65 anni di matrimonio: «Le famiglie non lo approvavano... ma il nostro amore era inarrestabile»
La storia di Giuseppina Colombo e Francesco Mandola, 88 anni lei, 95 lui

I loro sguardi si cercano ancora, come quelli di due ragazzini coi cuori incendiati d'amore. Occhi vibranti e lucidi, custodi di un sentimento più forte del tempo. E le loro mani, oggi stanche e gonfie, non hanno mai smesso di intrecciarsi, come fossero le spire di due rampicanti, come rami e radici di secolari alberi. Sessantacinque anni insieme. Che già detta così, in un'epoca in cui le coppie spesso si dividono, fa notizia. Domenica 2 marzo 2025 , Giuseppina Colombo e Francesco Mandola, 88 anni lei, 95 lui, hanno celebrato con tutti i parenti 65 anni di matrimonio.
65 anni di matrimonio: «Le famiglie non lo approvavano... ma il nostro amore era inarrestabile»
E nel rendere omaggio a un'unione così salda, a un vincolo mai tradito, si è potuto ricostruire anche un altro legame. Quello con il territorio, con Bonacina, in cui entrambi, praticamente sono cresciuti, come ancorati a quello che è più di un rione di Lecco . Ma è piuttosto un modo di vivere, un pezzo di mondo intimo. Culla, carezze, temporali e quiete.
Francesco e Giuseppina si sono sposati nella chiesa del Sacro Cuore proprio a Bonacina il 2 marzo 1960. E lì sono rimasti, a poche centinaia di metri dal luogo di culto. Poco dopo, poi, sono arrivati i figli: Carla, Fabio e Alessandra.
«Questa è la nostra casa - ha raccontato Francesco, costretto su una sedia a rotelle ma ancora lucido e con una memoria d'acciaio - Questi luoghi, la Valle dei Merli, hanno un valore immenso. Da queste colline (dice alzando il braccio ha indicato verso nord), quando ero ragazzino vedevamo gli orrori della guerra, i bombardamenti dei tedeschi su Milano. La notte diventava giorno, quelle luci erano tremende e potenti. Quanto dolore e quanta devastazione».
La memoria della guerra riesce ancora a cambiare la sua espressione, ricorda il giorno esatto della settimana e l'ora dell'attacco militare effettuato contro la Fiocchi a Lecco.
«Era una domenica per fortuna - ha continuato - Sentivamo i bombardamenti e dovevamo scappare nei rifugi. Che sollievo quando tutto è finito». Un capitolo duro da dimenticare, quello del conflitto, ma nella vita di Francesco e Giuseppina, c'è molto altro. Giuseppina è arrivata a Bonacina quando aveva pochi anni di vita. E poi, nell'adolescenza, si è accesa la miccia del grande amore. Un amore tutt'altro che semplice, però. Perché in quegli anni certi sentimenti potevano essere mal visti dalla famiglia. «Per amare si doveva scappare dai genitori - ha raccontato la donna - Non era come oggi». Gli occhi si velano di dolci e malinconiche lacrime, come se quella ferita, in fin dei conti, dopo tutti questi anni, non si sia mai completamente rimarginata. «Io ero più grande di lei - ha chiarito il marito - E le famiglie non approvavano totalmente l'unione. Siamo stati fidanzati per tanti anni. E poi ci siamo sposati». Un po' come a dire: «Eccoci qui, dopo 65 anni siamo ancora insieme. Ora ci credete che ci amavamo follemente?». Vite in salita, poi rapide discese, momenti di gioia e ostacoli da superare. Ma con un grande principio ispiratore: non mollare mai.
«Ho fatto ogni tipo di lavoro - ha continuato Francesco - Ho iniziato a 12 anni come panettiere. A 14 ho fatto il saldatore in fabbrica, poi in galvanica, col camion per fare consegne, e alla fine ancora in fabbrica. Fino alla pensione. Fermo? Mai».
E non si è fermato mai davvero. Dopo la pensione - e parliamo del 1982 - ha preso in gestione lo storico locale di Bonacina della famiglia della moglie, fino al 1973 panificio, bar e alimentari; poi rimasto fino al 1996 solo l'alimentari del rione. Un negozio che è sempre stato un punto di riferimento per la comunità locale, oltre che essere la sede degli alpini.
Oggi Francesco e Giuseppina portano addosso i segni del tempo. Dopo il Covid, purtroppo, le loro condizioni di salute si sono aggravate ma le loro anime sono rimaste pure e splendenti. Come quei raggi di sole che illuminano le montagne lecchesi al tramonto, rendendole belle e uniche come perle rosa immerse nel blu profondo di un cielo che sa di eterno.
Eterno come l'amore che guida ancora le loro mani a riunirsi. Oggi come ieri. Dopo 65 anni, con la promessa di non lasciarsi mai. Con la promessa di restare, per sempre, uniti, come rami e radici dei secolari e amati boschi che sovrastano Bonacina.
Alessandro Di Mise
Una meravigliosa storia d'amore e resilienza. Un grande esempio di vita vera