Alberi da abbattere e monetizzazione: a Lecco si discute il nuovo Regolamento del verde urbano
Nel nuovo Regolamento del verde urbano di Lecco, si introduce il “metodo svizzero” per valutare gli alberi da abbattere e si apre il dibattito sulla monetizzazione come forma di compensazione ambientale.

Alberi da abbattere e monetizzazione: a Lecco si discute il nuovo Regolamento del verde urbano che è stato stato al centro della Commissione Prima del Comune di Lecco che si è riunita nella serata di ieri, mercoledì 21 maggio 2025. A illustrare i primi contenuti della bozza sono stati gli agronomi Dell’Oro e Valsecchi, coinvolti nella sua redazione.
Alberi da abbattere e monetizzazione: a Lecco si discute il nuovo Regolamento del verde urbano
L’obiettivo dichiarato è chiaro: dotare la città di uno strumento non solo normativo, ma anche educativo, in grado di guidare cittadini e operatori verso una gestione consapevole e rispettosa del patrimonio arboreo urbano. Particolare attenzione è riservata alla promozione della biodiversità nelle aree cittadine.
Uno dei punti centrali del regolamento è la compensazione per l’abbattimento degli alberi. Gli agronomi hanno illustrato l’intenzione di adottare il cosiddetto “metodo svizzero”, che assegna un valore agli alberi sulla base di quattro parametri: specie e prezziario regionale, valore ecologico e paesaggistico, posizione e dimensioni.
È stato presentato un esempio pratico con l’analisi di un pino strobo: partendo dalle sue caratteristiche e applicando diversi coefficienti, si ottiene una stima economica utile per decidere se l’albero possa essere abbattuto e, in caso positivo, come compensare – tramite nuova piantumazione o contributo economico.
“Questo sistema evita distorsioni come quelle osservate in città come Milano, dove talvolta alberi di grandi dimensioni ma con scarso valore ecologico sono sopravvalutati economicamente”, hanno spiegato gli agronomi, sottolineando come la metodologia svizzera consenta valutazioni più realistiche e coerenti con gli obiettivi ambientali.
In assenza di linee guida nazionali univoche per la quantificazione dei danni agli alberi, è stata predisposta una tabella specifica per calcolare percentuali di danno, sempre basata sui parametri svizzeri. I danni più gravi – è stato evidenziato – derivano spesso da scavi o lavori eseguiti da imprese terze, che dovranno rispondere secondo le norme di compensazione previste. È stato citato come esempio virtuoso il caso del lungolago di Lecco, dove le imprese coinvolte nei cantieri hanno previsto eventuali risarcimenti arborei in caso di danni.
Numerosi gli interventi da parte dei consiglieri comunali. Il consigliere Corrado Valsecchi ha espresso alcune perplessità: “Non credo che la monetizzazione sia una soluzione efficace. Piuttosto parlerei di compensazione ambientale. A Lecco il verde non è solo urbano, ma anche collinare e montano, e in quelle aree la situazione è spesso critica. Bisogna includere anche questi territori nel regolamento, perché ignorarli potrebbe comportare rischi idrogeologici. Inoltre, serve chiarezza sulle sanzioni per chi commette abusi”.
Valsecchi ha anche fatto riferimento alla pista ciclabile di Rivabella, dove la caduta delle foglie crea disagi:
“Il regolamento dovrà tenere conto anche di questi aspetti. Spesso alberi pubblici causano problemi ai privati e viceversa. Serve equilibrio e lungimiranza: ogni piantumazione va pensata in un’ottica trentennale”.
Anche la consigliera Anna Sanseverino ha espresso la propria posizione: “Non trovo opportuno che i privati possano abbattere alberi e semplicemente compensare con denaro, salvo in casi davvero eccezionali. Dobbiamo tutelare il verde, non monetizzarlo. Vorrei inoltre capire meglio come sarà regolamentata la tutela del verde privato: serviranno autorizzazioni per intervenire?”.
Il consigliere Mattia Bernasconi ha posto l’attenzione sui boschi:
“In molte zone il bosco sta avanzando senza che nessuno se ne prenda cura. Bisogna proteggere e gestire. Un tempo il verde in città era solo decorativo, oggi è fondamentale per mitigare le temperature. Si dovrebbe intervenire anche su aree come i parchi dell’Eremo o di via Gomez”.
Infine, il consigliere Filippo Boscagli ha sottolineato la scarsità di verde nella città:
“Basta guardare la zona della Piccola o del Politecnico: da trent’anni è solo asfalto, eppure si è spesso parlato di renderla verde. Serve un impegno serio per aumentare gli spazi verdi pubblici, e spero che questo regolamento sia un primo passo”.
La discussione sul testo proseguirà nelle prossime sedute, con l’obiettivo di arrivare a un regolamento condiviso, efficace e realmente utile per la salvaguardia del verde cittadino.
Andrea Gianviti