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Sanatorie edilizie, nel Lecchese 19 Comuni coinvolti, ma i controlli antimafia restano carenti

Tra i 161 Comuni lombardi che hanno ricevuto almeno una richiesta di sanatoria edilizia, 144 (pari all’89,44%) non hanno effettuato alcuna verifica. Solo 13 Comuni (8,07%) hanno attivato forme di controllo consultando banche dati o richiedendo certificazioni alla Procura.

Sanatorie edilizie, nel Lecchese 19 Comuni coinvolti, ma i controlli antimafia restano carenti
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In provincia di Lecco sono 19 i Comuni coinvolti nel monitoraggio regionale sulle sanatorie edilizie promosso dalla Commissione Speciale Antimafia e condotto dal Comitato Tecnico Scientifico. Il dato rappresenta l’8,68% del totale lombardo, ma ciò che preoccupa è la carenza generalizzata nei controlli antimafia sui procedimenti di regolarizzazione edilizia.

Il monitoraggio, riferito al quadriennio 2020-2023, ha coinvolto 219 Comuni in tutta la Lombardia con l’obiettivo di verificare l’effettiva applicazione dei controlli sui requisiti soggettivi dei richiedenti le sanatorie, per evitare che soggetti condannati per mafia o riciclaggio possano beneficiare di tali provvedimenti.

Sanatorie edilizie, nel Lecchese 19 Comuni coinvolti, ma i controlli antimafia restano carenti

Tra i 161 Comuni lombardi che hanno ricevuto almeno una richiesta di sanatoria edilizia, 144 (pari all’89,44%) non hanno effettuato alcuna verifica. Solo 13 Comuni (8,07%) hanno attivato forme di controllo consultando banche dati o richiedendo certificazioni alla Procura. Soltanto 4 Comuni (2,48%) hanno adottato un sistema di controllo a campione.

In merito alla documentazione acquisita:

  • 106 Comuni (65,84%) non hanno richiesto alcuna certificazione;

  • 33 Comuni (20,5%) si sono affidati ad autocertificazioni;

  • solo 7 Comuni (4,35%) hanno richiesto e acquisito il certificato del casellario giudiziario.

Secondo quanto sottolineato dalla presidente della Commissione, Paola Pollini, è urgente “chiarire a livello normativo che i controlli antimafia devono essere applicati a tutte le forme di sanatoria, comprese SCIA e CILA”, oltre a promuovere formazione per i funzionari comunali e aggiornare il portale SUE, affinché supporti le verifiche antimafia nelle fasi istruttorie.

Le sanatorie edilizie non devono trasformarsi in uno strumento di legittimazione – ha dichiarato Pollini –. Serve un impegno concreto per costruire una pubblica amministrazione più consapevole, capace di difendere il territorio anche nei dettagli amministrativi”.

Le province coinvolte

I 219 Comuni coinvolti nel monitoraggio sono distribuiti su tutte le 12 province lombarde:

  • Brescia: 40 Comuni (18,26%)

  • Milano: 31 Comuni (14,16%)

  • Bergamo: 28 Comuni (12,79%)

  • Varese: 24 Comuni (10,96%)

  • Pavia: 20 Comuni (9,13%)

  • Lecco: 19 Comuni (8,68%)

  • Como: 12 Comuni (5,48%)

  • Cremona: 12 Comuni (5,48%)

  • Sondrio: 10 Comuni (4,57%)

  • Mantova: 9 Comuni (4,11%)

  • Monza e Brianza: 7 Comuni (3,20%)

  • Lodi: 7 Comuni (3,20%)

In conclusione

La fotografia che emerge dal monitoraggio è chiara: meno del 5% dei Comuni lombardi ha rispettato pienamente la normativa (D.L. 269/2003). La maggior parte degli enti si è affidata ad autocertificazioni, con rischi evidenti per l’infiltrazione di soggetti legati alla criminalità organizzata.

Nel lecchese, i 19 Comuni coinvolti rappresentano un campione significativo che impone riflessioni e interventi mirati, per evitare che la mancanza di controlli si traduca in varchi pericolosi nella difesa del territorio.

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