ICMA Sartorial Paper: 90 anni di storia al femminile
Quattro imprenditrici che, in epoche diverse, hanno gestito la stessa azienda. Quattro donne della stessa famiglia legate dalla passione per il lavoro
Quattro imprenditrici che, in epoche diverse, hanno gestito la stessa azienda. Quattro donne della stessa famiglia legate dalla passione per il lavoro e dall’impegno che ha portato ICMA Sartorial Paper a investire sulla qualità delle sue carte per il packaging e a diventare un punto di riferimento per i brand internazionali del lusso. L’omaggio a loro, e il racconto di una storia imprenditoriale tutta al femminile, lunga 90 anni, passa attraverso i canali social dell’azienda.
ICMA Sartorial Paper racconta i suoi 90 anni di storia al femminile attraverso i ritratti delle imprenditrici che l’hanno guidata
Le foto d’epoca, i pattern delle carte più caratteristiche, il racconto delle abitudini più curiose e delle iniziative di maggior successo, le parole di stima dei collaboratori accanto alle frasi stereotipate che si sono sentite rivolgere: dagli archivi di famiglia ecco il materiale per #ledonneicma, una rubrica creativa diffusa tramite Facebook e Instagram (@icmasartorialpaper).
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La storia di ICMA prende avvio con Matilde Carcano, una delle prime imprenditrici italiane, che intuì le potenzialità del mercato del packaging e fondò l’azienda nel 1933, quando le donne non avevano diritto di voto e non avevano accesso a ruoli dirigenziali.
Matilde Carcano arrivò a gestire un’azienda con oltre 100 dipendenti, moltissime le donne assunte. Nelle foto d’archivio la si vede sorridente nella divisa che si era personalmente creata che la dice lunga sulla sua personalità: un grembiule a doppio petto di tessuto blu scuro o nero con collo revers che, secondo le occasioni guarniva con colletto bianco o di pizzo.
L’azienda è passata di madre in figlia, per quattro generazioni
Dopo Matilde Carcano è stata la volta di Elena Bianchi che in tandem con il marito, ingegnere appassionato del suo lavoro, è riuscita a dotare ICMA di macchinari innovativi (oltre che a incentivare la nascita di una seconda azienda, la CEMB, fondata dal marito Luigi Buzzi). Un talento nel coinvolgere in brillanti conversazioni i clienti stranieri.
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Il salto alla generazione successiva è datato 1974: Silvia Buzzi, nipote di Matilde e figlia di Elena, dopo la laurea entra alla guida dell’azienda sotto il segno dell’aggiornamento tecnologico e della diversificazione produttiva, di una nuova apertura al mercato internazionale, della gestione efficiente. Come notò quella volta il cliente svizzero che convinto di fare un complimento disse: “La vostra azienda non sembra una tipica azienda italiana, e tantomeno guidata da donne”.
La quarta generazione ha il nome di Elena Maria Carla Torri, attuale Ceo, entrata in azienda nel 2000. Promotrice di un modello di azienda - attenta al contesto ambientale, al benessere dei cittadini, al ruolo nella comunità - che ha portato alla certificazione B Corp (ICMA è la prima B Corp europea del settore carta), Torri ha introdotto le collezioni di carte Prét-à-Porter sviluppate a quattro mani con gli art director delle più prestigiose maison del lusso, un mix di heritage, ricerca e contaminazione. Un esempio fra tutti la collezione “Manifesto” Kind (2020): carte uniche sul piano dell’impatto ambientale, certificate FSC Recycled Credit e riciclabili, prodotte senza sbiancanti ottici. Il processo di produzione è integrato, con risparmi di acqua, energia ed emissioni di CO2
Nel Manifesto aziendale di ICMA oggi si ritrovano i valori e gli obiettivi che discendono dalla preziosa storia al femminile. Un passaggio del Manifesto recita: “Tramandare di generazione in generazione i valori di etica, cultura, dignità nel lavoro, sostenibilità che hanno sempre animato le donne alla guida di ICMA”.