Liberazione

25 aprile nell'Oggionese: "Questa celebrazione è patrimonio di tutti"

Una celebrazione molto partecipata e che ha avuto come ideale filo conduttore il valore della responsabilità di una scelta in favore della libertà.

25 aprile nell'Oggionese: "Questa celebrazione è patrimonio di tutti"
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“Tutti i pensieri / che sto facendo adesso / influiscono / sulla mia storia di domani, / sulla storia di domani / del genere umano”. Con la lettura di una poesia di Italo Calvino, curata dalla giovanissima sindaca del Consiglio comunale dei ragazzi, Sveva Paganelli, si è aperta stamattina  in Piazza Manzoni la cerimonia ufficiale del 25 Aprile a Oggiono. Una celebrazione molto partecipata e che ha avuto come ideale filo conduttore il valore della responsabilità di una scelta in favore della libertà.

25 aprile nell'Oggionese: "Questa celebrazione è patrimonio di tutti"

Dopo la celebrazione liturgica in Chiesa prepositurale e il corteo al cimitero per onorare i Caduti, la manifestazione ha vissuto il suo momento culminante nel cuore del centro storico oggionese, con gli interventi istituzionali della sindaca Chiara Narciso e del sindaco di Molteno, Giuseppe Chiarella, nella veste di presidente della Conferenza dei sindaci dell’Oggionese.

 


Presenti di persona o attraverso loro delegati in rappresentanza delle loro rispettive comunità i sindaci di: Annone Brianza, Bosisio Parini, Costamasnaga, Dolzago, Ello, Garbagnate Monastero, Molteno, Nibionno, Rogeno, Sirone, Suello.
Il corteo dei Gonfaloni, portati dalle associazioni di volontariato locali, è stato accompagnato dal Corpo musicale Marco d’Oggiono e dal Gruppo folkloristico “I Promessi Sposi”. Presenti anche il Gruppo Alpini di Oggiono e tutte le altre autorità civili e militari.
A suggellare il momento della deposizione della corona d’alloro al Monumento ai Caduti, il Silenzio, eseguito dal maestro Matteo Anghilieri.


Numerose le persone in piazza: cittadini e amministratori locali, di entrambi gli schieramenti. “Ricordare questa Celebrazione è festeggiare un patrimonio di tutti. Si tratta di una grande responsabilità collettiva – ha dichiarato Giuseppe Chiarella nel suo intervento, che ha richiamato alla memoria lo studente partigiano Giordano Cavestro, medaglia d’oro al valore militare per puro esempio di elevato senso del dovere e di puro eroismo – consapevolezza che libertà e democrazia non sono doni ma conquiste raggiunte con la lotta e il sacrificio; patrimonio collettivo da presidiare e mantenere costantemente”.

Spirito condiviso anche nelle parole della sindaca Chiara Narciso, che nella parte introduttiva del suo discorso ha sottolineato il significato della giornata nel “ricordare le centinaia di uomini e donne che compirono una scelta di libertà rivoltandosi contro il regime fascista e l’invasore tedesco. Il contributo di ciascuno di loro alla lotta di liberazione merita di essere ricordato con riconoscenza da tutti noi”, sottolineando inoltre come nella Resistenza “confluirono, trovando coesione e unità, uomini e donne di diverso orientamento politico e ideale, di differente ceto sociale uniti nella determinazione di riscattare la dignità del Paese”. Chiara Narciso ha quindi ricordato, con un visibile emozionato trasporto, il ruolo delle donne nella lotta di Liberazione, simbolicamente ricomprese nel tributo che la sindaca ha rivolto alla staffetta partigiana Gabriella, nome dietro al quale nel 1944 si nascondeva l’allora poco più che diciassettenne Tina Anselmi.

“La nostra storia – ha proseguito la prima cittadina, nel citare uno scritto della stessa Anselmi - ci dovrebbe insegnare che la democrazia è un bene delicato, fragile, deperibile, una pianta che attecchisce solo in certi terreni, precedentemente concimati, attraverso la responsabilità di tutto un popolo. Dovremmo riflettere sul fatto che la democrazia non è solo libere elezioni, non è solo progresso economico. E’ giustizia, è rispetto della dignità umana, dei diritti delle donne. E’ tranquillità per i vecchi e speranza per i figli. E’ pace”.

Nella scelta di ricordare le testimonianze di due giovani che ebbero il coraggio di compiere una scelta di responsabilità di compiere quei “piccoli gesti anonimi, che saranno pezzetti di storia, che influiranno sulla storia di domani del genere umano” (per riprendere i versi poetici di Italo Calvino), sia Giuseppe Chiarella che Chiara Narciso hanno quindi ribadito il “dovere di essere qui oggi – come affermato dal sindaco di Molteno per far vivere quell’idea luminosa, grande e bella che è la libertà e la democrazia”.
In chiusura di cerimonia l’omaggio al Tricolore sulle note dell’inno nazionale italiano.

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Elena Ornaghi

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