ieri sera alla casa sul pozzo

Variante di Vercurago, i cittadini di Chiuso: "Se dev'essere realizzata per forza, chiediamo almeno di essere tutelati"

Ieri sera l'incontro per presentare alla cittadinanza i tre progetti proposti da Anas

Variante di Vercurago, i cittadini di Chiuso: "Se dev'essere realizzata per forza, chiediamo almeno di essere tutelati"
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"Se dev'essere realizzata per forza, chiediamo almeno di essere tutelati": sono tutti d'accordo i cittadini di Chiuso che, nella serata di ieri, giovedì 28 settembre 2023, hanno partecipato all'incontro alla Casa sul Pozzo, volto a spiegare alla cittadinanza i tre progetti presentati da Anas per la realizzazione della variante di Vercurago.

Variante di Vercurago, i cittadini di Chiuso: "Se dev'essere realizzata per forza, chiediamo almeno di essere tutelati"

Alla serata, introdotta da Luca Dossi, coordinatore del Comitato di Chiuso, erano presenti il sindaco di Lecco Mauro Gattinoni, il sindaco di Vercurago Paolo Giovanni Lozza e il dirigente dell'area tecnica comunale, Alessandro Crippa.

 

Luca Dossi, Mauro Gattinoni e Alessandro Crippa

 

Come ha spiegato il sindaco, dal momento in cui il progetto della realizzazione della Lecco-Bergamo è diventato di competenza di Anas, l'ente lo ha analizzato e martedì scorso, 19 settembre, ha presentato le tre ipotesi che riguardano il lotto 2, cioè San Girolamo.

"Tutte e tre le opzioni hanno in comune l'entrata a Vercurago e l'uscita a Calolzio - ha spiegato Gattinoni - Ma cambia il tracciato che le collega. Per motivi di ordine strettamente geologico, i tecnici di Anas hanno proposto tre soluzioni diverse. Questa riunione ha lo scopo di raccogliere dei pareri, che poi il Comune dovrà esprimere entro il 4 ottobre. Toccherà poi al commissario Luigi Valerio Sant'Andrea prendere una decisione. Da quel momento, saranno necessari da 18 mesi a due anni per mettere a punto il progetto e da quattro a cinque anni per realizzarlo".

Le tre opzioni proposte da Anas: da 230 a 300 milioni di euro, alcune risultano essere più impattanti di altre

E' toccato poi al dirigente Crippa illustrare dal punto di vista tecnico e ingegneristico le tre opzioni proposte da Anas:

  • la prima soluzione prevede la realizzazione degli scavi attraverso consolidamenti sub verticali, effettuando delle perforazioni dal piano di campagna. Questa opzione comporterebbe la sospensione dell'occupazione temporanea di alcuni fabbricati o la loro demolizione, soprattutto nell'area di Vercurago e di Calolzio. Il costo di questa opzione ammonta a 230 milioni di euro;
  • la seconda soluzione prevede uno scavo meccanizzato con la cosiddetta talpa. Questa opzione non comporta opere di consolidamento, quindi non necessita di sgomberi o demolizioni, tuttavia necessita di tempi più lunghi e di un costo maggiore, che ammonta a 300 milioni di euro;
  • la terza soluzione prevede uno scavo realizzato attraverso consolidamenti sub verticali, come nel caso della prima opzione, ma, al fine di ridurre le aree di interferenza esterna, comporta un tracciato più lungo, quindi il costo sale a 260 milioni di euro.

 

 

La prima e la terza opzione prevedono anche l'occupazione di circa metà dell'area parcheggio del Bione per il trattamento del materiale scavato, mentre l'opzione 2 non comporta la presenza di un'area di cantiere esterna.

I tecnici di Anas hanno confrontato i diversi parametri in gioco e, dalla loro analisi, la terza opzione risulta essere la migliore.

 

 

Il Comune si orienterà verso l'ipotesi meno impattante

Il sindaco ha sottolineato come il Comune esprimerà un orientamento verso l'ipotesi che risulta meno impattante sulla popolazione e che in ogni caso non ci sarà un'area di stoccaggio del materiale di scavo nel parcheggio del Bione, perchè l'area sarà già interessata dai lavori per il quarto ponte e perchè il campo 5, a livello del piano di sicurezza stilato dalla Protezione civile, risulta come area da destinarsi ad un'eventuale maxi emergenza. Dunque, come ha precisato il primo cittadino, l'eventuale area di stoccaggio, se si scegliesse una delle opzioni che la contempla, verrebbe individuata in un'altra zona del Bione, diversa da quella del parcheggio, oppure nella zona del Lavello.

"Si tratta di un'opera importante - ha aggiunto il sindaco di Vercurago - perchè su questa strada transitano tutti i giorni 30 mila veicoli, di cui 3000 pesanti. Io escluderei l'opzione due, perchè Anas ha valutato le diverse tipologie di deformazioni permanenti al territorio, e la talpa ne produce di più rispetto alle altre modalità di scavo".

 

Paolo Giovanni Lozza

 

A fine serata è stata data la parola ai cittadini di Chiuso, numerosi all'incontro di ieri, che hanno espresso il loro parere senza troppi filtri. La maggior parte di loro ritiene che l'opera non debba essere realizzata: "Oggi ci troviamo all'anno zero, in tutto questo tempo sono solo stati buttati via decine di migliaia di euro di denaro pubblico. E' stata un'agonia durata 12 anni", "dovremo vivere per anni in un cantiere", sono solo alcune delle tante polemiche sollevate dai residenti.

 

Gattinoni: "Dobbiamo essere pragmatici, è una scelta che non spetta a noi"

E il sindaco non ha smentito: "Gestire un cantiere sarà un bel calvario - ha ammesso - Questo percorso è nato nel 2004 e si è concluso con un buco perchè la Provincia è partita con un'impresa ciclopia per la quale non possedeva mezzi sufficienti. Grazie al pressing del consigliere regionale Fragomeli, qui presente, l'opera è passata ad Anas, che offre una garanzia in più: 159 milioni di euro sono già stati stanziati, gli altri 94 sono previsti per le opere olimpiche, ragion per cui il commissario deciderà in fretta, se non vuole perdere questi fondi. Quindi, stando alle carte, potremmo disporre di 253 milioni di euro, che coprirebbero la prima e la terza soluzione, ma non la seconda, perchè per arrivare a 300 milioni ne servirebbero altri 50. Oggi dobbiamo essere anche pragmatici, questa è una scelta che non spetta a noi, ma, in buona coscienza, posso assicurarvi che questa opera potrebbe davvero marciare in tempi che finora non si sono mai visti".

 

Mauro Gattinoni

 

"Se l'opera dovrà essere realizzata per forza, chiediamo di essere tutelati"

In conclusione, Dossi ha sottolineato al pubblico, deluso e irritato, come la serata di ieri non costituisse un'occasione per decidere se realizzare o meno l'opera, perchè la decisione spetta ad Anas, ma fosse finalizzata semplicemente alla presentazione delle tre opzioni progettuali alla cittadinanza. Ha poi chiosato: "Noi, come Comitato di Chiuso, ci sentiamo in dovere di dire che quest'opera ci porterà dei danni e che quindi preferiremmo che non venisse realizzata. Tuttavia, se per cause di forza maggiore dovrà essere realizzata per forza, allora chiediamo di essere tutelati, perchè il rischio è davvero quello di vivere un incubo reale: la comunità di Chiuso ha bisogno di essere supportata".

 

Luca Dossi
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