcuni momenti di conflitto: Africa, Balcani anni ‘90 e Seconda guerra mondiale a Lecco

Avvio della Marcia verso il centro città
Ore 16.00 in Piazza Garibaldi: CONVERSIONE ECOLOGICA
flash mob

Secondo tratto della Marcia lungo via Roma – piazza XX Settembre
Ore 16.30 in Basilica S. Nicolò: RICONCILIAZIONE, SOLIDARIETA' E FRATERNITA'
Alcune esperienze concrete di pace a Lecco
Preghiera a cura dell’Azione Cattolica

Festa e merenda in musica sul sagrato (in oratorio in caso di maltempo)

Termine entro le 17.45

Per chi non può venire a piedi, si consiglia il parcheggio a pagamento nell'area del mercato "La Piccola"

 

Speciale ragazzi

Alle 15 i ragazzi ACR e gli altri ragazzi presenti si recheranno nella sala consigliare del Comune di Lecco per un dialogo con gli amministratori in continuità con il cammino ACR “E’ la città giusta! – Piazza la Pace” . Al termine raggiungeranno gli adulti in piazza Garibaldi alle 16 e la manifestazione proseguirà unita.

Alcuni passaggi del Messaggio di Papa Francesco

LA PACE COME CAMMINO DI SPERANZA:
DIALOGO, RICONCILIAZIONE E CONVERSIONE ECOLOGICA

1. La pace, cammino di speranza di fronte agli ostacoli e alle prove
La pace è un bene prezioso, oggetto della nostra speranza, al quale aspira tutta l’umanità. Sperare nella pace è un atteggiamento umano che contiene una tensione esistenziale, per cui anche un presente talvolta faticoso «può essere vissuto e accettato se conduce verso una meta e se di questa meta noi possiamo essere sicuri, se questa meta è così grande da giustificare la fatica del cammino». In questo modo, la speranza è la virtù che ci mette in cammino, ci dà le ali per andare avanti, perfino quando gli ostacoli sembrano insormontabili.
Ogni guerra, in realtà, si rivela un fratricidio che distrugge lo stesso progetto di fratellanza, inscritto nella vocazione della famiglia umana.
La guerra, lo sappiamo, comincia spesso con l’insofferenza per la diversità dell’altro, che fomenta il desiderio di possesso e la volontà di dominio. Nasce nel cuore dell’uomo dall’egoismo e dalla superbia, dall’odio che induce a distruggere, a rinchiudere l’altro in un’immagine negativa, ad escluderlo e cancellarlo. La guerra si nutre di perversione delle relazioni, di ambizioni egemoniche, di abusi di potere, di paura dell’altro e della differenza vista come ostacolo; e nello stesso tempo alimenta tutto questo.
Molti, in ogni parte del mondo, offrono alle future generazioni il servizio imprescindibile della memoria, che va custodita non solo per non commettere di nuovo gli stessi errori o perché non vengano riproposti gli schemi illusori del passato, ma anche perché essa, frutto dell’esperienza, costituisca la radice e suggerisca la traccia per le presenti e le future scelte di pace.
Ancor più, la memoria è l’orizzonte della speranza: molte volte nel buio delle guerre e dei conflitti, il ricordo anche di un piccolo gesto di solidarietà ricevuta può ispirare scelte coraggiose e persino eroiche, può rimettere in moto nuove energie e riaccendere nuova speranza nei singoli e nelle comunità.
Il mondo non ha bisogno di parole vuote, ma di testimoni convinti, di artigiani della pace aperti al dialogo senza esclusioni né manipolazioni. Infatti, non si può giungere veramente alla pace se non quando vi sia un convinto dialogo di uomini e donne che cercano la verità al di là delle ideologie e delle opinioni diverse.
Nella nostra esperienza cristiana, noi facciamo costantemente memoria di Cristo, che ha donato la sua vita per la nostra riconciliazione (cfr Rm 5,6-11). La Chiesa partecipa pienamente alla ricerca di un ordine giusto, continuando a servire il bene comune e a nutrire la speranza della pace, attraverso la trasmissione dei valori cristiani, l’insegnamento morale e le opere sociali e di educazione.
3. La pace, cammino di riconciliazione nella comunione fraterna
Non vi sarà mai vera pace se non saremo capaci di costruire un più giusto sistema economico. Come scriveva Benedetto XVI, dieci anni fa, nella Lettera Enciclica Caritas in veritate: «La vittoria del sottosviluppo richiede di agire non solo sul miglioramento delle transazioni fondate sullo scambio, non solo sui trasferimenti delle strutture assistenziali di natura pubblica, ma soprattutto sulla progressiva apertura, in contesto mondiale, a forme di attività economica caratterizzate da quote di gratuità e comunione» (n. 39).
4. La pace, cammino di conversione ecologica
Di fronte alle conseguenze della nostra ostilità verso gli altri, del mancato rispetto della casa comune e dello sfruttamento abusivo delle risorse naturali – viste come strumenti utili unicamente per il profitto di oggi, senza rispetto per le comunità locali, per il bene comune e per la natura – abbiamo bisogno di una conversione ecologica.
La conversione ecologica alla quale facciamo appello ci conduce quindi a un nuovo sguardo sulla vita, considerando la generosità del Creatore che ci ha donato la Terra e che ci richiama alla gioiosa sobrietà della condivisione. Tale conversione va intesa in maniera integrale, come una trasformazione delle relazioni che intratteniamo con le nostre sorelle e i nostri fratelli, con gli altri esseri viventi, con il creato nella sua ricchissima varietà, con il Creatore che è origine di ogni vita. Per il cristiano, essa richiede di «lasciar emergere tutte le conseguenze dell’incontro con Gesù nelle relazioni con il mondo».
Si tratta prima di tutto di credere nella possibilità della pace, di credere che l’altro ha il nostro stesso bisogno di pace. In questo, ci può ispirare l’amore di Dio per ciascuno di noi, amore liberante, illimitato, gratuito, instancabile.

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