Più di 200 metalmeccanici lecchesi in sciopero a Bergamo
La manifestazione è stata indetta per il mancato rinnovo del contratto nazionale del lavoro.

Più di 200 metalmeccanici lecchesi in sciopero a Bergamo. Da Lecco questa mattina, venerdì 20 giugno 2025, sono partiti due autobus diretti verso il capoluogo orobico mentre uno è partito da Merate. Altri lavoratori sono arrivati in auto per prendere parte alla manifestazione organizzata a sostegno del rinnovo del Contratto nazionale del lavoro ormai scaduto.
Tanti metalmeccanici lecchesi allo sciopero di Bergamo
Lo sciopero era stato indetto da Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil per questa mattina. A Bergamo si stima che ci fossero circa 5mila le persone fra le quali anche oltre 200 lecchesi, 150 dei quali sono partiti questa mattina alle 7.45. Uomini e donne che hanno sfilato in corteo da Piazzale Marconi fino a Piazza Vittorio Veneto.
Da sempre il comparto metalmeccanico è il pilastro dell’economia lecchese, dove le imprese operanti nel settore sono quasi 2mila e occupano circa 32mila persone, pari al 28% di tutti gli occupati del territorio, un dato che rende Lecco la prima provincia in Italia per incidenza degli addetti metalmeccanici sul totale.
Fabio Anghileri: "Sempre più metalmeccanici aderiscono agli scioperi"
"Sempre più metalmeccanici del lecchese aderiscono agli scioperi - spiega Fabio Anghileri segretario generale della Fiom di Lecco - La proclamazione di ulteriori 8 ore di astensione dal lavoro , dopo le 32 già effettuate, si è resa necessaria per rimuovere il blocco della contrattazione collettiva nazionale e superare l'intransigenza delle associazioni datoriali che nei fatti stanno impedendo l'avvio di un vero negoziato sulla base delle piattaforme democraticamente approvate dalle lavoratrici e dai lavoratori metalmeccanici. Posso dire che, senza tema di essere smentito, in molte aziende del nostro territorio l'adesione è stata davvero alta sintomo che il tema è davvero sentito".
Nel settore in Lombardia operano 44 mila imprese e oltre 500 mila addetti e "ci troviamo oggi a fronteggiare delocalizzazioni, chiusure di stabilimenti e perdita di competitività".
Nutrita anche la delegazione della Uil del Lario.

