Confartigianato Imprese Lecco

Green Pass: “Bene, ma chiarire e semplificare applicazione in piccole imprese”

"Sul tema dei controlli è tuttavia necessario un intervento da parte del Governo"

Green Pass: “Bene, ma chiarire e semplificare applicazione in piccole imprese”
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A pochi giorni dall’entrata in vigore dell’obbligo di Green Pass nei luoghi di lavoro, Confartigianato esprime un giudizio positivo sul provvedimento che, allo stato attuale, rappresenta la soluzione per garantire la continuità delle attività economiche, consentire al Paese di ripartire in sicurezza, accelerare la campagna vaccinale e scongiurare ulteriori restrizioni.

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Green Pass, Confartigianato: “Bene, ma chiarire e semplificare applicazione in piccole imprese”

Il provvedimento presenta, tuttavia, alcuni rilevanti problemi interpretativi ed applicativi, legati in particolar modo alla tematica dei controlli sul possesso del green pass ed ai profili inerenti alla tutela della privacy.

“Condividiamo l’estensione dell’obbligo di green pass a tutti i lavoratori, siano essi pubblici, subordinati o autonomi, quale strumento per la ripartenza dell’economia e per l’uscita dalla crisi e volto a coniugare la tutela dei cittadini, e quindi della salute pubblica, con l’esigenza di garantire la sicurezza sui luoghi di lavoro – afferma Daniele Riva, presidente Confartigianato Imprese Lecco –  Sul tema dei controlli è tuttavia necessario un intervento da parte del Governo che, in un’ottica di semplificazione, consenta alle imprese artigiane e alle piccole imprese di definire adeguate e più agevoli modalità operative per l’organizzazione delle verifiche richieste dal decreto legge e che permettano di far fronte a tutte quelle ipotesi, proprie dell’organizzazione aziendale o della specifica attività di impresa, in cui i lavoratori svolgano prestazioni in luoghi diversi da quelli del proprio datore di lavoro o che non vi accedano in modo continuativo. Regole chiare e univoche sull’uso delle certificazioni verdi sono infatti necessarie per superare il problema della responsabilità dei datori di lavoro in materia di sicurezza in azienda, considerata l’impossibilità di raccogliere e conservare i dati relativi alle certificazioni verdi dei dipendenti”.

Tutelare sia i lavoratori che i datori di lavoro

A questo proposito Confartigianato pur comprendendo le ragioni sottese alla necessità di protezione dei dati personali, ritiene tuttavia necessario individuare un miglior bilanciamento tra l’esigenza di tutela della privacy e l’esigenza per i datori di lavoro di porre in essere controlli che possano rendere effettivo ed efficace l’uso del green pass.

“Apprezziamo inoltre – continua Riva – la previsione che consente alle imprese con meno di 15 dipendenti di sostituire il lavoratore sospeso e la cui finalità è quella di introdurre un regime di miglior favore per le piccole imprese. Diversi, tuttavia, sono i problemi applicativi, a partire dalla durata troppo breve della sostituzione e che non consente alle piccole imprese di trovare una adeguata soluzione ad una prolungata assenza ingiustificata del lavoratore privo di green pass, soprattutto in un momento come quello attuale in cui si fatica a trovare mano d’opera specializzata. E’ necessario, inoltre, coordinare la disciplina del contratto a termine per sostituzione del lavoratore privo del green pass con quella ordinaria dei rapporti a tempo determinato, al fine di escludere il contratto sostitutivo dal rispetto di una serie di vincoli (stop and go in caso di rinnovo; contributi addizionali) che vanificherebbero la finalità della norma di riconoscere maggiore flessibilità alle piccole imprese di fronte ad una situazione, quale l’assenza del lavoratore privo di green pass, che può incidere profondamente sull’organizzazione aziendale e sull’attività di impresa”.

Vittorio Tonini, segretario generale Confartigianato Imprese Lecco

“Da quando è stato annunciato l’obbligo di Green Pass sui luoghi di lavoro – conclude Vittorio Tonini, segretario generale Confartigianato Imprese Lecco – le nostre imprese associate hanno iniziato a chiedere supporto ai nostri Uffici, certi di trovare risposte chiare rispetto alle “zone d’ombra” lasciate dal Decreto. Per alcune delle nostre categorie, infatti, ci sono passaggi tecnici difficili da interpretare, penso agli autotrasportatori o alle imprese di pulizia che svolgono il loro lavoro necessariamente fuori sede. Penso anche alle imprese composte da marito e moglie che ogni giorno devono controllarsi a vicenda, all’idraulico, all’elettricista, al fabbro che deve svolgere il lavoro in imprese terze o nelle abitazioni, ai tassisti. Aggiungo anche chi ha dipendenti che rifiutano di vaccinarsi e di eseguire i tamponi e necessitano di una sostituzione che va oltre il tempo previsto dalla legge. Le casistiche, insomma sono molteplici e i chiarimenti del Governo arrivano a spizzichi e bocconi. Non mi stupirei se nelle prossime settimane cambiasse ancora qualcosa. In questo quadro ancora abbastanza confuso, le imprese trovano in Confartigianato le risposte necessarie a poter proseguire l’attività in serenità. I nostri Uffici sono sempre prontamente aggiornati e siamo in grado di rispondere a 360 gradi ai dubbi lecitamente espressi dagli imprenditori, così come fatto in modo puntuale e continuativo durante tutta l’emergenza sanitaria. Inutile dire che anche questo onere ricade completamente sul datore di lavoro e l’umore nelle aziende non è dei migliori. Ci adatteremo? Certamente, come sempre avviene per le nostre imprese. Come Associazione però cerchiamo di alleggerire il più possibile il “carico” ai nostri associati stando al loro fianco”.

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