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Il Lavello spalanca il cuore e le porte ai profughi ucraini

Nemmeno il tempo di “alzare le serrande“ che la nuova Locanda Leonardo è già attiva su tutti fronti, in primis quello dell’ospitalità e dell'accoglienza

Il Lavello spalanca il cuore e le porte ai profughi ucraini
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Ora e nel futuro, il Lavello è e sarà sempre sinonimo di “accoglienza”. Nemmeno il tempo di “alzare le serrande“ che la nuova Locanda Leonardo è già attiva su tutti fronti, in primis quello dell’ospitalità. Da più di dieci giorni ormai, sono ospitati nelle stanze al piano superiore dell’antico monastero le prime due famiglie di profughi ucraini (6 quelli attualmente presenti e 4, invece, quelli in arrivo nei prossimi giorni).

Il Lavello spalanca il cuore e le porte ai profughi ucraini

Mario Sesana, Paolo Dell'Oro, Andrea Ascani Orsini e Maria Venturini

“La struttura - ha spiegato Paolo Dell’Oro per la Fondazione Lecchese, durante il “mini-tour” organizzato per illustrare alle autorità e alla stampa l’organizzazione dell’accoglienza nella mattinata di oggi, venerdì 29 luglio 2022 - arriverà ad ospitare ben 25 persone, che verranno suddivise nelle 7 stanze e un appartamento messe a disposizione dalla struttura. Si tratta di un progetto, finanziato grazie alla grande generosità di tutta la provincia lecchese mostrata all’interno della raccolta “Lecco ospita l’Ucraina” alla quale ha dato un sostanzioso contributo anche il Rotary Club di Lecco”. Due i filoni principali attraverso i quali verranno “ricollocati” i profughi Ucraini: il primo, quello locale, ha già visto collocate le prime sei persone mentre il secondo, quello ufficiale che passerà attraverso   il bando della Protezione Civile, è ancora in attesa di entrare nella fase operativa.

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“I tempi nei quali saranno occupati i rimanenti 15 posti non li conosciamo ancora - ha continuato Dell’Oro ma sicuramente qualcosa si muoverà entro fine agosto o i primi di settembre. Si tratterà comunque di ricollocamenti e non di nuovi arrivi”. Ad essere accolte, come già avvenuto per i primi arrivati, saranno infatti persone che, in prima battuta sono state già ospitate presso famiglie, appartamenti, parrocchie e altri enti ma che, trascorsi dei mesi, necessitano di essere ricollocate altrove.
“Abbiamo segnalazioni di casi che proseguono serenamente - ha continuato Dell’Oro - ma in alcune situazioni si inizia ad avvertire una certa fatica”.

Mario Sesana

In ogni caso, è stato grande il lavoro del nuovo gestore dei locali Mario Sesana, e dei responsabili della Cooperativa Il Gabbiano che gestirà concretamente nelle prossime settimane tutti gli aspetti logistico-organizzativi delle varie famiglie ospiti della Locanda Leonardo.  “In attesa di trasformare le stanze per l’apertura dell’albergo, - spiega Sesana, mostrando una per una le varie soluzioni abitative - abbiamo sfruttato le stanze ottimizzando gli spazi, e rendendoli accoglienti per queste persone. Abbiamo pensato anche di organizzare spazi comuni, in primis la cucina, dove queste famiglie potranno insieme condividere momenti di vita che speriamo possano essere il più normali possibili”.

Mario Sesana

Grande la soddisfazione dei partner dell’iniziativa, ribadita durante la visita anche dal presidente del Rotary Club Lecco, Andrea Ascani Orsini e dal suo predecessore Maria Venturini.
“Nel corso di questi mesi, - ha spiegato Orsini - abbiamo visitato diverse strutture, ma questa rappresenta senza dubbio il Top per l’accoglienza di queste persone. È doveroso ringraziare tutti i soggetti coinvolti in questo progetto per tutto quello che stanno facendo e che continueranno a fare”.

Maria Grazia Nasazzi

“Il posto è davvero bello, - ha concluso la presidente della Fondazione Maria Grazia Nasazzi - e dopo averlo visto sull’orlo del baratro è ancora più bello vederlo vivo. Tutto questo lavoro non è stato affatto scontato ed è più che lodevole la “delicatezza” dimostrata in questa fase. Delicatezza che servirà anche nel futuro, in vista dell'accompagnamento educativo/scolastico che dovrà essere predisposto per i primi di settembre affinché non ci sia solitudine per i bambini”.


Diverse, invece le storie personali e i ricordi di vita vissuta in patria che si intrecciano nelle relazioni degli ospiti: tra loro c’è infatti chi è scappato dalla guerra, chi è stato ospitato per qualche tempo da amici e parenti ma anche chi, dall’Italia, cerca di trovare una soluzione per poter sostenere in maniera concreta parenti e amici rimasti in Ucraina per combattere.

I giovani musicisti ucraini

In questo clima triste, in cui si è aperto uno spiraglio di luce e di accoglienza, c’è spazio anche per una storia bella e allegra come quella di 4 ragazzi, anche loro profughi ucraini, che con la loro band si stanno spostando per l’Europa proponendo la loro fantastica musica folk irlandese e che proprio in questi giorni animeranno con diversi concerti le serate lecchesi.

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Anche per loro, le porte della locanda Leonardo si sono aperte in maniera del tutto gratuita, come segno della grande ospitalità e della vocazione, prettamente sociale e volta all’accoglienza, dello storico complesso.

Luca de Cani

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