importante convegno

Popolazione lecchese sempre più vecchia, serve fare squadra per sostenere gli anziani

Dossi: «In provincia di Lecco il 24% della popolazione è over 65. solo, su una popolazione di 337mila persone, 34 mila sono fragili, 19mila disabili2

Popolazione lecchese sempre più vecchia, serve fare squadra per sostenere gli anziani
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«Invecchiamento della popolazione. Servono azioni di sistema». E’ il titolo dell’incontro organizzato nella mattinata di oggi, martedì 9 luglio  in sala Ticozzai da Auser Lecco in collaborazione con il Centro di ricerca Cergas Sda Bocconi, Ats Brianza, Asst Lecco, Uneba Lecco, Essity e Conferenza dei Sindaci del Distretto di Lecco.
Tutti insieme per affrontare una tema improrogabile: la popolazione italiana (e lecchese) è sempre più anziana, manca un ricambio generazionale che possa pagare le tasse e supportare i servizi che sono sempre più costosi e sempre meno alla portata delle famiglie. Ma dall’altra parte è necessario che gli anziani siano partecipi della vita sociale e culturale della città, perché - lo ha precisato il presidente Auser Claudio Dossi - «anziano non è sinonimo di bisogno» ma può rappresentare una ricchezza.
L’invecchiamento attivo è stato definito dall'Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2002 come «il processo di ottimizzazione delle opportunità di salute, partecipazione e sicurezza per migliorare la qualità della vita delle persone che invecchiano».

Popolazione lecchese sempre più vecchia, serve fare squadra per sostenere gli anziani

«In provincia di Lecco il 24% della popolazione è over 65 - ha aggiunto Dossi - Non solo, su una popolazione di 337mila persone, 34 mila sono fragili, 19mila disabili. Ecco allora che con Auser, che ha 450 volontari e venti sedi abbiamo effettuato 40mila trasporti sociali nei luoghi di cura e a settembre grazie ad un bando di Regione Lombardia metteremo in campo nuovi servizi (prenotabili da una piattaforma web) verso i luoghi di cultura».

«Anche negli ultimi mesi - ha aggiunte il presidente Auser Lecco - abbiamo partecipato a bandi che se verranno approvati potranno farci partecipare a nuove attività come telemedicina, la teleassistenza e la domotica. Potremo inoltre sperimentare l’uso dell’intelligenza artificiale a tutela degli anziani e a favore delle famiglie».
Ma ora serve, in tempi brevi formare il personale, i cargiver ma anche i «nonni». «Per farlo è necessario un grande aiuto da parte degli ambiti territoriali affinché queste azioni siano sostenute. Serve un’importante campagna che possa insegnare la digitalizzazione agli over 65. Le stesse case di comunità potrebbero essere degli incubatori di queste azioni, con la presenza di medici, fisioterapisti, infermieri e molto volontariato».

E poi c’è tutto il mondo delle strutture residenziali, ha aggiunto Dossi. «Come devono adattarsi queste strutture per rispondere in modo efficace alle esigenze della popolazione anziana in crescita? Non sono poi da sottovalutare le conseguenze del sistema pensionistico riformato nel 1995 che nel 2037 completerà il suo percorso e scomparirà definitivamente l’attuale pensione mista di tipo contributivo e retributivo e diventerà solo contributiva. Questo significa che gli ospiti in Rsa avranno meno disponibilità economiche e ci sarà un maggiore carico sulle famiglie».

Per risolvere tutti questi problemi, le conclusioni, serve una grande alleanza «e agire con tempestività su come accompagnare l’invecchiamento della popolazione del nostro territorio. Auspichiamo possa nascere un osservatorio dedicato proprio all’invecchiamento della popolazione composto da tutte le parti in causa che possa monitorare la situazione. Infine serve ragionare sul tema del Welfare aziendale, una nuova frontiera che possa affrontare il tema degli anziani».

Un ruolo fondamentale in tutto questo lo giocherà il volontariato che dovrà essere di supporto verso la riduzione dell’isolamento, di sostegno alla mobilità interagendo con i servizi territoriali e con le Rsa.

Il sindaco Mauro Gattinoni, intervenuto per portare il suo saluto è partito dalla discussione, in corso in questi mesi sul Pgt (Piano di governo del territorio). «Nella dislocazione dei servizi - ha puntualizzato - si cercherà di capire dove collocare, scuole, asili, case di comunità. Si dovrà decidere se decentrare per avvicinare alcuni servizi socio assistenziali ai quartieri... Si prevede ovviamente un piano dei servizi se il servizio arriva quindi il discorso deve essere esteso alla rete dei soggetti coinvolti».
Altro tema affrontato dal primo cittadino sono le azioni di sistema «integrate a favore degli anziani o dei grandi anziani». «La fascia di età fra i 65 e 75 anni tiene in piedi quattro generazioni: la propria, quella dei loro genitori, dei loro figli e dei nipoti». E ancora. «Ci sono sempre meno giovani e quindi sempre meno lavoratori che pagano le tasse che servono per sostenere i servizi».

Hanno invece spiegato Giovanni Forti, Elisabetta Notarnicola ed Eleonora Perobelli docenti ricercatori della Bocconi: «I dati mostrano che il settore dell’assistenza agli anziani non può può essere considerato come secondario. Per poter dare risposta hai bisogno di cura degli anziani è necessaria un alleanza tra policy maker e provider sul piano formativo e sul piano economico, un'azione di sistema che lega l'insieme delle risorse in campo, indipendentemente dai soggetti che le detengono, e ambisca ad un'offerta in grado di orientale meglio l'utilizzo di queste risorse. Infine condizione indispensabile per la sostenibilità del settore è l'offerta di un ventaglio di servizi più vicino ai bisogni delle persone non autosufficienti e delle loro famiglie».

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