un'esperienza toccante

Caritas, "Sconfinati": mettersi nei panni di un migrante per dire no all'indifferenza

Ultimo appuntamento stasera dalle 19 alle 22.

Caritas, "Sconfinati": mettersi nei panni di un migrante per dire no all'indifferenza
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Capire davvero cosa prova un migrante, tutte gli ostacoli che si trova a dover superare, i maltrattamenti, la paura... in poche parole, dire no all'indifferenza: questo è l'obiettivo del percorso "Sconfinati", proposto dalla Caritas decanale di Lecco in collaborazione con la Caritas ambrosiana. L'esperienza, che prende le vesti di un gioco di ruolo, si è svolta nel tardo pomeriggio e nella serata di martedì 18 luglio 2023 e di ieri, mercoledì 19 luglio 2023, ma ci sarà un appuntamento anche oggi, giovedì 20 luglio 2023, dalle 19 alle 22, alla Casa della Carità di Lecco, in via San Nicolò.

Caritas, "Sconfinati": mettersi nei panni di un migrante per dire no all'indifferenza

Come detto in precedenza, si tratta di una sorta di gioco di ruolo: all'inizio del percorso, ad ognuno viene dato un passaporto con le informazioni del migrante nei cui panni deve entrare (età, luogo di nascita, motivo per cui emigra...) e delle finte banconote che serviranno per trattare con i trafficanti.

Appena entrati nella prima stanza, i migranti si trovano di fronte a dei "trafficanti", che iniziano a gridare e spintonare freneticamente, intimando al gruppo di prendere i giubbotti di salvataggio e le bottiglie d'acqua, in cambio ovviamente di denaro: c'è chi, nella fretta, è disposto a dare tutti i soldi che possiede e chi, invece, un po' più accorto, cerca di trattare tenendo alcuni contanti per sè.

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Una volta indossati i giubbotti di salvataggio, sotto le continue urla dei trafficanti, il gruppo viene fatto salire su una barca all'interno di una stanza angusta che riproduce l'ambiente del mare, con il vento, i tuoni e i lampi, finché si piomba nel buio e nel frastuono delle onde travolgenti.

Proprio come spesso purtroppo succede nella realtà, l'imbarcazione è troppo piccola per il gruppo di persone: non c'è un posto per tutti, si sta ammassati alla bell'e meglio.

Dopo alcuni minuti di navigazione, appaiono di nuovo i trafficanti, che intimano di scendere perchè il gommone è arrivato a destinazione.

Una volta scesi, ad accogliere il gruppetto di persone c'è uno striscione con la scritta: "Benvenuti in Europa". Poi le persone vengono divise: chi ha il giubbotto giallo da un lato, chi ha quello arancione dall'altro. Perchè? Si chiede qualcuno. Ma la risposta è purtroppo scontata: non tutti sono arrivati a destinazione. Per un motivo o per l'altro - chi non aveva il giubbotto di salvataggio omologato, chi è caduto in acqua, chi si è sentito male - per qualcuno l'Europa resterà per sempre un sogno lontano.

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Un'esperienza che invita a riflettere, coinvolgendo in prima persona

"Cosa vi ha colpito di più?": a fine percorso viene posta questa domanda ai partecipanti. "Le forti urla mi hanno fatto paura", "Non avevamo il controllo su niente", "Eravamo tutti stretti, non ci si riusciva nemmeno a muovere", "Siamo stati trattati come merce, non come persone". Queste alcune delle risposte. C'era poi chi ha versato qualche lacrima, consapevole del fatto che l'esperienza provata era solo un piccolissimo assaggio dell'incubo di chi vive realmente la traversata, senza nemmeno sapere se arriverà mai sulle sponde europee.

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Coinvolti nell'iniziativa gli scout di Legnano, qui a Lecco in trasferta per una settimana: erano le ragazze e i ragazzi del gruppo, infatti, ad impersonare i trafficanti e ad invitare i partecipanti alla riflessione finale.

"Un'esperienza che invita a riflettere, al di là dell'orientamento politico che ciascuna persona può avere - così ha spiegato Matteo Bettega, responsabile dell'accoglienza e del gruppo giovani della Caritas - Si tratta di un'installazione che cerca di suscitare emozioni nelle persone, provare a coinvolgerle in prima persona. Penso che se, dopo aver vissuto l'esperienza, si torna a casa e si riflette anche solo un po' sulla questione, allora abbiamo raggiunto il nostro obiettivo: quel processo di sensibilizzazione che è proprio uno degli scopi della Caritas".

Quindi, come insegna questo percorso, prima di esprimersi sulla questione dei migranti forse è meglio fermarsi un attimo di più a riflettere su come ci si possa sentire a dover abbandonare la patria, lasciare i propri parenti e amici, affrontare un viaggio pericoloso e talvolta fatale - tutto questo con la sola colpa di essere nati sfortunati, in paesi poveri di risorse o dilaniati dalla guerra - per poter riscattare il diritto ad avere un futuro, quel diritto che noi diamo così spesso per scontato, senza renderci conto che c'è chi deve rischiare la vita per sperare di averlo, un futuro.

Perchè, come scrive Warsan Shire, giovane scrittrice e poetessa keniota: "Nessuno mette i suoi figli su una barca, a meno che l’acqua non sia più sicura della terra".

Stasera l'ultimo appuntamento per vivere il percorso

Per chi volesse partecipare all'ultimo appuntamento di stasera, giovedì 20 luglio 2023, dalle 19 alle 22, è consigliata la prenotazione tramite l'indirizzo mail giovanicdclecco@caritasambrosiana.it o contattando telefonicamente Matteo al 335 6554819.

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